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Progetto “Tau” sbarca in Albania per campagna di scavi archeologici

| MACERATA - Il progetto, inserito nell’ambito del Programma comunitario di cooperazione allo sviluppo “Interreg III A”, è finanziato pure dal Ministero degli Affari esteri tra le missioni archeologiche italiane all’estero.

Il progetto regionale Teatri antichi uniti (“Tau”), che ha nel Comune di Urbisaglia un partner di riferimento e nella Provincia di Macerata uno dei principali sostenitori, “sbarca” in Albania con una campagna di scavi archeologici nella città romana di Hadrianopolis (“Sofratike”).

L’iniziativa nasce dalla sinergia fra il Dipartimento di Scienze archeologiche dell’università di Macerata, l’Istituto archeologico dell’Albania, l’Istituto dei monumenti culturali albanesi, la Regione di Gjirokastro e – appunto – la Regione Marche, la nostra Provincia e il Comune di Urbisaglia.

In pratica, dal 12 luglio all’8 agosto un gruppo di archeologi dell’ateneo maceratese, diretti dal prof. Gianfranco Paci, assieme a geologi del Dipartimento di Geomorfologia dell’università di Camerino e ad alcuni studiosi, sarà in missione nel sito della valle del Drino, in prossimità della moderna Gjirokastro, uno dei luoghi d’interesse culturale “patrimonio dell’Unesco”.

Il progetto, inserito nell’ambito del Programma comunitario di cooperazione allo sviluppo “Interreg III A”, è finanziato pure dal Ministero degli Affari esteri tra le missioni archeologiche italiane all’estero.
Hadrianopolis, città romana dell’Epiro, venne verosimilmente sommersa dalle alluvioni del fiume Drino. Oggi è visibile solo il teatro, riportato alla luce negli anni ’80. E qui, proprio grazie al progetto “Tau”, andrà in scena per la prima volta – il prossimo 2 agosto – uno spettacolo di teatro antico allestito dall’Amat. Sarà l’evento nell’evento, programmato per valorizzare Hadrianopolis e mettere a disposizione della comunità locale il suo teatro romano.

“La campagna di scavo sarà realizzata in collaborazione con l’Istituto archeologico albanese e con l’università di Gjirokastro”, spiega l’archeologo maceratese Roberto Perna, responsabile fra l’altro del Sistema museale della provincia di Macerata e coordinatore sul campo di questa missione. “Lo scopo – dice – è anche quello di promuovere scambi culturali con l’obiettivo di formare personale albanese specializzato nel settore archeologico e di sviluppare il settore turistico-culturale della valle del Drino. In quest’ottica, infatti, tre studenti albanesi stanno partecipando ora alla campagna di scavo nel sito romano di Urbs Salvia, diretta dalla professoressa Giovanna Maria Fabrini del Dipartimento di Scienze archeologiche dell’ateneo di Macerata”.

22/06/2006





        
  



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