Dolore: ne soffre il 10% dei marchigiani.
| MACERATA - AllAbbadia di Fiastra una due giorni permetterà a medici di medicina generale e specialisti di confrontarsi sulle tecniche diagnostiche e terapeutiche più innovative
Si intitola “Pain Ter” e sarà dedicata alla terapia del dolore la due giorni di studi che verrà ospitata venerdì e sabato prossimi, 10 e 11 novembre, presso le sale congressi della fondazione Giustiniani Bandini ad Abbadia di Fiastra. Fra i responsabili scientifici dell’evento, promosso con la collaborazione di Pfizer Italia, il dottor Luigi Filippo Nardi e Alfredo Fogliardi, rispettivamente responsabili delle unità operative di Terapia del Dolore e Cure Palliative della Zona 9 di Macerata e della Zona 3 di Fano dell’Asur Marche e il dottor Marcello Cavallaro, medico chirurgo specialista ortopedico. Il programma permetterà di approfondire e valutare, con diversi riferimenti a casi clinici, una particolare forma di dolore: il dolore neuropatico.
“Il corso – spiega il dottor Luigi Filippo Nardi – prevede la partecipazione di specialisti di medicina del dolore e ortopedici. Questo perché secondo le più recenti ricerche il dolore, soprattutto quando da acuto si trasforma in cronico, necessita di un approccio globale che tenga conto della sofferenza personale del paziente sotto diversi punti di vista. E proprio l’ampiezza degli argomenti da prendere in considerazione, la natura multi dimensionale del dolore, le tecniche diagnostiche e terapeutiche innovative e sempre più sofisticate ed, infine, le considerazioni dei fattori psichici e culturali che influenzano la capacità di comunicare con il paziente, giustificano la necessità di un approccio multi disciplinare al tema della sofferenza”.
Nelle Marche si stima che circa il 10% della popolazione soffra di dolore. In provincia di Macerata la percentuale sale, seppure di poco, per la presenza di molti anziani. Ma tale cifra è sicuramente sottostimata a causa delle difficoltà nel valutare la malattia.
Da una ricerca epidemiologica, pubblicata nel corso del 2005 sull'European Journal of Pain, si evince addirittura che il 18% della popolazione europea sia affetta da un dolore cronico da almeno sei mesi.
Dalla stessa ricerca emerge che:
- un italiano su cinque soffre di dolore cronico (44% uomini 56% donne);
- età media di 48 anni con il 23% di età compresa tra 18 e 30 anni;
- il 49% sono casalinghe;
- 45% dolori cronici da patologie osteoarticolari;
- 10% da lesioni traumatiche;
- 7% da sofferenza cervicale (colpo di frusta);
- il 25% degli intervistati con dolore cronico ritiene che il dolore interferisca sulla propria qualità di vita con 15 gg di media di assenza dal lavoro;
- il 17% ha perso il lavoro;
- i trattamenti farmacologici sono i trattamenti di elezione ma il 22% li compra ma non usa farmaci spaventato dagli effetti collaterali;
- il 60% ha fatto fisioterapia o trattamenti alternativi (34% massaggi; 15% terapia fisica).
In Italia un malato su due va dal medico per un problema di “dolore”, e circa l’8% della popolazione denuncia sintomi compatibili con il dolore neuropatico. Si tratta di quella particolare forma di dolore che di solito compare dopo una lesione del sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale) o periferico (radici nervose, plessi e nervi) e che può generare una riduzione o una perdita della sensibilità oppure sensazioni permanenti che vanno dal formicolio, alla “corrente elettrica” e, nei casi più gravi, dolore vero e proprio, fitte e bruciori.
Ma chi ne soffre attende spesso molti anni per avere una diagnosi e una cura appropriate. In questo lasso di tempo, il paziente soffre per una malattia della cui esistenza dubita perfino lui, rischiando depressione, insonnia e altri disturbi emotivi, con un pesantissimo impatto sulla qualità della vita.
“Il corso – spiega il dottor Luigi Filippo Nardi – prevede la partecipazione di specialisti di medicina del dolore e ortopedici. Questo perché secondo le più recenti ricerche il dolore, soprattutto quando da acuto si trasforma in cronico, necessita di un approccio globale che tenga conto della sofferenza personale del paziente sotto diversi punti di vista. E proprio l’ampiezza degli argomenti da prendere in considerazione, la natura multi dimensionale del dolore, le tecniche diagnostiche e terapeutiche innovative e sempre più sofisticate ed, infine, le considerazioni dei fattori psichici e culturali che influenzano la capacità di comunicare con il paziente, giustificano la necessità di un approccio multi disciplinare al tema della sofferenza”.
Nelle Marche si stima che circa il 10% della popolazione soffra di dolore. In provincia di Macerata la percentuale sale, seppure di poco, per la presenza di molti anziani. Ma tale cifra è sicuramente sottostimata a causa delle difficoltà nel valutare la malattia.
Da una ricerca epidemiologica, pubblicata nel corso del 2005 sull'European Journal of Pain, si evince addirittura che il 18% della popolazione europea sia affetta da un dolore cronico da almeno sei mesi.
Dalla stessa ricerca emerge che:
- un italiano su cinque soffre di dolore cronico (44% uomini 56% donne);
- età media di 48 anni con il 23% di età compresa tra 18 e 30 anni;
- il 49% sono casalinghe;
- 45% dolori cronici da patologie osteoarticolari;
- 10% da lesioni traumatiche;
- 7% da sofferenza cervicale (colpo di frusta);
- il 25% degli intervistati con dolore cronico ritiene che il dolore interferisca sulla propria qualità di vita con 15 gg di media di assenza dal lavoro;
- il 17% ha perso il lavoro;
- i trattamenti farmacologici sono i trattamenti di elezione ma il 22% li compra ma non usa farmaci spaventato dagli effetti collaterali;
- il 60% ha fatto fisioterapia o trattamenti alternativi (34% massaggi; 15% terapia fisica).
In Italia un malato su due va dal medico per un problema di “dolore”, e circa l’8% della popolazione denuncia sintomi compatibili con il dolore neuropatico. Si tratta di quella particolare forma di dolore che di solito compare dopo una lesione del sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale) o periferico (radici nervose, plessi e nervi) e che può generare una riduzione o una perdita della sensibilità oppure sensazioni permanenti che vanno dal formicolio, alla “corrente elettrica” e, nei casi più gravi, dolore vero e proprio, fitte e bruciori.
Ma chi ne soffre attende spesso molti anni per avere una diagnosi e una cura appropriate. In questo lasso di tempo, il paziente soffre per una malattia della cui esistenza dubita perfino lui, rischiando depressione, insonnia e altri disturbi emotivi, con un pesantissimo impatto sulla qualità della vita.
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09/11/2006
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