La festa di S.Antonio Abate
Ascoli Piceno | E una antica tradizione, molto sentita in passato, non solo nelle nostre campagne ma anche in città.
Nell'antica Roma la fine di gennaio era contrassegnata da ricorrenze e cerimonie atte a purificare gli uomini e gli animali, i campi, per propiziarsi gli dei affinché permettessero il regolare rinnovamento delle stagioni.
La festa di S.Antonio Abate, invocato come protettore delle campagne, del fuoco e degli animali, che si celebra il 17 gennaio, lega le feste di Natale appena trascorse con il carnevale e la Quaresima.
E’ una sorta di ideale spartiacque tra il Natale e il carnevale. Per tradizione, nelle case ascolane il 17 gennaio si gioca a tombola per l’ultima volta.
Quest’anno il Comitato “Sant’Antonio Abate” di San Giacomo della Marca, ha voluto dare alla festa una particolare rilevanza con il trasporto della statua del santo, custodita nella chiesa di San Giacomo della Marca, a piazza del Popolo dove resterà esposta dalle 12.30 alle 15.30, ora in cui avverrà la benedizione degli animali e dei mezzi agricoli impartita dal vescovo, Mons. Silvano Montevecchi.
Alle ore 16.00, poi, processione da piazza del Popolo fino alla chiesa di San Giacomo della Marca dove alle 118.00 sarà celebrata la Santa Messa.
Gli organizzatori hanno rivolto ai proprietari di animali domestici e di allevamento nonché ai possessori di mezzi agricoli di partecipare in piazza del Popolo, nel pomeriggio di mercoledì 17 gennaio, alla benedizione degli animali e dei mezzi.
Sant'Antonio entra di diritto in molti proverbi o modi di dire popolari.
Nel napoletano si dice "Sant'Antonio lampe e tuone" per dire che, generalmente, fa brutto tempo. Con "Sant'Antonio, téccate 'o vviécchio e damme 'o nnuovo" (eccoti il vecchio, dammi il nuovo), nel giorno del santo un tempo si lanciavano in strada le cose vecchie per bruciarle, per la sostituzione ci si affidava alla sua misericordia.
Sant'Antonio dalla barba bianca, se non piove la neve non manca, sta ad indicare che questo giorno è il cuore dell'inverno, mentre "Sant'Antonio fa il ponte e San Paolo lo rompe" significa che il 17 gennaio gela e che ci si può passare sopra, mentre il 25 cominciano a sciogliersi le gelate.
La festa di S.Antonio Abate, invocato come protettore delle campagne, del fuoco e degli animali, che si celebra il 17 gennaio, lega le feste di Natale appena trascorse con il carnevale e la Quaresima.
E’ una sorta di ideale spartiacque tra il Natale e il carnevale. Per tradizione, nelle case ascolane il 17 gennaio si gioca a tombola per l’ultima volta.
Quest’anno il Comitato “Sant’Antonio Abate” di San Giacomo della Marca, ha voluto dare alla festa una particolare rilevanza con il trasporto della statua del santo, custodita nella chiesa di San Giacomo della Marca, a piazza del Popolo dove resterà esposta dalle 12.30 alle 15.30, ora in cui avverrà la benedizione degli animali e dei mezzi agricoli impartita dal vescovo, Mons. Silvano Montevecchi.
Alle ore 16.00, poi, processione da piazza del Popolo fino alla chiesa di San Giacomo della Marca dove alle 118.00 sarà celebrata la Santa Messa.
Gli organizzatori hanno rivolto ai proprietari di animali domestici e di allevamento nonché ai possessori di mezzi agricoli di partecipare in piazza del Popolo, nel pomeriggio di mercoledì 17 gennaio, alla benedizione degli animali e dei mezzi.
Sant'Antonio entra di diritto in molti proverbi o modi di dire popolari.
Nel napoletano si dice "Sant'Antonio lampe e tuone" per dire che, generalmente, fa brutto tempo. Con "Sant'Antonio, téccate 'o vviécchio e damme 'o nnuovo" (eccoti il vecchio, dammi il nuovo), nel giorno del santo un tempo si lanciavano in strada le cose vecchie per bruciarle, per la sostituzione ci si affidava alla sua misericordia.
Sant'Antonio dalla barba bianca, se non piove la neve non manca, sta ad indicare che questo giorno è il cuore dell'inverno, mentre "Sant'Antonio fa il ponte e San Paolo lo rompe" significa che il 17 gennaio gela e che ci si può passare sopra, mentre il 25 cominciano a sciogliersi le gelate.
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11/01/2007
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