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San Benedetto del Tronto | Una prospettiva diversa del recente Mondiale di Germania

di Alessandro Bruni

Ancora inebriati dalla vittoria dell’Italia? Siete ancora lì a gongolare con la foto di Cannavaro in piedi sul tavolo della premiazione? O con negli occhi la corsa di Grosso che fa no con il dito dopo il gol della semifinale?

Adesso vi proponiamo di rivivere il mondiale da una prospettiva diversa.

Trentadue squadre, sette “sponsor tecnici”.

Così è normalmente chiamato il marchio che fornisce l’abbigliamento alle nazionali, nonché alle squadre di club, per scendere in campo.

Un business di quelli che fanno girare la testa.

A guardar bene è stato un vero e proprio mondiale dentro il mondiale.

Solo che in palio non c’è e non c’era la coppa del mondo ma… il mondo, ovvero la possibilità di arrivare a raggiungere l’intero globo con il proprio marchio. Investire su una nazionale è per il marketing di un’azienda, in questo caso un marchio che solitamente produce articoli sportivi, “La Scommessa” per i prossimi quattro anni.

Ne sa qualcosa Jochen Zeitz, Ceo, cioè “patron”, della Puma, nonché neo campione del Mondo con L’Italia di Lippi.

Per intenderci era lo “sponsor tecnico” della nazionale di calcio italiana.

Tedesco, si narra (leggenda metropolitana vuole) che durante la semifinale abbia detto diplomaticamente: “vinca il migliore” e poi abbia aggiunto “cioè noi”, ma non si è mai capito a quale “noi” si riferisse. Fatto sta che lui il mondiale lo ha comunque vinto.

Jochen Zeitz in questi anni si è impegnato nel rilancio di un marchio, che è anche quello della nostra nazionale di calcio, azzardando in una serie di scelte, di immagine in ,modo particolare, che alla fine gli hanno dato ragione ed ha vinto, in questi mondiali, il suo personale terno al lotto.

Il “brand” (il marchio) della pantera nera, infatti, dopo l’affermazione ai mondiali prevede di incrementare le sue vendite del 40%!

Ne sanno qualcosa anche i marketing manager della nostra avversaria in finale, la Francia sponsorizzata “adidas”.

Già sponsor dell’intera manifestazione, hanno visto sfumare, prima la possibilità del derby a Berlino e poi si sono ritrovati con la gatta da pelare Zidane, che, nella finalissima, con il suo colpo di testa gli ha fatto fare una figura davvero poco carina.

Il vero grande sconfitto della manifestazione è stato invece il marchio americano che aveva puntato tutto sul Brasile.

Il famoso “baffo” con il nome che assomiglia a quello di una dea greca. Il suo miglior piazzamento: 4°; ma già nei quarti di finale era rimasto con solo due squadre: Brasile e Portogallo.

Per la nike, rimetterci qualche milione di euro in televisori LCD sarebbe stato l’affare del secolo!

Per rendervi ancora meglio l’idea pensate a questo: l’emblema del mondiale “Spagna 82” è stato “l’urlo di Tardelli”, quello di Germania 06, quasi sicuramente sarà, l’urlo di Grosso o nella semifinale o dopo il rigore decisivo.

Adesso giochiamo alla settimana enigmistica, qual è la differenza tra le due foto?

Semplice: nella prima non vi risalta nessun marchio in particolare, nella seconda un animaletto intento a balzare, color oro, proprio sotto lo stemma tricolore, vi farà incosciamente propendere per quel marchio più tosto che per un altro, nel momento del vostro acquisto.

Dite di no? Ne riparleremo magari tra qualche mese. Intanto possiamo divertirci insieme a vedere chi ha “sportivamente” vinto i mondiali, sempre però tra gli sponsor tecnici.

In queste righe delle brevi considerazioni, ma per gli amanti dei numeri trovate in allegato, tabelle statistiche e grafici completi, per divertirvi a spulciare il “mondiale grandi marchi”.

Lo ha vinto un po’ a sorpresa, come detto, un marchio out sider che non aveva puntato su grandi nazionali, Italia compresa.

Pero non lo ha vinto che nella classifica finale, infatti, considerando ogni partita conclusa al 90° per la prima fase e al 120° dagli ottavi in poi, si piazza al primo posto l’adidas, che totalizza 50 punti, seguita dalla “puma” a solo due punti di distanza e dalla “nike” che si piazza terza con 47 punti.

È vero però che la puma, in considerazione del maggior numero di “nazionali minori” sponsorizzate ha incassato il maggior numero di sconfitte: 20. Chi invece ne ha perse meno è stata l’umbro, che però aveva solo due nazionali.

È stata l’adidas a segnare il maggior numero di gol della manifestazione: 45 con una media di 1,61 gol a partita, che è anche la media più alta.

Buffo se pensate che il pallone della manifestazione lo hanno inventato loro.

Ne ha subiti di più la puma, 51 con una media di 1,61 gol a partita, mentre la media più alta la detiene la “joma” (sponsor del Costa Rica) con tre gol a partita.

Chi ha subito meno gol in assoluto è stata l’umbro con solo 0,67 gol subiti in media partita.

L’unico marchio italiano presente, la lotto con due squadre, ha segnato poco, 0,88 gol/media a partita e ne ha presi tanti, 2,13 gol/media per partita. In totale ha racimolato 7 punti giocando otto partite, una media salvezza, peggio di lei solo la marathon con 6 punti totali, ma aveva solo una squadra.

26/07/2006





        
  



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