Il decreto fiscale collegato alla finanziaria contiene un articolo, il 32, che obbliga chiunque a pagare la riproduzione di rassegne stampa, introducendo un elemento di assoluta novità, e a mio parere negativo, nel panorama editoriale italiano.

Secondo l'articolo sotto-riportato, qualunque testata, iniziativa o soggetto, che utilizza, salvo le eccezioni istituzionali, gli articoli delle testate nazionali deve concordare con le medesime un pagamento per l'utilizzo.

Ciò significa che moltissime testate, tra cui quella da me diretta gaynews.it, molte trasmissioni radio, molte iniziative di carattere politico, dovranno chiudere o ridurre drasticamente la propria offerta informativa.

A chiedere l'introduzione nella finanziaria di questo articolo, che a mio parere è di carattere ordinamentale e quindi non ricevibile in finanziaria, sembrerebbe essere stata la federazione degli editori, che in tal modo compie un atto masochistico perché le rassegne stampa e il loro utilizzo rappresentano una formidabile pubblicità alle testate stesse.

Ritengo l'articolo 32 illiberale e sbagliato e perché sono convinto che l'informazione, e la circolazione delle idee, debbano essere massimamente libere e ho presentato un emendamento abrogativo.


Articolo 32

Riproduzione di articoli di riviste o giornali

All'articolo 65 della legge 22 aprile 1941, n. 633 dopo il comma 1 è inserito il seguente:

1-bis. I soggetti che realizzano, con qualsiasi mezzo, la riproduzione totale o parziali di articoli di riviste o giornali, devono corrispondere un compenso agli editori per le opere da cui i suddetti articoli sono tratti. La misura di tale compenso e le modalità di riscossione sono determinate sulla base di accordi tra i soggetti di cui al periodo precedente e le associazioni delle categorie interessate.

Sono escluse dalla corresponsione del compenso le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165.

EMENDAMENTO

- È abrogato l'articolo 32 del decreto legge del 03/10/2006 n. 262