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SS 16: Partito l'esperimento dell'asfalto "mangia polveri"

San Benedetto del Tronto | Basato sull'irrorazione del bitume con biossido di titanio che ha il potere di catturare e trattenere le famigerate PM10. Esperimento unico in Italia.

di Carmine Rozzi

Posa dei nuovi tipi di asfalti sulla SS.16


Non doveva partire prima del 9 ottobre, ma mercoledì 4 ottobre sono iniziati i lavori per completare un altro pezzo della SS16 con asfalto “fonoassorbente”. Il tratto interessato è di una lunghezza pari a 1.100 metri. Ad eseguire i lavori sarà la ditta Asfaltronto di Sant’Egidio alla Vibrata. La spesa, dal costo previsto di circa 200 mila euro è finanziata in parte dall’Anas e rientra in un progetto pilota avviato dal Ministero per l’Ambiente in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche.

Sul nuovo percorso saranno sperimentati tre nuovi tipi di asfalto oltre a quello in “argilla espansa” già esistente. Nel primo pezzo verrà steso il bitume “drenante”, reso tale da vuoti di struttura creati ad arte tra gli inerti della sostanza bituminosa, sul tipo di quello usato per le autostrade. In un altro sarà usata una miscela di bitume e resine speciali, lo “Splittmastrix Asphalt”. Per l’ultimo pezzo si ricorre allo “Slurry Seal” un trattamento in superficie a base di granuli di gomma per uno spessore di circa 6 millimetri.

I tronconi saranno irrorati con una soluzione a base di biossido di titanio che ha il potere di canalizzare, facendole cadere a terra, le famigerate “PM 10” o polveri sottili, tra le più pericolose e quelle con il più alto tasso cancerogeno. Con questo metodo si evita il pericolo che le pericolosissime particelle di combustione si propaghino nell’aria. Poi piogge ed altri eventi atmosferici faranno il resto. L’asfalto “mangia polveri” è il primo tentativo in Italia.

L’asfaltatura del tragitto sarà effettuata in due tronconi. Dal 4 a circa il 6 ottobre iniziando dalla piazza San Filippo Neri a Via Manzoni. L’ultimo pezzo dal 16 al 26 ottobre circa da Via Manzoni a Via Sardegna ricollegandosi con il tratto già esistente all’altezza del Torrente delle Fornaci.

Tra le due date saranno installate delle cabine appositamente costruite per monitorare quale dei tre asfalti abbia adempiuto maggiormente alla qualità fono-assorbente del rumore e se il biossido di titanio abbia contribuito a catturare e trattenere le “PM 10”. Progettista dei lavori l’Ingegner Nicola Antolini affiancato da un collegio di consulenti composto dai Prof.ri Santagata e Canestrari dell’Università Politecnica delle Marche.

04/10/2006





        
  



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