Basta polemiche. Riflettiamo serenamente sugli ATO ( e su tutto il resto)
Ascoli Piceno | La proposta della Regione Marche è sul solco giusto.
di Massimo Rossi*
Pur volendo evitare di essere coinvolto in una delle tante polemiche attivate quotidianamente dal Sindaco di Fermo, il mio ruolo nell’Unione delle Province Italiane mi impone di intervenire sui temi della razionalizzazione della macchina amministrativa locale e delle modalità di gestione delle funzioni sovracomunali, richiamati dal dibattito in corso sulla riorganizzazione regionale degli ATO delle acque.
Tale materia, che sarà certamente oggetto di rivisitazione nel nuovo “Codice delle Autonomie” in fase di gestazione a livello nazionale, è troppo seria per il futuro delle comunità locali e dell’intero Paese per finire nel tritacarne della poco edificante pantomima dal titolo “Di Ruscio e la sua Fermo contro tutti” che caratterizza da troppo tempo le vicende locali.
Nei giorni scorsi il Presidente dell’ANCI Leonardo Domenici intervenendo all’assemblea nazionale dei piccoli comuni ha dichiarato che “…tra Associazioni, ATO, Comunità, Bacini… i sindaci stanno impazzendo!”. Intendeva riferirsi alla proliferazioni di enti e consorzi con personalità giuridica proliferati per governare beni e servizi di interesse generale, che non hanno nulla a che vedere con società ed aziende di gestione del tipo Tennacola, CIIP, Picenambiente, ecc. e che si moltiplicano al di fuori dei livelli di governo definiti e rafforzati dal titolo V° della Costituzione: Comuni, Province, Regioni, Stato.
Il nodo ineludibile per ragioni di razionalità, economicità e democraticità del sistema è quello dell’utilità o meno delle Province (che qualcuno, come Montezemolo, nel dibattito agostano ha addirittura proposto di sciogliere!!!) e la loro idoneità a governare, i servizi di area vasta.
Personalmente ritengo, in buona compagnia tra gli altri del Presidente Napolitano, del Ministri Amato e Lanzillotta, che le province vadano rafforzate ed, anche attraverso modalità di governance allargata ai sindaci (in forma “leggera” di convenzione), debbano occuparsi di tutte quelle materie che in un’ottica di sussidiarietà non possono vedere il singolo Comune fare da solo.
Peraltro, organismi come le Autorità d’ambito non svolgono funzioni operative e gestionali minute e quotidiane, tali da giustificare specifiche e spesso costose strutture amministrative e tecniche autonome. Si pensi a questo riguardo che tranne l’ATO 4, che costa circa 190.000 euro l’anno, tutte le altre ATO marchigiane tra le quali quella che contiene Fermo (ATO5) con un esercito di un centinaio tra consiglieri di amministrazione, revisori dei conti, tecnici, amministrativi e consulenti vari costano più di cinque miliardi di vecchie lire ogni anno. Somme che si scarico, all’insaputa dei cittadini, nelle nostre bollette dell’acqua.
A me sembra pertanto che la proposta della Regione Marche, come ha già affermato la Presidente della Commissione Ambiente Regionale Rosalba Ortensi, sia sul solco giusto. Innanzitutto perché salvaguarda la gestione pubblica dei servizi. In secondo luogo perché razionalizzando, rispetta il ruolo dei Comuni che oltre a restare sovrani, possono in alternativa alle Province, veder incardinate le strutture tecniche e amministrative degli ATO su uno di essi (capofila). Mi risulta peraltro che si intenda valutare l’integrazione tra gli ATO delle acque e quelli dei rifiuti tentando una loro possibile perimetrazione corrispondete quella delle Province, dando ovviamente la possibilità alle stesse ATO di avvalersi di una pluralità di soggetti gestori corrispondenti ai sistemi idrici esistenti.
Il tutto peraltro, contrariamente da quanto si è affermato nella foga della polemica, sta avvenendo con il coinvolgimento delle Associazioni delle autonomie che sin dalla passata legislatura regionale hanno contribuito all’evoluzione del testo normativo in itinere.
…E allora perché tanto isterico e strumentale baccano proprio da alcuni settori politici dell’area fermana, nella quale tanto si è investito su un ente come la Provincia da rivendicarne uno proprio?!?
Non è il caso di superare la campagna elettorale, abbandonare deliri di onnipotenza e tentare una maggiore coesione ed una serena collaborazione nell’interesse dei cittadini?
*Presidente della Provincia
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25/09/2006
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