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Teatro: due stage molto interessanti

| “L’attore in stato d’allerta” (di Gianluca Barbadori) e “Il teatro della voce” (di Patrizia Marcheselli).


www.tributeatrale.it segnala: L’attore in stato d’allerta 21-22-23 maggio Tenuto da Gianluca Barbadori Durata Stage: 12 ore

Una persona, ma in particolare un attore, non puó prescindere, se vuole consapevolmente compiere un’azione (una qualsiasi azione), dal fatto di essere al 100% presente rispetto a sé stesso.
Nella nostra vita quotidiana, invece, sempre piú spesso agiamo senza la dovuta attenzione o addirittura senza esserne neanche consapevoli.

Questo perché la nostra mente e la nostra attenzione sono da un’altra parte. Non siamo dove siamo al 100%; quasi mai, tranne rare volte come quando, ad esempio, succede qualcosa che ci sorprende e ci “costringe” a reagire in modo globale: con la nostra percezione, con la mente, con il corpo.
Riprendendo i principi ed i riferimenti di maestri quali Grotowski e Gurdjeff, in particolare, svilupperemo un percorso di lavoro sulla dilatazione della percezione e dell’attenzione; principi fondamentali per chi desidera lavorare in teatro, e particolarmente importanti anche nella nostra vita quotidiana.

Questi principi sono, secondo noi, talmente fondamentali per il lavoro attorale, che precedono qualsiasi tecnica, qualsiasi metodologia. Sono l’A, B, C del lavoro in Teatro.
Il lavoro sará diviso in tre momenti, solo inizialmente separati ma di seguito assolutamente interconnessi:

1. Partendo da elementi di lavoro sul contatto fisico, sullo spazio, sul tempo-ritmo individuale e collettivo, sulla reattività, sulla relazione non-quotidiana, non-descrittiva e non-parlata, si approfondiranno elementi legati alla percezione. Si metterá in azione il corpo in modo assolutamente libero da decisioni e proposte della mente. Si lavorerá il corpo come entitá percettiva, agente e reagente.

2. Verranno utilizzati brevi testi a memoria (testi intesi come elementi e come sequenze sonore) da fare interagire con le azioni corporali, anche ritmicamente, in modo omogeneo ed eterogeneo; i testi verranno utilizzati anche per approfondire il rapporto tra movimento e suono vocale.

3. Si lavoreranno azioni, sequenze, strutture; il tutto partendo dal corpo che agisce completamente liberato dalla mente e dal suo controllo, pienamente creativo e generatore di immagini ed associazioni. Di seguito si approfondirá il lavoro di strutturazione di sequenze di azioni.

Durante il percorso analizzeremo, ovviamente, anche le differenze tra gesto, movimento, azione.
Per partecipare occorre che gli iscritti portino dei materiali:
1. Un testo a memoria di 40 parole in una lingua straniera e assolutamente sconosciuta.
2. Un testo a memoria di 20 righe, in prosa, in italiano. Il testo non deve essere giá stato usato precedentemente in laboratori e/o spettacoli teatrali.
3. Un oggetto, né troppo piccolo né troppo grande, che il partecipante conosce bene.

Ovviamente i vestiti dovranno vestire comodi. Si lavorerá scalzi se possibile. Importante portare elementi per asciugarsi dal sudore, per coprirsi (calzini, pullovers, felpe), per cambiarsi, in inverno. Importante, altresí, la puntualitá.

“Teatro della Voce” 6 – 7 maggio – Durata: 8 ore

Docente: Patrizia Marcheselli
Docente di teatro e dizione in italiano e spagnolo c/o l’Istituto Nazionale delle Belle Arti (I.N.B.A.)
e l´Istituto Italiano di Cultura di Città del Messico.

Ho sempre pensato alla voce come una città; rondò, vicoli, traffico, stress, odori, sapori, disappunti e certezze, condomini e case a schiera, negozi e scuole,lavori in corso e semafori, abbracci e scalini,tutto questo è la voce.
Tutto ciò che siamo, percepiamo e pensiamo si riflette nella voce, coinvolge numerosissime azioni simultaneamente.
Il mondo lo si pronuncia, conoscendo prima di tutto la città in cui si vive.


Questo nostro quotidiano ed incorporeo gesto, centro delle emozioni e strumento sociale di comunicazione col mondo, troppo spesso ci è sconosciuto.

Recentemente si è detto che la voce ha perso non solo l’unità di articolazione ma anche
l’ emissione consapevole; la parola è ormai un’ accessorio obsoleto; farsi capire ha perso importanza.

La parola è stata sostituita con altri mezzi e, strada facendo, ne abbiamo perso la pratica: anche leggere o semplicemente esporre idee e contesti è diventato complicato. I più colpiti sono i bambini e gli adolescenti che si vedono esclusi dalla parola, non come un proposito generazionale, almeno in parte, ma per costume sociale in trasformazione.

Le nostre tensioni fisiche, prodotto di ciò che siamo facciamo e pensiamo (educazione formale ed informale, ambiente, ecc) si riflettono sempre nella voce.
Tensioni che col passare del tempo diventano zone ignote, croniche tensioni e malesseri evitabili che impediscono all’individuo di esprimersi usando corpo e voce in una sola unità liberatrice.

Professionisti con problemi di cervicali o di torcicolli frequenti, docenti con abituali infiammazioni alla laringe, chi usa spesso il telefono come strumento di lavoro, ahimè molti, afoni durante brevi ma molteplici periodi, carenze di dizione, ecc.

Cosa succede alla voce e alle parole? Perché parliamo in un modo o in un altro? Perché ci stanchiamo tanto dopo una giornata di parole o di parole non dette?

Questo stage si propone di offrire ai partecipanti un sistema di applicazione diretto: accogliere e capire prima “la nostra voce”, e permetterle dopo una comprensibile e serena partecipazione verbale .

Materiale necessario per alunno
· Matita senza vernice esterna e senza punta, una pallina di gomma (quella da tennis va bene).
· Acqua naturale. Una mela.
· Abbigliamento comodo, scarpe da ginnastica.
· Un testo a memoria (10 frasi). Un testo per la lettura.
· 1 cassetta (tape) vergine.
· Un sacchetto di palloncini, piccoli, da gonfiare.
· La cintura di un accappatoio o una cintura di tela lunga.

Obiettivi:
Acquisire alcune delle tecniche di lavoro sulla dizione, grazie anche agli strumenti teatrali e migliorare individualmente l´emissione.
Conoscere l´uso corretto della voce parlata e della respirazione.
Migliorare le proprie capacità vocali grazie alla creatività quotidiana applicata.
Appropriarsi della voce per rendere chiare, nitide e comprensibili le parole facendo tesoro della propria espressività e naturalezza.
Eliminare possibili cadenze dialettali o slang acquisiti, così come tensioni muscolari coinvolte.
Leggere correttamente qualsiasi materiale scritto, anche in altre lingue.
Parlare con una dizione chiara e comprensibile.


Argomenti trattati nello stage
Respirazione: inspirazione – espirazione. Rafforzamento e controllo del diaframma.

Uso corretto dell’apparato fonatorio, rafforzamento ed igiene vocale.

Dizione: parlare e leggere meglio.

Correzione delle intonazioni dialettali e possibili insufficienze di pronuncia.

02/04/2006





        
  



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