Lattività dellAutorità di bacino del fiume Tronto nella seconda parte del convegno allauditorium
San Benedetto del Tronto | LAutorità di bacino è stata costituita nel 1991 grazie ad un accordo tra le Regioni Abruzzo, Lazio e Marche ed è operativa dal 1998. Oltre alle tre regioni citate, delle cui normative deve tener conto, coinvolge le competenze di quattro Province.

la seconda parte del convegno sul Tronto
È stata dedicata ad illustrare l’attività dell’Autorità di bacino del fiume Tronto, sia dal punto di vista normativo che pratico, la seconda parte del convegno, nel corso del pomeriggio, che si è svolto giovedì 13 luglio presso l’auditorium del Comune.
Vi hanno preso la parola il segretario generale dell’Autorità ing. Giancarlo Casini, e alcuni suoi collaboratori, come l’ing. Giampaolo Gabrielli, l’ing. Massimo Olivieri, l’ing. Sandra Spinozzi, l’ing. Franco Laganà.
L’Autorità di bacino è stata costituita nel 1991 grazie ad un accordo tra le Regioni Abruzzo, Lazio e Marche ed è operativa dal 1998. Oltre alle tre regioni citate, delle cui normative deve tener conto, coinvolge le competenze di quattro Province: Ascoli Piceno, Teramo, L’Aquila, Rieti. Si occupa tra le sue principali attività di conservazione e difesa del suolo, mantenimento e restituzione ai corpi idrici delle caratteristiche qualitative, tutela delle risorse idriche, tutela, valorizzazione e qualificazione ambientale.
Principale strumento normativo è la legge 183 del 1989 e successive integrazioni e modifiche, che individua nel “Piano di bacino” il documento complessivo riguardante l’intero bacino fluviale. Si tratta però di un documento di così complessa realizzazione, che le successive disposizioni ne hanno consentito la realizzazione per stralci.
Tra questi il Piano di assetto idrogeologico (Pai), che verrà definitivamente approvato entro il 2006, accogliendo ove possibile le osservazioni fatte dai vari soggetti interessati. Un successivo documento sarà il “Piano stralcio del piano di bacino. Acque superficiali e sotterranee”, preceduto da un “Bilancio idrico”.
Come il 70% del territorio nazionale, anche il bacino del Tronto è considerato ad elevato rischio idrogeologico, sia per la conformazione del terreno italiano e nella fattispecie di quello relativo al bacino del fiume, sia per il pesante intervento umano, specie nei fondo-valle e sugli argini dei fiumi, che sono stati ristretti nel corso degli anni.
Tra i principali interventi per la messa in sicurezza del Tronto si ricorderà certamente il progetto per i due nuovi ponti, stradale e ferroviario, sul fiume, al confine tra Marche e Abruzzo. Per il ponte stradale è stato pubblicato il bando di gara, per quello ferroviario è in fase di elaborazione il progetto esecutivo.
Vi hanno preso la parola il segretario generale dell’Autorità ing. Giancarlo Casini, e alcuni suoi collaboratori, come l’ing. Giampaolo Gabrielli, l’ing. Massimo Olivieri, l’ing. Sandra Spinozzi, l’ing. Franco Laganà.
L’Autorità di bacino è stata costituita nel 1991 grazie ad un accordo tra le Regioni Abruzzo, Lazio e Marche ed è operativa dal 1998. Oltre alle tre regioni citate, delle cui normative deve tener conto, coinvolge le competenze di quattro Province: Ascoli Piceno, Teramo, L’Aquila, Rieti. Si occupa tra le sue principali attività di conservazione e difesa del suolo, mantenimento e restituzione ai corpi idrici delle caratteristiche qualitative, tutela delle risorse idriche, tutela, valorizzazione e qualificazione ambientale.
Principale strumento normativo è la legge 183 del 1989 e successive integrazioni e modifiche, che individua nel “Piano di bacino” il documento complessivo riguardante l’intero bacino fluviale. Si tratta però di un documento di così complessa realizzazione, che le successive disposizioni ne hanno consentito la realizzazione per stralci.
Tra questi il Piano di assetto idrogeologico (Pai), che verrà definitivamente approvato entro il 2006, accogliendo ove possibile le osservazioni fatte dai vari soggetti interessati. Un successivo documento sarà il “Piano stralcio del piano di bacino. Acque superficiali e sotterranee”, preceduto da un “Bilancio idrico”.
Come il 70% del territorio nazionale, anche il bacino del Tronto è considerato ad elevato rischio idrogeologico, sia per la conformazione del terreno italiano e nella fattispecie di quello relativo al bacino del fiume, sia per il pesante intervento umano, specie nei fondo-valle e sugli argini dei fiumi, che sono stati ristretti nel corso degli anni.
Tra i principali interventi per la messa in sicurezza del Tronto si ricorderà certamente il progetto per i due nuovi ponti, stradale e ferroviario, sul fiume, al confine tra Marche e Abruzzo. Per il ponte stradale è stato pubblicato il bando di gara, per quello ferroviario è in fase di elaborazione il progetto esecutivo.
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14/07/2006
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