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Castelli interroga la Regione sul decreto caccia

Ascoli Piceno | Secondo l'esponente di AN la Provincia minimizza gli effetti del D.L. 251/06 sui cacciatori piceni e presenta una mozione in Regione per l’annullamento del decreto governativo.

di Guido Castelli *

GuidoCastelli Consigliere Regionale AN


Il decreto legge n.251 emanato dal governo lo scorso 16 agosto sotto la spinta della lobby ambientalista non si limita solo a limitare drasticamente l’esercizio dell’attività venatoria nel suo complesso ma infligge, specificatamente, un colpo mortale alla possibilità di cacciare nel territorio di Ascoli. Un territorio che già “paga” la presenza di ben due parchi nazionali e che ora con le nuove limitazioni che riguardano le aree del Monte Ascensione e della Montagna dei Fiori (nella parte già non sottratta al prelievo venatorio) potrà essere di fatto considerato “off limits” per la caccia.

Un attività, è bene ricordarlo, per il cui esercizio Stato e Regioni incassano fior di tasse dai cacciatori i quali, poi, a 2 settimane dall’apertura della stagione si vedono compromessa la possibilità di assecondare la propria legittima passione. L’Amministrazione Provinciale (rosso-verde) di Ascoli Piceno ha recentemente diramato un comunicato con il quale cerca di minimizzare l’impatto del decreto fornendo spiegazioni ad un mondo venatorio che definisce (eufemisticamente) “disorientato”.

Gli effetti del decreto, al contrario, sono impressionanti. Il divieto della caccia in deroga per quanto riguarda taccola, storno e passero, in particolare, produrrà conseguenze che si ribalteranno (paradossalmente) sugli stessi cacciatori. Mi riferisco ai danni alle colture biologiche prodotti, anche e soprattutto, dalle suddette specie animali che vengono poi risarciti dagli Ambiti Territoriali di Caccia finanziati con i soldi dei cacciatori.

La Regione Marche, al di là della timida azione annunciata dal Consigliere Rocchi per quel che riguarda lo storno, ha l’obbligo di promuovere una dura opposizione al Decreto 251 siglato dal duo Prodi-Pecoraro Scanio. Un decreto che limita inaccettabilmente l’autonomia regionale, ne sconvolge la programmazione e che, ripeto, produce effetti molto diversi nell’ambito delle province marchigiane.

Ho predisposto una mozione tesa a sollecitare la Giunta Regionale non solo all’esercizio della (residua) facoltà di deroga, ma anche ad impugnare di fronte alla Corte Costituzionale un provvedimento che contrasta con la nostra Carta Suprema. Contestualmente ho anche chiesto che vengano riperimetrate le Zone di Protezione speciale della Provincia di Ascoli Piceno, con particolare riferimento all’Ascensione e alla Montagna dei Fiori così da far coincidere il loro ambito con la porzione di territorio già attualmente inibito alla caccia. Analoga richiesta verrà presentata in Provincia da parte del gruppo di Alleanza Nazionale.

* Consigliere Regionale AN

26/08/2006





        
  



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