A Camerino la cerimonia provinciale per celebrare il 25 aprile
| CAMERINO - Caporalini: "Bisogna respingere il tentativo di far cadere nelloblio quellesperienza, costata tanto sangue agli italiani, perché altrimenti vi è il rischio di uno svuotamento della democrazia e dei concetti stessi di libertà e uguaglianza"
“Mamma adorata, quando riceverai la presente sarai straziata dal dolore. Non piangere, il mio sangue non si verserà invano e l’Italia sarà di nuovo grande”. Sono le ultime parole che Achille Barilatti, partigiano maceratese del gruppo “Niccolò”, scrisse a sua madre prima di essere fucilato dai nazifascisti, a Muccia, nel ’44. A ricordarle, nella sua orazione per il “25 Aprile”, è stato il vice presidente della Provincia, Donato Caporalini, durante la cerimonia tenutasi al teatro “Marchetti” di Camerino.
Parole che evocano il sacrificio umano della lotta di Liberazione e che danno il senso della celebrazione di questo anniversario. “I valori della Resistenza sono stati il fondamento della nostra democrazia – ha detto Caporalini – e ancora oggi rappresentano un cardine per il mantenimento della libertà e delle istituzioni repubblicane. Bisogna respingere il tentativo di far cadere nell’oblio quell’esperienza, costata tanto sangue agli italiani, perché altrimenti vi è il rischio di uno svuotamento della democrazia e dei concetti stessi di libertà e uguaglianza”.
Il teatro “Marchetti” era davvero gremito: amministratori locali, rappresentanti delle associazioni partigiane di tutta la provincia, autorità civili e militari – a cominciare dal nuovo prefetto di Macerata, Ferdinando Buffoni –, esponenti delle organizzazioni sindacali. Sul palco erano schierati i Gonfaloni dei numerosi Comuni che hanno preso parte alla manifestazione, organizzata da Provincia, Anpi, Istituto storico della Resistenza, Cgil, Cisl e Uil e Comune di Camerino. Presenti, fra gli altri, il consigliere regionale Francesco Massi, gli assessori provinciali Dario Conti e Clara Maccari.
Prima dell’orazione di Caporalini, il sindaco camerte Enzo Fanelli ha salutato i partecipanti e ricordato le oltre cento vittime di Camerino nella lotta di Liberazione. Il presidente provinciale dell’Anpi, Giulio Pantanetti, invece, ha spiegato le “ragioni” dell’associazione: “L’Anpi, che sta aprendo le porte a tanti giovani – ha detto – ha il compito di perpetuare i valori del 25 aprile 1945 rapportandoli con la realtà dell’oggi.
Valori della Resistenza, che sono di riferimento per una democrazia aperta, partecipata, e che hanno permesso di avere un’Italia libera e democratica”. A nome delle tre sigle sindacali è intervenuto poi il segretario della Cgil, Aldo Benfatto, il quale ha legato la nascita della nostra Costituzione alla Liberazione, invitando tutti i lavoratori a una difesa dei principi costituzionali e – come detto anche da Caporalini e Pantanetti – criticando l’ultima legge di riforma (sottoposta a referendum) perché “non ispirata a quei valori”.
Momento di commozione, infine, alla consegna di una medaglia ai familiari di Salvatore Troilo, fucilato nel marzo del ’44 dai nazifascisti. A ritirare la medaglia (copia di quella ricevuta al valori militare dalla Città di Camerino nel ’94 e consegnata alle famiglie di tutti i caduti della guerra di Liberazione) è stato il figlio, residente a Monza. Sua madre, allora era in attesa del quinto bimbo: quando nacque, era un maschietto, lei lo chiamò Salvatore, come il papà. Oggi, il Comune è riuscito a rintracciarlo, e a consegnargli la medaglia in ricordo del sacrificio di suo padre, “uno dei tanti della gente qualunque” – come lo ha definito il presidente dell’Anpi comunale Livio Piccioni” – che, pur non essendo di origini camerti, viveva con la famiglia nella frazione di Sentino.
