Ancora una volta, purtroppo, le dichiarazioni di intento sono rimaste tali e ci stiamo avviando verso la peggiore delle amministrazioni capitate alla nostra Regione, in continuità di fatto con la precedente gestione che già tanti danni aveva cagionato in termini di aggravamento del debito pro-capite ed assenza rispetto ai problemi veri della collettività.

Il Consiglio Regionale subisce continuamente le iniziative della Giunta e si è ridotto a semplice organo di ratifica delle proposte di legge ed atti amministrativi di quest’ultima, in palese violazione delle norme statutarie che attribuiscono al Consiglio i poteri di programmazione e di indirizzo in ogni settore.

Risultano disattese le iniziative dei Consiglieri (interrogazioni, mozioni, ecc…) che vengono poste all’ordine del giorno per la discussione consiliare con ritardi di uno o due anni.

È vergognoso che la mia mozione relativa alla gestione della mobilità del personale della Provincia di Ascoli Piceno in conseguenza della istituenda nuova Provincia di Fermo, depositata il 13 Giugno 2005 e contraddistinta dal numero progressivo 11, non sia stata ancora discussa in Consiglio! Ciò in violazione dell’art. 119 del Regolamento che impone la trasmissione di ogni mozione alla prima seduta del Consiglio, “trascorse due settimane dalla presentazione”.

I responsabili di questi colpevoli ritardi dovranno spiegare alle circa trecento famiglie dei dipendenti della Provincia di Ascoli Piceno, interessate dal fenomeno della mobilità verso la nuova Provincia di Fermo, il motivo per il quale viene negata, a distanza di un anno e quattro mesi, la possibilità di conoscere i criteri di trasferimento ed eventuali iniziative della Regione, sulla proposta di pre-pensionamento di parte del personale in procinto di maturare i requisiti minimi per il beneficio della pensione di anzianità.

Ancora una volta la burocrazia impedisce all’Ente di funzionare con evidente danno per i cittadini.
Come possiamo credere che la Regione Marche sia in grado di affrontare i problemi della Sanità, del grave debito regionale, delle infrastrutture, dell’energia e dello sviluppo delle attività produttive, se fino ad oggi non è stata capace neppure di risolvere i suoi problemi di funzionamento.

*Consigliere Regionale