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Piceno "formale" Vs Piceno "reale"

Maltignano | Riflessioni su spinte autonomistiche Val vibrata...e le Marche sono tutto un tumulto.

di Armando Falcioni*


Il giorno di Ferragosto ho avuto la fortuna di visitare, in maniera seria e con tanto di guida, la splendida fortezza di Civitella del Tronto. E colui che ci accompagnava, oltre a riferimenti storici ed a presentare quello splendido bastione come ricettacolo di eventi bellici di importanza straordinaria storica, con malcelato fastidio metteva in evidenza come un confine di stato, come lo era quello tra papato e regno delle due Sicilie, avesse di fatto diviso la cittadina di Civitella ad Ascoli Piceno.
In pratica, interpretando tra le righe, percepivo che costui si sentiva piceno di fatto ma formalmente teramano.

Ho ripensato a ciò leggendo di questo comitato “ in fieri” che starebbe nascendo in quel di Sant’Omero, nato dal malessere che vive la Val vibrata nei confronti della provincia teramana, considerata matrigna..

E contemporaneamente penso a questo moncherino di territorio come la nuova provincia di Ascoli Piceno che, d’istinto, si ha l’impressione rischi di divenire una terra di nessuno. Già la provincia unita veniva considerata a sud in senso metaforico, figuriamoci adesso dove l’atteggiamento pilatesco degli organi regionali, che avrebbero avuto più di un motivo per opporsi alla duplicazione di province, ha sancito di fatto che le Marche terminano al fiume Aso.

Ma mentre a nord esiste questo distacco, ed il solco tracciato da Fermo sulla Valdaso sarà difficilmente ricolmabile in tempi brevi, a sud troviamo quella linea che la storia ha sempre disegnato, come ricordava la mia guida della fortezza di Civitelle del Tronto, già quando al di qua del Tronto regnava il Papa e al di là imperava Franceschiello.

Insomma, dovesse rimanere questo “ status quo ante “ tra pochi anni questa sarà di fatto una provincia autonoma, nel senso deleterio della parola.

Ecco perché se era comunque inopportuno fomentare azioni di annessione al nord dell’Abruzzo ed all’oriente del Lazio, non possiamo rimanere inermi di fronte al fatto che ora l’occhio ce lo strizzano loro.. La Val vibrata, con i suoi 65.000 abitanti di fatto gravita sul nostro capoluogo per scuole, servizi, strade ,passione calcistica ed è impensabile che l’alveo del fiume Tronto rappresenti un invalicabile ostacolo. Per non dire di affinità culturali come vernacolo e costumi che ci ricondurrebbero più all’Abruzzo o se preferite loro a noi (basta recarsi ad Ancarano e verificare che pare stare ad Ascoli ).

E’ vero che le Marche sono tutto un tumulto. Basta guardare parte del Montefeltro che vuole passare sotto la provincia di Rimini, più vicina geograficamente e culturalmente. Ma senza pensare ad intempestivi aneliti di colonialismo o a reminiscenze prerisorgimentali, con revisioni di confine, che sarebbero traumatici soprattutto dal punto politico con lo stravolgimento dei collegi elettorali, iniziare ad ipotizzare un accorpamento di alcuni servizi sarebbero vantaggioso soprattutto per i nostro confinanti.

Partendo da alcuni enti chiave. Il Consorzio industriale del fiume Tronto, l’Associazione degli industriali, la Camera di Commercio, alcuni Istituti di credito, potrebbero essere promotori di competenze sovraprovinciali e regionali.

Pensate a politiche sindacali, come intelligentemente messo in evidenza da un segretario provinciale, alla depurazione comune, agli acquedotti industriali, a programmazioni turistiche comuni come Civitella del Tronto ,la Montagna dei Fiori ( il cui mancato sviluppo nasce proprio da questa promiscuità amministrativa) ed i Monti della Laga ed il litorale di Alba Adriatica legati ad itinerari con una visita ad Ascoli; o ancora a pianificare i futuri collegamenti con Roma ora che la A 24 è arrivata a Sant’Onofrio e presto sarà a Garrufo di Sant’Omero.

Fantasie ?Non crediamo e non ce lo auguriamo visto che è in gioco il destino del nuovo Piceno. Certo bisognerebbe partire con il piede giusto come lo ha fatto Fermo per sostenere la sua personalissima battaglia contro Ascoli.

Esiste un Piceno formale che è disegnato sulle cartine geografiche ed imposto da confini amministrativi. Ed un Piceno reale, o se vogliamo ideale, che è quello che ha già disegnata nostro Signore, creando quello splendido regalo della natura quale è la valle del fiume Tronto. In pratica lo stesso ambito della Autorità interregionale del fiume Tronto che da Amatrice comprende 47 comuni, più Valle Castellana ed il sud dell’Umbria che avrebbero diversi motivi per guardare verso Ascoli Piceno.

Forse abbiamo lavorato troppo con la mente per questo futuristica provincia picena o piceno- truentina- o truentino aprutina, se preferite. Certo che dobbiamo pensare ,rimarginata la ferita, non solo alle tradizioni secolari del nostro circondario che ci esaltano ma che ,talvolta, ci impiombano i piedi .

Certo che ignorare il fermento della Val vibrata ci farebbe tanto dar ragione a Cecco d’Ascoli ed alcuni suoi versi dell’Acerba: “…….. E’ più facile che la Montagna dei Fiori scenda a valle che …. Etc etc…”

*Sindaco di Maltignano

21/08/2006





        
  



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