Una grande casa riformista l' obiettivo che si deve perseguire
| ROMA - Il Partito Democratico può rappresentare la giusta sintesi per realizzare questo progetto, se non viene ridotto ad una mera operazione di vertice fra DS e Margherita.
La nascita di una grande “casa” riformista è un obiettivo strategico che i Repubblicani Europei ritengono necessario perseguire, se si vuole dare una unità politica a tutte le forze fondatrici dell’Ulivo. Il Partito Democratico può rappresentare la giusta sintesi per realizzare questo progetto, se non viene ridotto ad una mera operazione di vertice fra DS e Margherita.
Una siffatta iniziativa non gioverebbe al Paese e non darebbe risposta a coloro che hanno sostenuto caparbiamente il centrosinistra negli ultimi anni, partiti e popolo delle primarie. Tutti coloro che oggi vorrebbero vedere il centrosinistra rafforzato e coeso.
Per questo abbiamo deciso di continuare a lavorare ad un progetto necessario per l’ammodernamento del Paese e della politica italiana, nonostante i ripetuti tentativi di marginalizzazione che abbiamo subito a tutti i livelli, perché esso fa parte integrante della nostra storia e perché riteniamo che la cultura laica-repubblicana sia necessaria per dare coerenza e credibilità al progetto.
Perché questo progetto non fallisca, è necessario che ci sia un processo aperto e che i DS e la Margherita diano vita ad un dialogo franco e costruttivo con le forze laiche repubblicane, liberali e socialiste per giungere a una vasta aggregazione.
Riteniamo indispensabile avviare fin da subito un dibattito programmatico chiaro su contenuti e obiettivi, e promuovere una grande partecipazione, che si ritrovi in una sintesi moderna sui grandi temi e le sfide del nostro tempo per dare risposte all’altezza della drammaticità delle domande.
Costruire un partito democratico per noi Repubblicani Europei significa accettare, come ribadito nel recente colloquio con il Segretario nazionale dei DS on. Piero Fassino, l’incontro e il confronto di tutte le culture democratiche, partendo dalla comune accettazione di un metodo, riconoscendo a tutti pari dignità politica, pur nel rispetto dei numeri che ciascuno rappresenta.
Solo chi ha paura delle differenze, non riesce a governarle e vuole cancellarle: mentre le differenze, pur raccolte in filoni di fondo delle espressioni delle culture democratiche italiane dovranno essere il codice genetico del nuovo PD e non impediranno di giungere ad una efficace sintesi politica, se saggiamente governate.
Le prossime elezioni amministrative possono costituire una importante occasione per fare passi in avanti in questo percorso: noi Repubblicani Europei proponiamo che si avvii un confronto nelle realtà interessate tra le forze fondatrici dell’Ulivo, che si ritrovano nel progetto per giungere a piattaforme di liste comuni.
La nascita di una grande “casa” riformista è un obiettivo strategico che i Repubblicani Europei ritengono necessario perseguire, se si vuole dare una unità politica a tutte le forze fondatrici dell’Ulivo. Il Partito Democratico può rappresentare la giusta sintesi per realizzare questo progetto, se non viene ridotto ad una mera operazione di vertice fra DS e Margherita.
Una siffatta iniziativa non gioverebbe al Paese e non darebbe risposta a coloro che hanno sostenuto caparbiamente il centrosinistra negli ultimi anni, partiti e popolo delle primarie. Tutti coloro che oggi vorrebbero vedere il centrosinistra rafforzato e coeso.
Per questo abbiamo deciso di continuare a lavorare ad un progetto necessario per l’ammodernamento del Paese e della politica italiana, nonostante i ripetuti tentativi di marginalizzazione che abbiamo subito a tutti i livelli, perché esso fa parte integrante della nostra storia e perché riteniamo che la cultura laica-repubblicana sia necessaria per dare coerenza e credibilità al progetto.
Perché questo progetto non fallisca, è necessario che ci sia un processo aperto e che i DS e la Margherita diano vita ad un dialogo franco e costruttivo con le forze laiche repubblicane, liberali e socialiste per giungere a una vasta aggregazione.
Riteniamo indispensabile avviare fin da subito un dibattito programmatico chiaro su contenuti e obiettivi, e promuovere una grande partecipazione, che si ritrovi in una sintesi moderna sui grandi temi e le sfide del nostro tempo per dare risposte all’altezza della drammaticità delle domande.
Costruire un partito democratico per noi Repubblicani Europei significa accettare, come ribadito nel recente colloquio con il Segretario nazionale dei DS on. Piero Fassino, l’incontro e il confronto di tutte le culture democratiche, partendo dalla comune accettazione di un metodo, riconoscendo a tutti pari dignità politica, pur nel rispetto dei numeri che ciascuno rappresenta.
Solo chi ha paura delle differenze, non riesce a governarle e vuole cancellarle: mentre le differenze, pur raccolte in filoni di fondo delle espressioni delle culture democratiche italiane dovranno essere il codice genetico del nuovo PD e non impediranno di giungere ad una efficace sintesi politica, se saggiamente governate.
