Ascoli, dimenticare subito la sconfitta con il Livorno e concentrarsi sulla sfida di Parma
Ascoli Piceno | Presidente, squadra, tifosi e città devono essere un corpo unico. Alimentare polemiche non porterà giovamento a nessuno. Rinnovata la fiducia a mister Tesser
di Adelino Manni
La sconfitta con il Livorno ha riaperto (o meglio riscavato) il solco tra il presidente Benigni e una parte della tifoseria. Un solco che in realtà è sempre esistito tra il patron bianconero e una sparuta minoranza della tifoseria. Basta ricordare la contestazione, assurda, in piazza del Popolo due anni fa quando l’Ascoli, grazie alla condanna del Genoa, fu ripescato per la serie A. Si festeggiava la promozione eppure c’èra chi contestava. Una cosa veramente assurda anche perché di più della serie A c’è solamente la…champions league.
Ora dopo la sconfitta casalinga con il Livorno c’è di nuovo aria di contestazione. Certo, quella contro i toscani, non è stata una bella partita. Anzi è stata una brutta partita. Comprensibili le reazioni dei tifosi, almeno fino a quando non si eccede. Proteste a volte “colorite” come quella di un vecchio abbonato della zona del fermano che ha cercato inutilmente il presidente Benigni per chiedergli il rimborso dei soldi spesi per l’abbonamento. Tutte le proteste “composte” e nei limiti (senza scendere sul personale o farle per partito preso) sono accettabili. D’altronde il tifoso che vive con intensità le vicende della propria squadra nei momenti negativi è quello che soffre maggiormente.
Ma è sempre bene ricordare a tutti che fare il tifoso non è un mestiere.
La reazione, comprensibile, del presidente Benigni è stata dura ma dire che “…in serie A ci sto io e non la città” è una affermazione troppo forte. L’orgoglio di essere ascolano e il vanto di essere tifoso dell’Ascoli non può essere negato a nessuno. Il presidente Benigni, come tutti i suoi colleghi della serie A fino alla Seconda categoria dilettanti, ci ha messo i soldi; i tifosi calore e entusiasmo. Nessuno è obbligato a fare il presidente; nessuno è obbligato a fare il tifoso. Se l’Ascoli finisce in serie B retrocede il presidente, la squadra, l’allenatore, il magazziniere, i raccattapalle, i tifosi, gli sportivi e la città di Ascoli. Ma ve li immaginate gli “sfottò” di tutti coloro che gufano contro l’Ascoli? E’ troppo bello ora andare a giocare e parlare di calcio alla pari con gente di Roma, Milano, Torino. Vivere un’altra estate con la febbrile attesa di un altro campionato di serie A è il massimo. Ma ve lo immaginate un Ascoli a Lanciano, Monopoli ? Lasciamo perdere.
Perdere una partita ci può stare…perdere le staffe dopo solo sei giornate di campionato non è il caso. La critica è giusto farla, l’importante è che sia costruttiva.
Ora mister Tesser, a cui il presidente Benigni ha rinnovato la piena fiducia, deve far dimenticare immediatamente ai suoi ragazzi la partita con il Livorno e concentrarli sulla sfida di domenica prossima con il Parma. Una partita tra due squadre che ancora non hanno assaporato la gioia della prima vittoria.
Ora dopo la sconfitta casalinga con il Livorno c’è di nuovo aria di contestazione. Certo, quella contro i toscani, non è stata una bella partita. Anzi è stata una brutta partita. Comprensibili le reazioni dei tifosi, almeno fino a quando non si eccede. Proteste a volte “colorite” come quella di un vecchio abbonato della zona del fermano che ha cercato inutilmente il presidente Benigni per chiedergli il rimborso dei soldi spesi per l’abbonamento. Tutte le proteste “composte” e nei limiti (senza scendere sul personale o farle per partito preso) sono accettabili. D’altronde il tifoso che vive con intensità le vicende della propria squadra nei momenti negativi è quello che soffre maggiormente.
Ma è sempre bene ricordare a tutti che fare il tifoso non è un mestiere.
La reazione, comprensibile, del presidente Benigni è stata dura ma dire che “…in serie A ci sto io e non la città” è una affermazione troppo forte. L’orgoglio di essere ascolano e il vanto di essere tifoso dell’Ascoli non può essere negato a nessuno. Il presidente Benigni, come tutti i suoi colleghi della serie A fino alla Seconda categoria dilettanti, ci ha messo i soldi; i tifosi calore e entusiasmo. Nessuno è obbligato a fare il presidente; nessuno è obbligato a fare il tifoso. Se l’Ascoli finisce in serie B retrocede il presidente, la squadra, l’allenatore, il magazziniere, i raccattapalle, i tifosi, gli sportivi e la città di Ascoli. Ma ve li immaginate gli “sfottò” di tutti coloro che gufano contro l’Ascoli? E’ troppo bello ora andare a giocare e parlare di calcio alla pari con gente di Roma, Milano, Torino. Vivere un’altra estate con la febbrile attesa di un altro campionato di serie A è il massimo. Ma ve lo immaginate un Ascoli a Lanciano, Monopoli ? Lasciamo perdere.
Perdere una partita ci può stare…perdere le staffe dopo solo sei giornate di campionato non è il caso. La critica è giusto farla, l’importante è che sia costruttiva.
Ora mister Tesser, a cui il presidente Benigni ha rinnovato la piena fiducia, deve far dimenticare immediatamente ai suoi ragazzi la partita con il Livorno e concentrarli sulla sfida di domenica prossima con il Parma. Una partita tra due squadre che ancora non hanno assaporato la gioia della prima vittoria.
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16/10/2006
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