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Servizi comunali e modalità di gestione

Ascoli Piceno | Cari cittadini di San Benedetto del Tronto Andate a vedere queste materie: sociale, rifiuti, acqua, trasporti, cultura, manutenzioni.

di Luigi Meconi


Servizi comunali e modalità di gestione. “Di Di Ruscio: Asite Srl …è una strada obbligata”. Buondonno: “E’ vero che alcune società sono imposte dalla legge, ma … sono sfuggite al controllo del Consiglio Comunale..”.
Bene l’inizio di ripensamento di Buondonno, ma a me sembra che in tema di gestione dei servizi comunali, in particolare sulla obbligatorietà della trasformazione dei servizi in Srl o Spa, sbaglino entrambi.
Qui sotto cosa penso e l’appello di Napoli che manderei a Buondonno e a Di Ruscio.
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Cari cittadini di San Benedetto del Tronto (potrei dire anche cari amici di Fermo e di Ascoli Piceno; altri due Comuni con le elezioni. Ma anche da quelle parti non si è sentito nulla sul tema dei beni comuni... bella non è...)
Qui sotto un comunicato in difesa del bene comune acqua, rifiuti, e altro.
Nella vostra San Benedetto del Tronto, salvo per i distratti, il processo di privatizzazione dei servizi, e la trasformazione degli stessi in SPA o Srl, è tutt'altro che secondario.
Andate a vedere queste materie: sociale, rifiuti, acqua, trasporti, cultura, manutenzioni, ecc. sono state "liberalizzate" (la c.d. sinistra ama questa parola e fa credere che è altra cosa dal "privatizzare"; ma vorrei trovare un solo economista disposto a sostenere che dietro queste "liberalizzazioni" non c'è, in primo piano e al posto della persona, il mercato).
Provate a calcolare quanti "project financing" o "prust", sono progettati e in progettazione nella vostra San Benedetto del Tronto.
Scoprirete che la trasformazione del vostro Comune in holding, o in mercato, è tutt'altro che marginale.

Il Comune holding, cioè il comune che fa dei cittadini una merce, o un mercato, o come alcuni amano ripetere, dei clienti, è tutt'altro che roba da fantasia. Lo avete in casa. Peggio per i cittadini, ‘clienti’, di altri Comuni; cui non spettano neppure i ‘dividendi’; roba non da Medio Evo, ma da neo Feudalesimo.
Premesso questo, che cosa dicono i "Programmi amministrativi" dei 4 vostri candidati alle elezioni del prossimo 28-29 maggio in tema di "beni comuni"?
Ho chiesto i programmi a Paolo. Spero che me li dia. Ma a un primo colloquio mi ha risposto che su questo punto la cittadinanza non è preparata, non capirebbe.
Vero. Ma la sinistra dove è stata. E, dove sta?
Con il mercato. O con il cittadino? Toni Negri, direbbe la "moltitudine".
Sentendo Paolo risultava evidente che la risposta è: mercato.
Qui sotto una iniziativa per le Amministrative di Napoli.
C'è qualche democratico a San Benedetto del Tronto che crede ancora alla democrazia più che al mercato? Anche se le due cose non dovrebbero contrapporsi. Ma se il Comune di San Benedetto del Tronto è più holding che Comune, certo è che il mercato ha preso il suo sopravvento; come denuncia il candidato di Fermo Buondonno.
Nella distrazione di voi tutti?
Un saluto
Tra i firmatari dell’appello di Napoli ci sono Alex Zanotelli e Gerardo Marotta dell’Istituto di Studi Filosofici di Napoli.
14 maggio 2006 Luigi Meconi

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Pregiatissimi Presidenti e candidati vi invitiamo a pronunciarvi contro l'utilizzo delle s.p.a. (società per azioni) per la gestione dell'acqua e di tutti i servizzi ad essa connessi. Inoltre vi invitiamo a sollecitare una legislazione regionale e nazionale al fine di regolamentare il settore della gestione delle acque a favore di un controllo diretto del pubblico e contro ogni privatizzazione. In particolare vi chiediamo di sottoscrivere il documento sotto riportato.

