Samb, anima e core, batte 1-0 il Pro Sesto.
| Balzo in avanti per la contemporanea sconfitta delle diretti concorrenti. Prima rete di Docente al Riviera.
di Veleno
Scandurra
Brivido all’ultimo giro delle lancette dell’orologio. La difesa è sbilanciata nonostante la superiorità numerica per l’espulsione di Sansovini. Turetta tutto solo si assesta la palla per un comodo tiro dal limite. Prende la mira. Vorremo chiudere gli occhi per non vedere lo scempio di un gol subito ad un amen dal rintocco finale. La Fortuna questa volta sbircia da sotto la benda e ci fa l’occhiolino.
Turetta non ha i piedi buoni e il suo tiro è sbilenco. La palla va, di un pelo, sul fondo. Chi è sopravvissuto all’attentato alle coronarie ha la possibilità di esplodere di gioia. Orsato dice che è finita. Finalmente la Samb torna a vincere al Riviera, ma quanta fatica. Ed infine è festa grande, roba da Domenica delle Palme nella Gerusalemme dell’anno 33.
Come al solito il secondo tempo è un calvario. La preparazione atletica non è ancora al meglio, lo stress settimanale si accumula inesorabilmente nelle gambe degli atleti. Purtroppo non serve turarsi le orecchie quando le vicende societarie vengono frullate dentro la centrifuga del turbinio delle chiacchiere e schizzano ovunque. Il primo caldo poi ha fatto il resto.
Il Pro Sesto ha ancora benzina nel motore e viaggia ad una velocità più elevata. Alla Samb non rimane che difendersi all’arma bianca. Tira fuori gli artigli e non cede di un passo. Anzi ha le migliori occasioni con Zanetti che a un passo dalla porta manca clamorosamente l’inzuccata, con Docente che viene cinturato quando è solo davanti a Giussani. Poi Orsato ci mette del suo, annullando un gol a Macaluso.
A metà della ripresa l’affaticamento della squadra è evidente. Voltattorni cambia Yantorno e Zanetti con Irace e Akassou. La Samb vacilla anche tatticamente. I buchi a centrocampo e in difesa diventano macroscopici, si va avanti con la grinta e la disperazione. Ma tutto sommato la baracca tiene. Il Pro Sesto non riesce a creare palle gol. Però al 78° il nuovo entrato Lazzaro s’infila in uno di questi buchi e di testa, solo davanti a Concetti, schiaccia la palla in rete. Dato che oggi la fortuna è dalla nostra parte, il portierone della Samb d’istinto salva di piedi.
Gli ultimi dieci minuti sono tutti di sofferenza. Anche se in dieci il Pro Sesto spinge sull’acceleratore e la Samb arranca, ma ringhia. I più esperti fanno trascorre i minuti facendo, con il pallone tra i piedi, la danza della bandierina. La relatività generale di Einstein sembra prendere corpo: più i battiti del cuore si avvicinano alla velocità della luce, più il tempo rallenta. Con il tempo al rallentatore possiamo veder divorato un gol da Angeletti che ci avrebbe liberato dall’incubo poi l’ultima scarica di adrenalina con Torretta. Il liberatorio triplice fischio di Orsato ci ricorda che gioire dopo l’ aver sofferto è bello.
Diamo orecchio alle radioline. Ci confermano che questa è proprio la nostra giornata fortunata. Perdono tutte le nostre rivali che lottano per evitare i play out, ad esclusione del sorprendente Giulianova.
Però scendendo giù per le gradinate della tribuna, come se si snocciolasse un rosario, non si sente che parlare di Soldini, Paterna, Mastellarini e imprenditori sambenedettesi latitanti. Poi qualcuno, masochisticamente , tira fuori Gaucci e pure, tanto per completare la giaculatoria, Venturato.
La dura realtà riaffiora con una crudezza impressionante. Quasi quasi potremmo approntare una sceneggiatura di un nuovo “Che ne sarà di noi”. Possibile che questa Samb non abbia un Santo in paradiso che faccia il miracolo? Anche voi lassù in alto (santi e…papaveri ), SVEGLIAMECI !
Turetta non ha i piedi buoni e il suo tiro è sbilenco. La palla va, di un pelo, sul fondo. Chi è sopravvissuto all’attentato alle coronarie ha la possibilità di esplodere di gioia. Orsato dice che è finita. Finalmente la Samb torna a vincere al Riviera, ma quanta fatica. Ed infine è festa grande, roba da Domenica delle Palme nella Gerusalemme dell’anno 33.
Come al solito il secondo tempo è un calvario. La preparazione atletica non è ancora al meglio, lo stress settimanale si accumula inesorabilmente nelle gambe degli atleti. Purtroppo non serve turarsi le orecchie quando le vicende societarie vengono frullate dentro la centrifuga del turbinio delle chiacchiere e schizzano ovunque. Il primo caldo poi ha fatto il resto.
Il Pro Sesto ha ancora benzina nel motore e viaggia ad una velocità più elevata. Alla Samb non rimane che difendersi all’arma bianca. Tira fuori gli artigli e non cede di un passo. Anzi ha le migliori occasioni con Zanetti che a un passo dalla porta manca clamorosamente l’inzuccata, con Docente che viene cinturato quando è solo davanti a Giussani. Poi Orsato ci mette del suo, annullando un gol a Macaluso.
A metà della ripresa l’affaticamento della squadra è evidente. Voltattorni cambia Yantorno e Zanetti con Irace e Akassou. La Samb vacilla anche tatticamente. I buchi a centrocampo e in difesa diventano macroscopici, si va avanti con la grinta e la disperazione. Ma tutto sommato la baracca tiene. Il Pro Sesto non riesce a creare palle gol. Però al 78° il nuovo entrato Lazzaro s’infila in uno di questi buchi e di testa, solo davanti a Concetti, schiaccia la palla in rete. Dato che oggi la fortuna è dalla nostra parte, il portierone della Samb d’istinto salva di piedi.
Gli ultimi dieci minuti sono tutti di sofferenza. Anche se in dieci il Pro Sesto spinge sull’acceleratore e la Samb arranca, ma ringhia. I più esperti fanno trascorre i minuti facendo, con il pallone tra i piedi, la danza della bandierina. La relatività generale di Einstein sembra prendere corpo: più i battiti del cuore si avvicinano alla velocità della luce, più il tempo rallenta. Con il tempo al rallentatore possiamo veder divorato un gol da Angeletti che ci avrebbe liberato dall’incubo poi l’ultima scarica di adrenalina con Torretta. Il liberatorio triplice fischio di Orsato ci ricorda che gioire dopo l’ aver sofferto è bello.
Diamo orecchio alle radioline. Ci confermano che questa è proprio la nostra giornata fortunata. Perdono tutte le nostre rivali che lottano per evitare i play out, ad esclusione del sorprendente Giulianova.
Però scendendo giù per le gradinate della tribuna, come se si snocciolasse un rosario, non si sente che parlare di Soldini, Paterna, Mastellarini e imprenditori sambenedettesi latitanti. Poi qualcuno, masochisticamente , tira fuori Gaucci e pure, tanto per completare la giaculatoria, Venturato.
La dura realtà riaffiora con una crudezza impressionante. Quasi quasi potremmo approntare una sceneggiatura di un nuovo “Che ne sarà di noi”. Possibile che questa Samb non abbia un Santo in paradiso che faccia il miracolo? Anche voi lassù in alto (santi e…papaveri ), SVEGLIAMECI !
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09/04/2006
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