Energia da biomasse, si va verso unintesa
Ascoli Piceno | Prende il via domani il percorso di condivisione e partecipazione dei soggetti interessati allipotesi di filiera agroenergetica ecocompatibile ed ecosostenibile.
La crisi provinciale della produzione agricola, ulteriormente aggravata dalle riforme europee in atto sia della politica agricola comunitaria (PAC) sia del settore saccarifero (con le note, pesanti limitazioni imposte alla produzione di zucchero), deve costituire uno stimolo alla riprogettazione della impresa agricola che va incoraggiata a ristrutturarsi verso la multifunzionalità: su queste basi si sta da tempo muovendo l’Amministrazione provinciale che punta, in particolare, a coinvolgere gli attori locali dell’agricoltura, del sindacato (e, più in generale, della filiera agroenergetica) e le istituzioni per mettere a punto un progetto di sviluppo di filiere agricole “non food” a fini energetici.
E’ per questo che domani, 19 settembre, l’assessore all’Agricoltura ed Attività produttive Avelio Marini e il presidente Massimo Rossi avvieranno formalmente un percorso di condivisione e partecipazione dei soggetti interessati all’ipotesi di filiera agroenergetica ecocompatibile ed ecosostenibile. Obiettivo principale dell’incontro, valutare una bozza di protocollo d’intesa per definire obiettivi, metodi e tempi di questo cammino, in attesa di entrare nel vivo dell’argomento in sede di Conferenza provinciale delle Autonomie, già indetta per il prossimo 21 settembre, quando saranno coinvolte le amministrazioni locali..
Si entra così nel concreto dopo la pubblicazione dei risultati dello studio di fattibilità delle filiere agro-energetiche nella provincia di Ascoli Piceno predisposto dall’Università Politecnica delle Marche - Dipartimento di Scienze Applicate ai Sistemi Complessi, diretto dal prof. Giovanni Riva su incarico della Provincia, che fornisce indicazioni incoraggianti su questa strada. L’analisi avverte che l’operazione avrà successo se questo passaggio, delicato e decisivo, verso nuove forme di produzione del reddito per l’impresa agricola e, più in generale, per la tutela dell’occupazione sul territorio sarà compresa e condivisa dagli attori locali dei vari settori coinvolti. Basti pensare al destino di circa 15.000 ettari di terreni del territorio provinciale, ora in larga parte coltivati a barbabietole, che necessitano ineludibilmente di una riconversione produttiva, per comprendere l’importanza della posta in palio, rafforzata dalla possibilità di immettere nel circuito della produzione energetica il biogas da reflui zootecnici, pellets ed altro.
La fattibilità di microproduzioni a rete nel campo agroenergetico che il modello propone va quindi calata nella concretezza del territorio per meglio definire qualità, quantità e destinatari della produzione di energia da fonti naturali rinnovabili. Chi produrrà energia? Quanta? Con che cosa? Per chi? Sono i quesiti fondamentali a cui il protocollo dovrà dare risposta, contribuendo ad organizzare sul territorio specifiche filiere in grado di rispettare le caratteristiche agronomiche locali. Solo così il territorio della provincia di Ascoli potrà veder trasformata e rilanciata una rilevante parte del suo comparto agricolo e contribuire al raggiungimento degli obiettivi previsti dal Libro Bianco sull’Energia della Commissione Europea che prevede che il contributo delle biomasse di produzione agricola al fabbisogno energetico dei 25 Paesi membri dovrà passare da 88 milioni di TEP (tonnellate equivalenti di petrolio) del 2000 ai 188 milioni di TEP del 2010 (Fonte: ENEA 2005).
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18/09/2006
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Kevin Gjergji