Assunta Cassa, conosciamola meglio
San Benedetto del Tronto | PdCI, 41 anni, originaria pugliese, sambenedettese per scelta: dice di essersi innamorata della città quando ci veniva con amici universitari.
di Mimmo Minuto
Assunta Cassa
Assunta Cassa, PdCI, 41 anni, originaria pugliese, sambenedettese per scelta: dice di essersi innamorata della città quando ci veniva con amici universitari. E’ laureata in economia e commercio e lavora nel campo dei servizi alle imprese. Si occupa, come presidente di Euromediterranea, un’associazione di promozione sociale no profit, di sostenibilità, responsabilità sociale e accessibilità. Le sue passioni sono la cucina, i libri, la pittura e il moto turismo assieme a suo marito.
Cosa l’ha portata a candidarsi per le comunali di San Benedetto del Tronto?
Credo sia il proseguimento naturale del mio percorso lavorativo e del mio impegno con l’associazione di cui sono presidente. Mi occupo di responsabilità sociale e allora non ne potevo più della mancanza di responsabilità della passata amministrazione comunale. Così ho semplicemente pensato di poter mettere le mie competenze e la mia volontà al servizio della città Perché possa migliorare, perché possa tornare ad essere la città di cui mi innamorai una quindicina di anni fa. Del resto il fondamento del nostro programma è la responsabilità sociale come impegno pubblico e come impegno personale per la realizzazione degli obiettivi comuni.
Quali secondo lei possono essere tre priorità per San Benedetto del Tronto?
C’è così tanto da fare che è difficile parlare di tre priorità soltanto. Ormai è urgente tutto.E allora mi concentrei sulle politiche sociali, su sport e cultura e su turismo per rilanciare l’economia del territorio.
Famiglia, lavoro e sanità rappresentano l’ossatura di una politica di sostegno. Non deve essere assistenzialismo – non lo vogliono né i lavoratori né gli anziani, né tantomeno le donne – ma servizi rivolti alla persona per migliorare la vita delle persone. E sport e cultura c’entrano molto con la socialità: sono strumento di promozione individuale, rafforzano la coesione sociale e rappresentano un fattore di crescita civica e politica. E poi rafforzano l’identità della città e rilanciano il turismo e l’economia del territorio.
Si occupa di accessibilità: in pratica cos’è?
Beh, è semplice. E’ un problema che tutti abbiamo sotto gli occhi, ma nessuno pare accorgersene. La città è di tutti e tutti hanno diritto a viverla e a trovare in essa l’opportunità di realizzarsi e di progredire. Ma finchè ci saranno barriere, architettoniche ma anche culturali, burocratiche o politiche che siano, ci saranno i cittadini saranno divisi in gruppi di serie A e gruppi di serie B. Quelli che potranno approfittare della città ed altri che forse non potranno neanche fare una passeggiata sul lungomare: chi può camminare sulle proprie gambe e chi deve essere spinto su una seidie a ruote. Il grado di progresso di una società si misura anche dalla sua capacità di rispondere adeguatamente alle esigenze di tutti i cittadini, tutti, tutti, anche e a maggior ragione dei più deboli e svantaggiati. E’ una questione di giustizia sociale… ma tutti ce ne accorgiamo solo quando tocca da vicino noi o persone a noi care.
Perché votare per il centrosinistra e in particolare per i Comunisti Italiani
Perché il centrosinistra è da sempre attento ai problemi delle persone: il lavoro, la giustizia sociale, il progresso culturale. I Comunisti Italiani, in particolare incarnano con coerenza questi valori e cercano di avere un rapporto con le persone, ascoltandole e sostenendo i loro bisogni e i loro diritti.
L’ho visto chiaramente, per fare un esempio, stamattina. Ho fatto un giro di campagna elettorale al mercato. Molte donne andavano di fretta e non avevano tempo e voglia di prendere il mio volantino, né di parlare. Ma qualcuno vedeva il simbolo e leggeva il nome del partito e allora si fermava. Una signora molto anziana mi ha detto: “Mi piace vedervi in faccia e guardarvi negli occhi. Di voi mi fido”.
Cosa l’ha portata a candidarsi per le comunali di San Benedetto del Tronto?
Credo sia il proseguimento naturale del mio percorso lavorativo e del mio impegno con l’associazione di cui sono presidente. Mi occupo di responsabilità sociale e allora non ne potevo più della mancanza di responsabilità della passata amministrazione comunale. Così ho semplicemente pensato di poter mettere le mie competenze e la mia volontà al servizio della città Perché possa migliorare, perché possa tornare ad essere la città di cui mi innamorai una quindicina di anni fa. Del resto il fondamento del nostro programma è la responsabilità sociale come impegno pubblico e come impegno personale per la realizzazione degli obiettivi comuni.
Quali secondo lei possono essere tre priorità per San Benedetto del Tronto?
C’è così tanto da fare che è difficile parlare di tre priorità soltanto. Ormai è urgente tutto.E allora mi concentrei sulle politiche sociali, su sport e cultura e su turismo per rilanciare l’economia del territorio.
Famiglia, lavoro e sanità rappresentano l’ossatura di una politica di sostegno. Non deve essere assistenzialismo – non lo vogliono né i lavoratori né gli anziani, né tantomeno le donne – ma servizi rivolti alla persona per migliorare la vita delle persone. E sport e cultura c’entrano molto con la socialità: sono strumento di promozione individuale, rafforzano la coesione sociale e rappresentano un fattore di crescita civica e politica. E poi rafforzano l’identità della città e rilanciano il turismo e l’economia del territorio.
Si occupa di accessibilità: in pratica cos’è?
Beh, è semplice. E’ un problema che tutti abbiamo sotto gli occhi, ma nessuno pare accorgersene. La città è di tutti e tutti hanno diritto a viverla e a trovare in essa l’opportunità di realizzarsi e di progredire. Ma finchè ci saranno barriere, architettoniche ma anche culturali, burocratiche o politiche che siano, ci saranno i cittadini saranno divisi in gruppi di serie A e gruppi di serie B. Quelli che potranno approfittare della città ed altri che forse non potranno neanche fare una passeggiata sul lungomare: chi può camminare sulle proprie gambe e chi deve essere spinto su una seidie a ruote. Il grado di progresso di una società si misura anche dalla sua capacità di rispondere adeguatamente alle esigenze di tutti i cittadini, tutti, tutti, anche e a maggior ragione dei più deboli e svantaggiati. E’ una questione di giustizia sociale… ma tutti ce ne accorgiamo solo quando tocca da vicino noi o persone a noi care.
Perché votare per il centrosinistra e in particolare per i Comunisti Italiani
Perché il centrosinistra è da sempre attento ai problemi delle persone: il lavoro, la giustizia sociale, il progresso culturale. I Comunisti Italiani, in particolare incarnano con coerenza questi valori e cercano di avere un rapporto con le persone, ascoltandole e sostenendo i loro bisogni e i loro diritti.
L’ho visto chiaramente, per fare un esempio, stamattina. Ho fatto un giro di campagna elettorale al mercato. Molte donne andavano di fretta e non avevano tempo e voglia di prendere il mio volantino, né di parlare. Ma qualcuno vedeva il simbolo e leggeva il nome del partito e allora si fermava. Una signora molto anziana mi ha detto: “Mi piace vedervi in faccia e guardarvi negli occhi. Di voi mi fido”.
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23/05/2006
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