Le prossime elezioni amministrative possono costituire una importante occasione per fare passi in avanti in questo percorso: noi Repubblicani Europei proponiamo che si avvii un confronto nelle realtà interessate tra le forze fondatrici dell’Ulivo, che si ritrovano nel progetto per giungere a piattaforme di liste comuni.
Una siffatta iniziativa non gioverebbe al Paese e non darebbe risposta a coloro che hanno sostenuto caparbiamente il centrosinistra negli ultimi anni, partiti e popolo delle primarie. Tutti coloro che oggi vorrebbero vedere il centrosinistra rafforzato e coeso.
Per questo abbiamo deciso di continuare a lavorare ad un progetto necessario per l’ammodernamento del Paese e della politica italiana, nonostante i ripetuti tentativi di marginalizzazione che abbiamo subito a tutti i livelli, perché esso fa parte integrante della nostra storia e perché riteniamo che la cultura laica-repubblicana sia necessaria per dare coerenza e credibilità al progetto.
Perché questo progetto non fallisca, è necessario che ci sia un processo aperto e che i DS e la Margherita diano vita ad un dialogo franco e costruttivo con le forze laiche repubblicane, liberali e socialiste per giungere a una vasta aggregazione.
Riteniamo indispensabile avviare fin da subito un dibattito programmatico chiaro su contenuti e obiettivi, e promuovere una grande partecipazione, che si ritrovi in una sintesi moderna sui grandi temi e le sfide del nostro tempo per dare risposte all’altezza della drammaticità delle domande.
Costruire un partito democratico per noi Repubblicani Europei significa accettare, come ribadito nel recente colloquio con il Segretario nazionale dei DS on. Piero Fassino, l’incontro e il confronto di tutte le culture democratiche, partendo dalla comune accettazione di un metodo, riconoscendo a tutti pari dignità politica, pur nel rispetto dei numeri che ciascuno rappresenta.
Solo chi ha paura delle differenze, non riesce a governarle e vuole cancellarle: mentre le differenze, pur raccolte in filoni di fondo delle espressioni delle culture democratiche italiane dovranno essere il codice genetico del nuovo PD e non impediranno di giungere ad una efficace sintesi politica, se saggiamente governate.
Le prossime elezioni amministrative possono costituire una importante occasione per fare passi in avanti in questo percorso: noi Repubblicani Europei proponiamo che si avvii un confronto nelle realtà interessate tra le forze fondatrici dell’Ulivo, che si ritrovano nel progetto per giungere a piattaforme di liste comuni.
La nascita di una grande “casa” riformista è un obiettivo strategico che i Repubblicani Europei ritengono necessario perseguire, se si vuole dare una unità politica a tutte le forze fondatrici dell’Ulivo. Il Partito Democratico può rappresentare la giusta sintesi per realizzare questo progetto, se non viene ridotto ad una mera operazione di vertice fra DS e Margherita.
Una siffatta iniziativa non gioverebbe al Paese e non darebbe risposta a coloro che hanno sostenuto caparbiamente il centrosinistra negli ultimi anni, partiti e popolo delle primarie. Tutti coloro che oggi vorrebbero vedere il centrosinistra rafforzato e coeso.
Per questo abbiamo deciso di continuare a lavorare ad un progetto necessario per l’ammodernamento del Paese e della politica italiana, nonostante i ripetuti tentativi di marginalizzazione che abbiamo subito a tutti i livelli, perché esso fa parte integrante della nostra storia e perché riteniamo che la cultura laica-repubblicana sia necessaria per dare coerenza e credibilità al progetto.
Perché questo progetto non fallisca, è necessario che ci sia un processo aperto e che i DS e la Margherita diano vita ad un dialogo franco e costruttivo con le forze laiche repubblicane, liberali e socialiste per giungere a una vasta aggregazione.
Riteniamo indispensabile avviare fin da subito un dibattito programmatico chiaro su contenuti e obiettivi, e promuovere una grande partecipazione, che si ritrovi in una sintesi moderna sui grandi temi e le sfide del nostro tempo per dare risposte all’altezza della drammaticità delle domande.
Costruire un partito democratico per noi Repubblicani Europei significa accettare, come ribadito nel recente colloquio con il Segretario nazionale dei DS on. Piero Fassino, l’incontro e il confronto di tutte le culture democratiche, partendo dalla comune accettazione di un metodo, riconoscendo a tutti pari dignità politica, pur nel rispetto dei numeri che ciascuno rappresenta.
Solo chi ha paura delle differenze, non riesce a governarle e vuole cancellarle: mentre le differenze, pur raccolte in filoni di fondo delle espressioni delle culture democratiche italiane dovranno essere il codice genetico del nuovo PD e non impediranno di giungere ad una efficace sintesi politica, se saggiamente governate.
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06/12/2006
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