Il documento è stato realizzato presso Palazzo Marigliano da uomini della società civile in difesa dell'acqua

Firma con nome e cognome (cittadino)


Proposte sul governo dell’acqua e dei servizi pubblici essenziali
Si invita i soggetti responsabili del governo dell’acqua ad assumere impegni chiari e trasparenti nei confronti della cittadinanza.
In particolare si chiede che:

la neo-eletta deputazione campana si faccia promotrice di una iniziativa legislativa che distingua il regime dei servizi pubblici locali sottoposti alla regola della concorrenza da quelli, quali ad esempio l’acqua e i rifiuti, strutturalmente non orientati al mercato, ricordando che questi ultimi, alla luce della riforma del Titolo V della Costituzione, rientrano tra le competenze esclusive regionali;
la neo-eletta deputazione campana si faccia promotrice di una iniziativa legislativa che, in linea con i più recenti orientamenti comunitari, consideri il principio della coesione economico-sociale quale un vero e proprio principio costituzionale, dal valore prescrittivo e non meramente programmatico, subordinando la regola della concorrenza a suddetto principio. Tale legge dovrà determinare i livelli essenziali relativi alle prestazioni concernenti i diritti sociali, disponendo che il diritto all’acqua sia garantito a tutti ad eguali condizioni su tutto il territorio;

la neo-eletta deputazione campana si faccia promotrice di una iniziativa legislativa che attui i principi costituzionali contenuti nell’art. 119 Cost., ovvero si batta, affinché venga approvata una legge dello Stato che istituisca un fondo perequativo senza vincoli di destinazione, per i territori con minor capacità fiscale, che comunque garantisca agli enti locali di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite; una legge che promuova la coesione e la solidarietà sociale, per favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona. In questa ottica occorre proporre testi legislativi che per garantire un livello uniforme di soddisfacimento del diritto all’acqua, prevedano in favore delle regioni più povere risorse aggiuntive ed interventi speciali.

il Consiglio e la giunta della Regione Campania si facciano promotori di una iniziativa legislativa che disciplini in ambito regionale i servizi pubblici essenziali non orientati al mercato. Tale legge, nel rispetto del regime delle competenze tra Stato e Regione, dovrà prevedere il regime pubblico del governo dell’acqua, sia dal punto di vista formale che sostanziale, attribuendo la gestione del servizio idrico integrato ad un ente pubblico. Dalla Campania deve partire una netta presa di distanza da modelli ibridi quali le società miste o le s.p.a. pubbliche che fisiologicamente sovrappongono interessi privati a interessi pubblici e sui quali il controllo da parte delle istituzioni pubbliche rischia di essere eluso. Alla Regione Campania chiediamo di studiare un modello di azienda municipalizzata in scala ATO, da attuare su tutto il territorio regionale e da proporre anche alle altre regioni.

il Consiglio e la Giunta della Regione Campania si facciano promotori di una iniziativa legislativa tesa a revocare la concessione a ENIACQUA s.p.a. e a ripubblicizzare l’intero sistema della grande adduzione.

il Comune di Napoli, in qualità di consorziato di maggioranza dell’ATO 2, adotti un regolamento nel quale esprima con chiarezza il proprio orientamento politico in favore della gestione interamente pubblica del servizio idrico integrato.

il Consiglio comunale di Napoli si impegni a modificare il proprio Statuto, inserendo una dichiarazione solenne che garantisca la dimensione pubblicistica per tutti i servizi pubblici locali essenziali non orientati al mercato.

i competenti organi dell’ATO 2 Napoli-Volturno si impegnino a convocare quanto prima l’assemblea dei Sindaci dell’Ato2, mettendo all’ordine del giorno l’immediata sostituzione dei vertici, che hanno dimostrato totale irresponsabilità ed inefficienza nel governo del servizio idrico integrato.

14/05/2006





        
  



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