Paese Alto. Interviene il Pai Regionale ?
San Benedetto del Tronto | Per l'Autorità di Bacino Regionale ci sono i presupposti per chiedere una perimetrazione della zona. Ma, insieme agli interventi finanziati dalla Regione, scatterebbero le restrizioni edili, sulla stregua di quelle in atto per Porto D'Ascoli.
Un momento del sopralluogo al Paese Alto
Dopo le allarmate e ripetute segnalazioni da parte degli abitanti del Paese Alto riguardante la situazione del sottosuolo nella mattinata di lunedì una delegazione di tecnici e rappresentanti della Amministrazione si è recata sul luogo per le verifiche del caso. Ne facevano parte il Sindaco Giovanni Gaspari, l’Assessore all’Ambiente Paolo Canducci, il Direttore del Reparto Servizi Ambientali Cesare Bonfigli, quello per l’Assetto del Territorio Marco Cicchi, e quello dell’Autorità di Bacino Regionale Eleuteri.
La visita aveva lo scopo di verificare se esistono gli estremi per effettuare una perimetrazione del territorio onde poter rientrare nelle sovvenzioni previste dal Pai Regionale per interventi tesi alla salvaguardia del territorio. Come si sa l’intero quartiere è una specie di gruviera rappresentata da una moltitudine di cunicoli di diversa lunghezza alcuni dei quali di interesse archeologico in quanto risalenti a diversi secoli fa. Anche se fino ad ora non ci sono stati frane rilevanti tuttavia alcuni smottamenti hanno fatto venire a più di un abitante il sospetto che qualcosa stia cedendo.
Le modalità di intervento sono molteplici e complesse in quanto si deve tener conto della natura delle possibili frane, dell’ubicazione, della pericolosità, dell’incidenza sulle zone limitrofe e in alcuni casi della preservazione dei cunicoli o camminamenti sotterranei, se di interesse storico. Ad una prima valutazione sommaria l’importo si aggira sui 4 milioni di euro, somma che attualmente non è certo alla portata del Comune. Ecco quindi la possibilità di far rientrare il caso nella lista degli interventi dell’Autorità di Bacino Regionale (da non confondere con quella Provinciale che si occupa del Tronto).
Una volta appurata la necessità di attuare una perimetrazione dell’area ( ovvero il riconoscimento di uno stato di pericolo)scattano di conseguenza tutta una serie di limitazioni con diversi gradi di restrizioni “R4” o “P4” sulla stregua di quelle in atto nella zona di Porto d’Ascoli (“E4”) e che riguardano le edificabilità ex-novo, la ristrutturazione o gli innalzamenti degli indici volumetrici. :”Occorre pertanto un attento e particolareggiato studio di quel che si intende fare – precisa Gaspari – per poter redigere un piano di intervento immediato che si integri nella approvazione di perimetrare la zona e quindi., di fatto, rendano le restrizioni di legge come puro atto formale”.
Secondo il tecnico Eleuteri, rappresentante dell’Autorità di Bacino Regionale, ci sono le condizioni di rischio per avviare, tenendo presente l’articolo 19 del Pai Regionale, la perimetrazione del territorio interessato. Ma, come primo atto concreto, i tecnici del Comune daranno inizio ad uno studio a 360 gradi per vedere se, oltre al fatto di essere cavo, non ci siano altri fattori che di recente hanno provocato gli smottamenti e le frane di diversa entità. Ad esempio potrebbe verificarsi che parte della sabbia compressa sulla quale risiede la maggior parte dell’edificato sia stata erosa da infiltrazioni acquifere dovute a perdite provenienti dalla rete fognaria o dagli allacciamenti.
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25/09/2006
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