«Due importanti ricorrenze coincidono quest’anno sabato 23 settembre per alcune comunità presenti a San Benedetto e in Italia: il capodanno ebraico, ovvero l’inizio dell’anno 5767 di quel calendario; l’inizio del mese del ramadan per i musulmani.

Rivolgo i miei auguri ad entrambe le comunità, di un sereno inizio. Auguro a loro e a tutti, in Italia e nel mondo, di avere rapporti più distesi, di superare ogni conflitto e in particolare di raggiungere migliori rapporti sociali, anche in quelle città d’Italia in cui sono sorti problemi, molto spesso dovuti alle stesse cause di disagio sociale di cui soffrono gli italiani: condizioni di vita degradate, ambienti cittadini duri per la mancanza di lavoro, e altre più o meno sedimentate nel tempo.

In generale sappiamo comunque che i rapporti tra gli italiani e le comunità di immigrati sono buoni. È così anche a San Benedetto, dove il 4% circa della popolazione è costituita da stranieri, che non abbiamo mai considerato tali. La prima comunità, numericamente, è quella albanese, seguita dalle comunità di alcuni paesi nordi-africani, come Marocco e Tunisia. L’integrazione è elevata nella maggioranza dei casi. Molti immigrati tunisini, per esempio, operano oggi nel settore della pesca, uno dei principali ambiti economici cittadini.

La nostra città accoglie da sempre e con generosità persone venute da altri luoghi: da città e regioni vicine nel secondo dopoguerra, da paesi lontani in anni più recenti. A tutti ha sempre offerto un’opportunità, grazie alla grande vivacità economica e non dimenticando gli anni in cui difficoltà anche drammatiche colpivano noi stessi, che oggi non fuggiamo più, ma anzi accogliamo chi cerca migliori condizioni di vita.

A San Benedetto è attiva già da alcuni anni la Consulta per gli stranieri, attualmente presieduta dal tunisino Zouhair Ben Hamed. Ed è iniziato l’iter per arrivare all’elezione di un consigliere comunale aggiunto, in rappresentanza degli immigrati.

L’inizio del mese del ramadan e il capodanno ebraico sono momenti adatti per apprezzare il livello di integrazione raggiunto nella nostra città. Ma è anche un’occasione per guardare ai problemi del mondo, al conflitto senza fine in Medio Oriente, al dialogo da stabilire o da tenere sempre vivo tra le religioni. Lunedì prossimo il Papa Benedetto XVI riceverà gli ambasciatori dei principali paesi musulmani, ed è una buona notizia per la distensione, rispetto alle polemiche dei giorni precedenti.

Le buone notizie, d’altra parte, assumono a volte un carattere esemplare. Il nostro pensiero va al 27 ottobre 1986, quando si svolse ad Assisi il primo incontro di preghiera tra i rappresentanti di tutte le religioni, voluto da Papa Giovanni Paolo II. Una data del presente cui oggi dobbiamo guardare come ad un punto di riferimento. La pace nel mondo va costruita dal basso, dalle piccole comunità, dall’atteggiamento mentale di ognuno, che genera atti di solidarietà come quello dei fratelli Grossi nostri concittadini al largo di Lampedusa, fino ai rapporti tra Stati.

San Benedetto ha aderito recentemente al Coordinamento nazionale degli Enti locali per la pace. La nostra città prosegua la sua tradizione di apertura al mondo. L’inizio del ramadan e il capodanno ebraico sono un’occasione per coltivare la pace, premessa indispensabile per un benessere che è di tutti e di ognuno. Auguri di nuovo alle comunità musulmane ed ebraiche».

*Sindaco di San Benedetto