Presentata la carta della vegetazione per la rete ecologica regionale
| ANCONA - Amagliani: Sia la Carta della vegetazione che lo stesso Pear rispondono allesigenza di tutela del territorio e della biodiversità
“Il lavoro presentato questa mattina è un ulteriore passo avanti sulla strada della costruzione della Rete ecologica regionale”. Con queste parole l’assessore regionale all’Ambiente, Marco Amagliani, ha aperto il seminario di presentazione della Carta della vegetazione per la Rete ecologica regionale, organizzato ad Ancona, nella Aula Verde di Palazzo Leopardi, sede istituzionale della Regione Marche. Presenti ai saluti anche il rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Marco Pacetti, il direttore del Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università di Camerino, Carlo Renieri, e il professor Stefano Papa, preside della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università di Urbino: rappresentanti dei tre atenei marchigiani che hanno collaborato alla realizzazione della Carta.
“E’ da tempo – ha continuato Amagliani – che la Regione dedica il proprio tempo e risorse a questa materia. In questi tempi di ristrettezze economiche non è facile ottenere finanziamenti per studi di questo genere ma l’obiettivo è di estrema rilevanza: la conoscenza più approfondita del nostro territorio”.
La necessità da parte della Regione Marche di dotarsi di una Carta della vegetazione nasce a seguito del processo avviato per la definizione della Rete ecologica regionale, da cui si è evidenziata una carenza di strumenti cartografici di base in grado di descrivere un quadro conoscitivo, finora inesistente, relativo alle coperture vegetali su tutto il territorio regionale. A tale scopo è stata commissionata alle tre università regionali la redazione di una banca dati da cui è stato possibile ricavare alcune carte tematiche che sono il presupposto per la definizione della Rete ecologica e nel complesso rappresentano una base fondamentale per pianificare e progettare interventi in maniera più cosciente.
“Quando si parla di sviluppo sostenibile – dichiara Amagliani – occorre infatti scegliere modalità d’azione e luoghi adatti dove poter trasformare il territorio con il minor danno per l’ambiente”. La cartografia di cui si è dotata la Regione Marche è pertanto uno strumento a disposizione dell’intero apparato regionale in funzione delle scelte da operare ma costituisce anche un riferimento utile per tutti gli altri enti deputati al governo del territorio.
Per l’assessore Amagliani sia la Carta della vegetazione sia lo stesso Pear (Piano energetico ambientale regionale) rispondono all’esigenza di tutela del territorio e della biodiversità. “Noto invece – ha proseguito Amagliani – una grande contraddizione tra questo tipo di lavori e le spinte alla creazione da parte di privati di nuove centrali produttrici di energia elettrica. La realizzazione di queste ultime in vista del raggiungimento di una presunta autonomia energetica non è una strada percorribile. Vanno portate avanti le linee del Pear, che contempla la stessa autonomia ma con l’utilizzo di energie rinnovabili”.
Sulla stessa linea anche il rettore Marco Pacetti: “Il presupposto da cui parte l’iniziativa di creare nuove centrali di produzione di energia elettrica è totalmente falso. Investire in conoscenza è invece la cosa più proficua che si possa fare”.
E sempre sulla Carta della vegetazione insiste Amagliani: “Dobbiamo cercare di ampliare questo tipo di lavori introducendo in questo percorso anche i giovani: neolaureati e ricercatori.
Infine, sia Carlo Renieri dell’Università di Camerino, sia Stefano Papa dell’Università di Urbino, hanno ribadito l’interesse per questo genere di studi e hanno sottolineato il buon rapporto che ne è scaturito con gli enti locali e la Regione, capace quest’ultima di aggregare tre atenei in un unico progetto.
“E’ da tempo – ha continuato Amagliani – che la Regione dedica il proprio tempo e risorse a questa materia. In questi tempi di ristrettezze economiche non è facile ottenere finanziamenti per studi di questo genere ma l’obiettivo è di estrema rilevanza: la conoscenza più approfondita del nostro territorio”.
La necessità da parte della Regione Marche di dotarsi di una Carta della vegetazione nasce a seguito del processo avviato per la definizione della Rete ecologica regionale, da cui si è evidenziata una carenza di strumenti cartografici di base in grado di descrivere un quadro conoscitivo, finora inesistente, relativo alle coperture vegetali su tutto il territorio regionale. A tale scopo è stata commissionata alle tre università regionali la redazione di una banca dati da cui è stato possibile ricavare alcune carte tematiche che sono il presupposto per la definizione della Rete ecologica e nel complesso rappresentano una base fondamentale per pianificare e progettare interventi in maniera più cosciente.
“Quando si parla di sviluppo sostenibile – dichiara Amagliani – occorre infatti scegliere modalità d’azione e luoghi adatti dove poter trasformare il territorio con il minor danno per l’ambiente”. La cartografia di cui si è dotata la Regione Marche è pertanto uno strumento a disposizione dell’intero apparato regionale in funzione delle scelte da operare ma costituisce anche un riferimento utile per tutti gli altri enti deputati al governo del territorio.
Per l’assessore Amagliani sia la Carta della vegetazione sia lo stesso Pear (Piano energetico ambientale regionale) rispondono all’esigenza di tutela del territorio e della biodiversità. “Noto invece – ha proseguito Amagliani – una grande contraddizione tra questo tipo di lavori e le spinte alla creazione da parte di privati di nuove centrali produttrici di energia elettrica. La realizzazione di queste ultime in vista del raggiungimento di una presunta autonomia energetica non è una strada percorribile. Vanno portate avanti le linee del Pear, che contempla la stessa autonomia ma con l’utilizzo di energie rinnovabili”.
Sulla stessa linea anche il rettore Marco Pacetti: “Il presupposto da cui parte l’iniziativa di creare nuove centrali di produzione di energia elettrica è totalmente falso. Investire in conoscenza è invece la cosa più proficua che si possa fare”.
E sempre sulla Carta della vegetazione insiste Amagliani: “Dobbiamo cercare di ampliare questo tipo di lavori introducendo in questo percorso anche i giovani: neolaureati e ricercatori.
Infine, sia Carlo Renieri dell’Università di Camerino, sia Stefano Papa dell’Università di Urbino, hanno ribadito l’interesse per questo genere di studi e hanno sottolineato il buon rapporto che ne è scaturito con gli enti locali e la Regione, capace quest’ultima di aggregare tre atenei in un unico progetto.
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15/07/2006
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