La Regione Marche alla 9 Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum
| ANCONA - Un ricco calendario di iniziative, conferenze e tavole rotonde fa da corollario alla manifestazione, offrendo agli operatori una interessante occasione di confronto e di aggiornamento sulle dinamiche del turismo culturale
La Regione Marche partecipa in questi giorni, insieme ad alcuni operatori dell’offerta turistica marchigiana, alla 9^ Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum. Partecipazione che rientra nell’ambito degli interventi di promo-commercializzazione mirati a settori specifici, dopo il considerevole interesse riscontrato alle borse del turismo balneare, religioso, termale e del benessere, naturalistico ed ambientale, sportivo, artistico e culturale, congressuale.
L’evento fieristico di Paestum, organizzato con la collaborazione dell’Enit, è diventato un importante appuntamento annuale per l’approfondimento e la divulgazione di temi e problematiche inerenti la fruizione e la valorizzazione del patrimonio culturale. Promuove destinazioni e siti archeologici e la commercializzazione di prodotti turistici specificamente legati a questo settore.
“Le Marche – evidenzia il Vice Presidente della Giunta Regionale e Assessore al Turismo Luciano Agostini – si rivolgono a questo particolare segmento della domanda turistica con un sistema di offerta integrato - 7 parchi archeologici regionali e 34 siti archeologi - dove valori, eccellenze culturali e ambientali si inseriscono in una più ampia geografia di beni e servizi”.
Per la giornata di sabato, 18 novembre, è in programma un workshop nel corso del quale i rappresentanti dell’offerta marchigiana incontreranno circa ottanta operatori stranieri provenienti da Austria, Belgio, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Olanda, Russia, Stati Uniti, Spagna, Svezia e Svizzera.
Un ricco calendario di iniziative, conferenze e tavole rotonde fa da corollario alla manifestazione, offrendo agli operatori una interessante occasione di confronto e di aggiornamento sulle dinamiche del turismo culturale, settore di grande importanza per le Marche, che vantano, in questo ambito, una permanenza media di 6,15 giorni, la più elevata in Italia.
“Si tratta di un mercato importante – continua l’Assessore Agostini – con interessanti ricadute economiche sul territorio. Inserendosi nel più ampio contesto del turismo culturale e ambientale, il turismo archeologico, nelle Marche, può contribuire in maniera significativa anche alla destagionalizzazione dei flussi turistici”.
L’evento fieristico di Paestum, organizzato con la collaborazione dell’Enit, è diventato un importante appuntamento annuale per l’approfondimento e la divulgazione di temi e problematiche inerenti la fruizione e la valorizzazione del patrimonio culturale. Promuove destinazioni e siti archeologici e la commercializzazione di prodotti turistici specificamente legati a questo settore.
“Le Marche – evidenzia il Vice Presidente della Giunta Regionale e Assessore al Turismo Luciano Agostini – si rivolgono a questo particolare segmento della domanda turistica con un sistema di offerta integrato - 7 parchi archeologici regionali e 34 siti archeologi - dove valori, eccellenze culturali e ambientali si inseriscono in una più ampia geografia di beni e servizi”.
Per la giornata di sabato, 18 novembre, è in programma un workshop nel corso del quale i rappresentanti dell’offerta marchigiana incontreranno circa ottanta operatori stranieri provenienti da Austria, Belgio, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Olanda, Russia, Stati Uniti, Spagna, Svezia e Svizzera.
Un ricco calendario di iniziative, conferenze e tavole rotonde fa da corollario alla manifestazione, offrendo agli operatori una interessante occasione di confronto e di aggiornamento sulle dinamiche del turismo culturale, settore di grande importanza per le Marche, che vantano, in questo ambito, una permanenza media di 6,15 giorni, la più elevata in Italia.
“Si tratta di un mercato importante – continua l’Assessore Agostini – con interessanti ricadute economiche sul territorio. Inserendosi nel più ampio contesto del turismo culturale e ambientale, il turismo archeologico, nelle Marche, può contribuire in maniera significativa anche alla destagionalizzazione dei flussi turistici”.
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17/11/2006
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