I funerali e il ricordo di Don Claide Tarabelli
| CINGOLI E' morto, ma nessuno lo dimenticherà mai.
di Simone Menin
Si è occupata dell’incidente mortale la Polizia Stradale di Camerino ed abbiamo chiesto chiarimenti sulla dinamica dell’incidente al capitano della caserma camerte. L’incidente è avvenuto il 2 dicembre scorso, alle ore 17.45 mentre Don Claide tornava da una celebrazione. L’impatto è avvenuto precisamente in località Valcarecce, nel comune di Cingoli. Don Claide viaggiava a bordo del suo scooter Malaguti e stava tornando a Villa Strada quando, scendendo per una discesa ha sbandato ed ha urtato con il corpo contro una pianta. Il prete era originario di Appignano e li era nato nel 1964.
Don Claide lascia, con la sua morte, una lunga scia di dolore fra le persone che lo conobbero ed ebbero la possibilità di essergli affianco. Abbiamo parlato con Don Pio Pesaresi che è parroco di Appignano da 32 anni e che con estrema commozione, alternata a tratti di silenzio nostalgico ci ha spiegato chi fosse per lui la figura di Don Claide. “Lo conoscevo fin da bambino” afferma Don Pio, “era nativo di Appignano e fino al ‘98 era vice parroco di Appignano, dal ’99 divenne parroco della parrocchia di San Giovanni evangelista a Villa Strada di Cingoli”. E’ dura per Don Pio continuare con la narrazione ma preferisce che il ricordo di una persona così cara giunga a più persone possibili e continua con il racconto: “era una persona brillante ed anticonformista, profondo, intelligente” e qui il tono di Don Pio si fa più fiero e orgoglioso del suo figlio spirituale parlando delle doti che egli aveva, “aveva una laurea in pedagogia e fin da ragazzino faceva parte dei focolarini, era sempre stato accogliente e benevolo con tutti, il suo punto di forza era il rapporto schietto e amichevole con i giovani”.
Ieri mattina alle ore 11 si è tenuto il rito funebre presso la chiesa di Villa Strada, poi la bara è stata tumulata nel cimitero di Appignano; la tumulazione è stata preceduta da una breve celebrazione alle ore 15. Una processione ininterrotta di popolo ha accompagnato la bara e la stessa lo ha seguito fino al cimitero dove coloro che si erano radunati alla veglia, i tanti amici sacerdoti e la cittadinanza hanno potuto salutarlo per l’ultima volta.
I più di cento sacerdoti accorsi per la disgrazia sono giunti sia da tutte le Marche che dall’Emilia Romagna perchè Don Claide, tramite il gruppo di focolarini, aveva amici sparsi ovunque, persone che prima lo avevano molto stimato e che ora sono sicuri di riincontrarlo, un giorno.
Don Claide lascia, con la sua morte, una lunga scia di dolore fra le persone che lo conobbero ed ebbero la possibilità di essergli affianco. Abbiamo parlato con Don Pio Pesaresi che è parroco di Appignano da 32 anni e che con estrema commozione, alternata a tratti di silenzio nostalgico ci ha spiegato chi fosse per lui la figura di Don Claide. “Lo conoscevo fin da bambino” afferma Don Pio, “era nativo di Appignano e fino al ‘98 era vice parroco di Appignano, dal ’99 divenne parroco della parrocchia di San Giovanni evangelista a Villa Strada di Cingoli”. E’ dura per Don Pio continuare con la narrazione ma preferisce che il ricordo di una persona così cara giunga a più persone possibili e continua con il racconto: “era una persona brillante ed anticonformista, profondo, intelligente” e qui il tono di Don Pio si fa più fiero e orgoglioso del suo figlio spirituale parlando delle doti che egli aveva, “aveva una laurea in pedagogia e fin da ragazzino faceva parte dei focolarini, era sempre stato accogliente e benevolo con tutti, il suo punto di forza era il rapporto schietto e amichevole con i giovani”.
Ieri mattina alle ore 11 si è tenuto il rito funebre presso la chiesa di Villa Strada, poi la bara è stata tumulata nel cimitero di Appignano; la tumulazione è stata preceduta da una breve celebrazione alle ore 15. Una processione ininterrotta di popolo ha accompagnato la bara e la stessa lo ha seguito fino al cimitero dove coloro che si erano radunati alla veglia, i tanti amici sacerdoti e la cittadinanza hanno potuto salutarlo per l’ultima volta.
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06/12/2006
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