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A Piazza San Giovanni

| ROMA - Fra amici, veri, tanti e liberi.

di Giuseppe Orsini


Io c’ero. A Roma. A Piazza San Giovanni. Gremita di 700.000 persone solo nella piazza, senza contare i dintorni, secondo la polizia. Di 2.200.000 persone secondo gli organizzatori. Diciamo 1.500.000?

Tantissimi, considerando che molti erano per la prima volta in piazza. Per me, quasi settantenne, era la seconda volta. C’ero otto anni fa, sempre a Piazza San Giovanni ed in circostanze analoghe. Muovere “solo” 1.500.000 persone della “maggioranza silenziosa” è come muoverne 25.000.000 degli abituali frequentatori della piazza. Sono orgoglioso di esserci stato. Io Liberale, Libero, Cattolico, con i miei Ideali ed i miei Valori. Io Fondatore del “Movimento Elia, Elettori liberi ed attivi”. Sono orgoglioso che altri milioni di italiani – certamente la maggioranza assoluta - condividano gli ideali ed i valori miei e del Movimento Elia!

Era uno spettacolo vedere tanta gente “normale” che, pur protestando, era serena, col sorriso sulle labbra. Ed era lì spontaneamente. Bellissimo vedere bambini felici e festanti, altri stanchi o addormentati. Famiglie intere, di ogni età. Dai giovani fidanzati, a due signori anziani, elegantissimi, lui con farfalla, Borsalino, barba ben curata che teneva per mano la sua Signora. Insomma, c’era la “società civile”. Era facile scambiare opinioni con sconosciuti. E’ stato bello vedere i negozi aperti, anzi, spalancati, con i negozianti sulla porta a guardare compiaciuti. Nessuno aveva paura. Insomma, una vera festa. Di protesta, ma una festa.

Di gente per bene. Uno spettacolo unico vedere tante bandiere al vento, soprattutto tricolori. Italiani. E nessuno bruciava bandiere! Nessuno gridava “10, 100, 1000 Nassirya”!. Insomma, gente pacifica, di tutte le età, di tutti i ceti sociali, anche elettori di sinistra. Sì, c’erano anche “pentiti”. Pochi, ma c’erano. Questa è l’Italia. Quella vera. E venivamo da tutta l’Italia. Benché fossimo in tanti, al Circo Massimo ho incontrato un folto gruppo di Ascoli Piceno, Sindaco in testa. A Via Merulana ho incrociato molti di Ostia Lido. Ho visto conoscenti di altre località entrando a Piazza San Giovanni. Ho visto un ragazzo di Acquasanta Terme (mio comune di nascita) a fine manifestazione. Con altri ci siamo salutati solo per telefono, causa la folla.

Nessuno era “ingrugnito”. Ognuno era felice di esserci. Malgrado Finanziaria, tasse ed annessi.
E c’erano tanti politici tra la gente. Incontrato e salutato, nell’ordine, il Sen. Calderoli (Lega), l’On. Crosetto (FI), il “Senatur” Bossi (Lega), l’On. Brunetta (FI), l’On. Fini (AN).

A Piazza San Giovanni. Stupendo il Palazzo Lateranense, con il balcone da dove Bonifacio VIII proclamò il primo Anno Santo nel febbraio del 1300. Austera ed imponente la facciata della Chiesa Madre di tutte le Chiese della Cristianità ("Omnium urbis et orbis ecclesiarum mater et caput"), eretta da Costantino intorno al 320 d.c., chiesa dedicata inizialmente al Cristo Salvatore e, nel 600, ai Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista. E, come corollario, il sole al tramonto alle spalle della Chiesa e la luna quasi piena e già alta dall’altra parte. Mentre la piazza si riempie, musica in coro, dalla lirica a ‘O Sole mio, a Volare, ecc. E l’Inno di Mameli, cantato da tutti, proprio tutti, tra un tripudio di bandiere.

Parlano gli oratori ufficiali: Berlusconi, Fini e Bossi. Berlusconi ha constatato che la folla sprigiona ottimismo e voglia di vivere in libertà. “Siamo pieni di speranza nel futuro. Oggi nasce realmente il Partito unico della Libertà. Siamo qui contro l’oppressione fiscale imposta da una sinistra estrema che affonda le sue radici nella perversa ideologia comunista”.

"La nostra politica è laica, ma ha qualcosa di sacro: ‘chi crede non è mai solo’, ha detto il Santo Padre nel suo ultimo viaggio e noi qui siamo moltissimi a credere negli stessi ideali. Siamo qui perché vogliamo opporci a una cultura che diffida dei cittadini liberi, che non vuole una società prosperosa e autonoma: non ci piace la mentalità che svaluta il matrimonio fondato sull’unione di un uomo e una donna. Ci piace tutto quello che è nuovo, ma non accettiamo il disprezzo del nostro passato, delle nostre radici e della nostra cultura. Perché ci piace tutto quello che è nuovo, ma non accettiamo il disprezzo del passato, delle radici, della nostra storia. Non ci piacciono le vecchie ideologie del passato e soprattutto amiamo la libertà.

Nella nostra concezione, prima vengono gli elettori, le donne, gli uomini e solo dopo i partiti e i loro leader. Per noi è il popolo che sceglie il leader non sono i leader che scelgono il popolo". Per Fini, “lo stare insieme lo ha deciso il popolo presente, prima ancora che i leaders”.
Moltissimi auspici combaciano con quelli del “Movimento Elia, Elettori liberi ed attivi”. Ci adopereremo perché alle parole seguano i fatti.

03/12/2006





        
  



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