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La proposta di istituire il registro delle unioni civili è un atto strumentale contro il Parroco

Castel di Lama | È assolutamente diseducativo se non pericoloso per la crescita armonica di un minore e il suo equilibrio futuro, l’affidamento e/o l’adozione a coppie gay”.

di Paride Travaglini

“Caro Giovanni Albanesi, segretario del Circolo comunista “La Poderosa”, non ce ne volere – hanno dichiarato gli esponenti della Democrazia Cristiana per le Autonomie di Castel di Lama -, ma sulle unioni civili, purtroppo per te, per corretta informazione anche verso i simpatizzanti del tuo partito, nonché per dovere di cronaca, “la linea sottoscritta da tutti i leader della coalizione di centrosinistra nel programma di governo redatto dall’attuale Esecutivo”, sull’“opportunità morale” di istituire il registro amministrativo per equiparare le coppie regolarmente sposate alle unioni di fatto in materia di agevolazioni sanitarie e possibilità di accesso alla prima casa” è tutt’altro che univoca.

La proposta di istituire il registro amministrativo delle unioni civili, lanciata in Consiglio comunale dall’esponente dell’opposizione Gianluca Re è un atto politico assolutamente strumentale come strumentale è la sua accusa rivolta al Parroco di Castel di Lama, Don Nazzareno Gaspari, di ingerenze per bloccare le procedure per l’attuazione dei “registri delle unioni civili” del Municipio Lamense”.

“Perché – hanno proseguito gli esponenti della Dc – nei vari interventi “di alcuni tra i più autorevoli esponenti del movimento politico locale” nessuno ha riferito la posizione di Prodi, ovvero il leader dell’Esecutivo? La verità è che sui Pacs e sulla regolamentazione delle unioni di fatto, Prodi ha in tempi non sospetti e più volte ribadito di non aver mai voluto parlare né di matrimonio né di adozione. Citando testualmente il Presidente del Consiglio: “Non confondo la famiglia ed il suo fondamento, e cioè il matrimonio, con la necessità di risolvere queste situazioni. Non chiamiamolo Pacs, l'abbiamo chiamato così in funzione di ciò che è stato fatto in Francia. Il problema comunque resta ed è quello di dare soluzione ai problemi di queste unioni”.

“Poi come la mettiamo con l’Udeur con il leader Clemente Mastella che a Rimini al Meeting di Cl ha testualmente dichiarato: “In ordine a fatti che richiamano valori, come i Pacs, non può essere posta di mezzo la questione programmatica". E' questo il criterio con cui andrebbe discussa in Parlamento un'eventuale proposta di legge sui Pacs. E' indubbio che noi voteremmo a sfavore”.

Ben più chiara è la posizione della Dc enunciata dal nostro segretario nazionale, Gianfranco Rotondi: “Le unioni di fatto come le cellule staminali e la fecondazione assistita sono una griglia di temi che merita la costituzione di una commissione parlamentare speciale una volta tanto utile, visto che se ne fanno tante per temi inutili. Sarebbe il luogo ideale, anche alle luce della decisione adottata dalla Ue per discutere serenamente e senza steccati tra laici e cattolici. Vista la piega che stanno prendendo le tematiche su etica e scienza, e' opportuno approdare a questa soluzione”.

“In ultimo – hanno aggiunto i Democristiani di Castel di Lama -, ma non certo in ordine d’importanza, l’“Appello per la difesa ed il sostegno della famiglia” del nostro segretario provinciale, nonché capogruppo in Provincia, Raffaele Tassotti, che ha ricordato come “Benedetto XVI, Pontefice della Chiesa Cattolica è intervenuto sul tema della famiglia fondata sul vincolo del matrimonio, considerata “patrimonio dell’umanità, cellula vitale e pilastro della società”.

Anche il precedente Pontefice Giovanni Paolo II, nella Familiaris Consortio asserisce che “l’avvenire dell’umanità passa attraverso la famiglia”. L’attuale Pontefice, inoltre, vuole “stimolare i politici e i legislatori a salvaguardare i diritti della famiglia” in un momento storico in cui si stanno accreditando “soluzioni giuridiche per le cosiddette coppie di fatto che, pur rifiutando gli obblighi del matrimonio pretendono di goderne i diritti equivalenti. A volte, inoltre, si vuole addirittura giungere ad una nuova definizione del matrimonio per legalizzare unioni omosessuali, attribuendo ad esse anche il diritto all’adozione di figli”.

Il Sommo Pontefice non si rivolge ad una classe politica definita, ma a tutti coloro che, nel mondo, sono preposti alla gestione della cosa pubblica. Nel nostro paese è in atto un dibattito alimentato da posizioni contrapposte ed è opportuno che ogni istituzione democraticamente eletta dia il proprio contributo di pensiero, di testimonianza dei valori naturali ed universali, di proposte. Ritengo quindi che la sacralità della famiglia fondata sul vincolo del matrimonio sia la pietra angolare su cui si basa la comunità umana e, pur nel doveroso rispetto di situazioni diverse e umanamente comprensibili, non esistono altri tipi di famiglia.

Non è possibile equiparare a famiglia unioni di fatto e, tanto meno, le unioni omosessuali. È assolutamente diseducativo se non pericoloso per la crescita armonica di un minore e il suo equilibrio futuro, l’affidamento e/o l’adozione a coppie gay”.

30/08/2006





        
  



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