Sono proprio tutti quelli che pagano il canone dei passi carrabili per accedere al proprio garage? Se lo chiede, tra gli altri, il presidente di quartiere Porto D’Ascoli Centro Giorgio Panichi il quale ha spedito una istanza indirizzata ai responsabili dell’agenzia A.I.P.A. (Agenzia Italiana Pubblica Amministrazione), al Comandante dei Vigili Urbani, e ad altri quattro tra istituzioni e dirigenti. Nella missiva si chiede il permesso di accesso formale ad atti e documenti, secondo la legge 290.

Il fine è quello di poter controllare i nominativi o i numeri civici di una specifica via del quartiere tra quelli che usufruiscono dei passi. Delle sei diverse destinazioni alle quali era diretta la richiesta hanno risposto solo in due : la Polizia Municipale e l’A.I.P.A. La prima, con lettera firmata dal Comandante dei Vigili Urbani, ha rifiutato di aderire alla domanda adducendo che :”… dal tenore della stessa, non si comprende quale sia la situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento di cui si chiede la visione o l’estrazione della copia”.

La seconda ha semplicemente ritenuto la figura di Presidente di Quartiere non sufficientemente istituzionale per poter accedere a tale documentazione. Come tutti sanno, per passo carrabile si intende quel pezzo di marciapiede del quale si affitta il permesso annuo per poterlo attraversare. I passi registrati sono cinquemila ma c'è chi è pronto a giurare che ve ne siano almeno altri duemila dei quali non si avrebbe notizia negli uffici preposti alla riscossione. Questo perché molti di essi sono dislocati in zone periferiche e isolate (Quartiere Sentina, Agraria, Santa Lucia, ecc) dove i proprietari di garage si limitano a fare domanda solo per lo smusso (abbassamento) del marciapiede.

La città è divisa in quattro fasce di importanza e ogni via appartiene all'una o all'altra categoria a secondo della sua posizione nella topografia cittadina L'affitto annuale, per metro lineare, è così distribuito: 21 euro per la prima, 14,71 per la seconda, 10 per la terza e 6 euro per la quarta. Una media di 12 euro tra le quattro tariffe, moltiplicata per le duemila evasioni, intenzionali o meno, provoca un mancato incasso annuo di circa 24 mila euro da parte del Comune.

“ E’ già difficile accettare il diniego d’accesso ai dati da me richiesti – afferma Panichi – ma lo è ancor di più il fatto che alla persona del Presidente di Quartiere, nominato dai residenti tramite elezioni protocollate e firmate, non venga riconosciuta se non altro una rappresentanza civile e si limiti di conseguenza il suo operato”.