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Sviluppo policentrico sostenibile

| ANCONA - Del progetto europeo “Poly.dev” discutono gli assessori Pistelli e Petrini

“L’iniziativa di oggi è un contributo importante per definire, in un’ottica ampia, le politiche di riordino del territorio”, questo il commento dell’assessore regionale alle infrastrutture Loredana Pistelli in apertura del seminario sul progetto europeo “Poly.Dev” che si è svolto in mattinata in Regione. E’ stato un primo tavolo di animazione territoriale con l’obiettivo di orientare le politiche di sviluppo sostenibile sul modello europeo.

Organizzato dalla Regione Marche in collaborazione con Sviluppo Marche e Università Politecnica delle Marche, il progetto che mira a sensibilizzare sulle opportunità derivanti dallo sviluppo locale sostenibile coerentemente con i principi dello sviluppo policentrico. “E’ un momento prezioso di discussione e analisi della gestione del territorio - ha aggiunto Pistelli – specie in momenti di difficoltà come questi, dopo i gravi eventi atmosferici, è necessario rivedere gli strumenti di gestione del territorio, ripensare all’organizzazione delle città e i piani urbanistici. Occorre quindi acquisire conoscenze e cogliere più elementi possibile confrontandoci con le altre istituzioni, secondo le buone pratiche europee, per intervenire tempestivamente e puntualmente”.

Il progetto “PolyDev”, che vede coinvolti insieme alla Regione Marche, la Regione Veneto e altri enti e agenzie di sviluppo di Slovenia, Slovacchia, Grecia, Bulgaria – si fonda su un modello che punta a evitare l’irrazionale espansione degli insediamenti urbani e produttivi. Perché l’urbanizzazione irrazionale provoca marginalizzazione delle aree periferiche, disparità di accesso alle infrastrutture e costi in termini di degrado sociale e ambientale come inquinamento dell’aria, dissesto idrogeologico e perdita della biodiversità.
I dati statistici, illustrati dal professor Calafati dell’Università Politecnica delle Marche, dipartimento di Economia, confermano che gran parte della popolazione vive concentrata in pochi centri urbani dove però sussistono le principali criticità sociali e ambientali. Nelle Marche queste aree si configurano come aree urbane funzionali, cioè gruppi contigui di comuni, dove vive circa il 70% della popolazione regionale e il 74% degli occupati, mentre rappresentano solo il 36% del territorio.

“I poli urbani delle Marche non sono i Comuni, bensì i sistemi locali che si sono formati come conseguenza della rio-organizzazione territoriale degli ultimi cinquant’anni - ha detto Calafati che ha suggerito: occorre studiare il territorio in termini di sistemi locali”. Quindi, ha aggiunto l’assessore regionale all’agricoltura, Paolo Petrini, nel suo intervento “occorre orientare le risorse che sono limitate, definire le priorità per gli interventi sul territorio con piani strategici e progetti integrati condivisi tra enti locali e secondo modelli europei”, un plauso dunque al progetto Poly.Dev. “Le Marche, nella loro identità di tradizione e innovazione, vivono molte contraddizioni territoriali, a cui dobbiamo rispondere con la coesione e la cooperazione tra Comuni, che spesso si contrappongono, per risolvere i problemi. La Regione agisce nell’ottica di integrare gli strumenti, in questa direzione anche il Piano di Sviluppo Rurale”.

E’ la stessa politica di coesione europea 2007-2013 che mira a sostenere lo sviluppo di strategie partecipative, integrate e sostenibili in modo tale da far fronte all’elevata concentrazione di problemi economici, ambientali e sociali che colpiscono le aree urbane. Un tema centrale per le future opportunità di finanziamento europeo che coinvolge enti locali, ordini professionali, università, professionisti, associazioni di categoria e associazioni ambientaliste.

22/09/2006





        
  



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