La giornata del “25 Aprile” si era aperta con una messa in Duomo, celebrata da don Francesco Gregori, e poi con il corteo – con i Gonfaloni di Provincia, Comune di Camerino, degli altri numerosi Comuni presenti e con il Labaro dell’Anpi provinciale – che da piazza Cavour è giunto in viale Leopardi, dove il sindaco Fanelli, il vice presidente della Provincia, Caporalini, il presidente dell’Anpi provinciale, Pantanetti, e prefetto Buffoni hanno deposto una corona d’alloro.
I vari momenti della manifestazione sono stati sottolineati dalle note della banda musicale di Camerino, diretta dal M° Vincenzo Correnti.
Parole che evocano il sacrificio umano della lotta di Liberazione e che danno il senso della celebrazione di questo anniversario. “I valori della Resistenza sono stati il fondamento della nostra democrazia – ha detto Caporalini – e ancora oggi rappresentano un cardine per il mantenimento della libertà e delle istituzioni repubblicane. Bisogna respingere il tentativo di far cadere nell’oblio quell’esperienza, costata tanto sangue agli italiani, perché altrimenti vi è il rischio di uno svuotamento della democrazia e dei concetti stessi di libertà e uguaglianza”.
Il teatro “Marchetti” era davvero gremito: amministratori locali, rappresentanti delle associazioni partigiane di tutta la provincia, autorità civili e militari – a cominciare dal nuovo prefetto di Macerata, Ferdinando Buffoni –, esponenti delle organizzazioni sindacali. Sul palco erano schierati i Gonfaloni dei numerosi Comuni che hanno preso parte alla manifestazione, organizzata da Provincia, Anpi, Istituto storico della Resistenza, Cgil, Cisl e Uil e Comune di Camerino. Presenti, fra gli altri, il consigliere regionale Francesco Massi, gli assessori provinciali Dario Conti e Clara Maccari.
Prima dell’orazione di Caporalini, il sindaco camerte Enzo Fanelli ha salutato i partecipanti e ricordato le oltre cento vittime di Camerino nella lotta di Liberazione. Il presidente provinciale dell’Anpi, Giulio Pantanetti, invece, ha spiegato le “ragioni” dell’associazione: “L’Anpi, che sta aprendo le porte a tanti giovani – ha detto – ha il compito di perpetuare i valori del 25 aprile 1945 rapportandoli con la realtà dell’oggi.
Valori della Resistenza, che sono di riferimento per una democrazia aperta, partecipata, e che hanno permesso di avere un’Italia libera e democratica”. A nome delle tre sigle sindacali è intervenuto poi il segretario della Cgil, Aldo Benfatto, il quale ha legato la nascita della nostra Costituzione alla Liberazione, invitando tutti i lavoratori a una difesa dei principi costituzionali e – come detto anche da Caporalini e Pantanetti – criticando l’ultima legge di riforma (sottoposta a referendum) perché “non ispirata a quei valori”.
Momento di commozione, infine, alla consegna di una medaglia ai familiari di Salvatore Troilo, fucilato nel marzo del ’44 dai nazifascisti. A ritirare la medaglia (copia di quella ricevuta al valori militare dalla Città di Camerino nel ’94 e consegnata alle famiglie di tutti i caduti della guerra di Liberazione) è stato il figlio, residente a Monza. Sua madre, allora era in attesa del quinto bimbo: quando nacque, era un maschietto, lei lo chiamò Salvatore, come il papà. Oggi, il Comune è riuscito a rintracciarlo, e a consegnargli la medaglia in ricordo del sacrificio di suo padre, “uno dei tanti della gente qualunque” – come lo ha definito il presidente dell’Anpi comunale Livio Piccioni” – che, pur non essendo di origini camerti, viveva con la famiglia nella frazione di Sentino.
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25/04/2006
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