Con Veltroni, alla scoperta dell'alba
San Benedetto del Tronto | Presentato ieri in Sala Consiliare il primo romanzo del Sindaco di Roma: "Il mio libro è un inno contro legoismo ed il cinismo"
di Marco Braccetti
Walter Veltroni intento ad autografare il suo libro
Polverizzati tutti i libri in vendita nella Sala Consiliare. L’incontro di ieri pomeriggio con Walter Veltroni, cimentatosi per la prima volta nella scrittura di un romanzo, è stato la degna conclusione di un ciclo di presentazioni letterarie che ha portato a San Benedetto grandi nomi del giornalismo e della narrativa.
Tutta esaurita la sala, presenti le maggiori autorità politiche e militari del territorio, molte persone sono rimaste in piedi pur di non perdersi l’evento. Il tempo tiranno non ha permesso ai convenuti di porre domande, il Sindaco di Roma era atteso per le 18: 00 a Pesaro per la Festa Nazionale dell’Unità; ma i quesiti postigli dal giornalista del Messaggero Patrizio Patrizi, volti ad approfondire le tematiche de “La scoperta dell’alba” hanno stimolato Veltroni, portandolo a discutere di argomenti toccanti e personali, come la sua infanzia di orfano, l’ex ministro ha perduto il padre quando aveva solo un anno, ma anche del suo punto di vista sulla storia recente del nostro paese e del rapporto tra uomo e società.
Il primo a prendere la parola è il Sindaco di San Benedetto, Giovanni Gaspari: “Ho l’onore di dare il benvenuto a Veltroni, lo aspettavamo da molto tempo, e lo ringrazio per la sua visita a nome di tutta la città. Ho avuto la fortuna di leggere in anticipo il libro in questione, ed è un bel libro, che tocca alcuni aspetti importantissimi. Un volo in punta di penna su anni difficili, per l’Italia ed anche per il nostro territorio. San benedetto ha chiuso gli occhi sui tragici fatti degli anni settanta, non abbiamo ancora avuto il coraggio di analizzare e di rielaborare gli accadimenti di quel periodo. Questo libro più essere uno stimolo per iniziare a farlo.”
La scoperta dell’alba, edito da Rizzoli, narra la storia di Giovanni Astengo, archivista, che leggendo e catalogando i diari delle persone che lo circondano cerca conforto e risposte alla propria esistenza. Un uomo che vive con una moglie assente, un figlio ventenne solitario, ed una figlia, Stella, affetta dalla sindrome di down. Lorenzo, il figlio, è appassionato di basket e di Italo Calvino, ed è protettivo con la sorella, tanto che un’estate se la porta con sé negli Stati Uniti. E’ un’estate caldissima, la moglie sta lontano, in una beauty farm, ed a Giovanni sorge il bisogno irrefrenabile di tornare nella casa delle sue estati di quand’era bambino, quando sua madre era viva e suo padre non era ancora scappato e scomparto chissà dove. Così il protagonista torna in quella casa di campagna, e vi trova un vecchio telefono di bachelite nera, con il quale Giovanni compone per gioco il numero della sua casa di trent’anni prima.
Da questo punto il romanzo di Veltroni spicca il volo. Inizia per il protagonista la “scoperta dell’alba” delle proprie origini, delle risposte alle domande più lontane e rimosse nel tempo. Un’alba speciale che giunge in un giorni speciale a ritroso nel tempo, negli anni settanta, in quel tredici marzo del settantasette, quando suo padre era andato via. Riemergono così le storie della famiglia Astengo, ed attraverso quelle, uno spaccato dell’Italia degli anni di piombo, del terrorismo e delle battaglie di piazza. Un romanzo lieve ma toccante, nel quale Veltroni svela le sue doti di narratore contemporaneo dalla scrittura leggera ma mai banale, con uno stile che ricorda un po’ Baricco ed un po’ Veronesi, ed una prosa che scorre veloce ed amabile come una canzone di Luigi Tenco.
“Non sono uno scrittore- esordisce Veltroni- ma la scrittura è il mio hobby preferito. Nella mia vita non mi ero mai cimentato in quella cosa fantastica che è l’invenzione nella scrittura. Da giornalista- Veltroni è stato direttore de “L’Unità”- ho sempre scritto di cose che vedevo e su cui riflettevo, scrivere questo romanzo per me è stata un’esperienza completamente nuova. I personaggi del racconto nascono dalle mie esperienze da Sindaco, durante le quali ho potuto incontrare gente semplice, gente vera, la gente di tutti i giorni. Per quanto riguarda la stesura del testo- confessa l’ex Ministro dei Beni Culturali- l’unica cosa che avevo chiara in mente era la parte riguardante la telefonata, il resto è venuto da solo. Il mio libro è un inno contro l’egoismo ed il cinismo, ma certamente non un libro buonista. Ciò che conta nella vita, è saper ricostruire la propria storia, perché proprio in quanto storia, è vita!"
Veltroni plaude all’iniziativa promossa durante tutta la stagione estiva dalla libreria “La Bibliofila”: “Un’opportunità-dice- per moltiplicare le occasioni di lettura dei cittadini”.
Mimmo Minuto, curatore dell’evento, si dice felicissimo di poter chiudere la stagione culturale ospitando una personalità di spicco come Veltroni.
Finito il dibattito, grande ressa, che ha preoccupato non poco il servizio d’ordine, per aggiudicarsi il preziosissimo autografo sul libro; ma alla fine tutto si è svolto senza problemi. E prima di lasciare la riviera, dalla quale mancava dal ’94, alla volta di Pesaro, Veltroni sussurra: “Spero di tornare presto”. Noi la prendiamo come una promessa.
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04/09/2006
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