Le Marche e la globalizzazione culturale
| SENIGALLIA - Il dialogo tra lassessore Ascoli e il professor Boccia Artieri
Il fenomeno della globalizzazione culturale nel contesto regionale è stato il tema su cui si è centrato il dialogo tra l’assessore regionale all’Istruzione e Formazione, Ugo Ascoli, e il professor Giovanni Boccia Artieri, presidente del corso di laurea in scienze della comunicazione dell’Università di Urbino, intervenuti alla Terza Conferenza regionale sulla sicurezza. Le Marche sono in una fase di trasformazione culturale, sono la regione del vivere bene e dell’alta qualità della vita che hanno accolto 80 mila persone provenienti da Paesi diversi.
Ma quali saranno gli effetti della globalizzazione sulla libera circolazione e sui processi culturali?
“Occorre capire bene – ha spiegato Ascoli – quali saranno le conseguenza della globalizzazione, non dal punto di vista economico e finanziario, che ormai conosciamo, ma sui processi culturali che l’influsso di immigrati determina. Scuola, lavoro, impresa, welfare, urbanistica: tutto il contesto sociale sta cambiando, creando nuove opportunità e aprendo nuove problematiche”.
Il modello marchigiano, basato sulla famiglia, sulle relazioni parentali e sull’impresa a gestione familiare, e dove “tutti si conoscono”, sta mutando: diminuiscono i figli, aumentano gli anziani, è cambiato il ruolo delle donne, lo stile di vita, le nuove tecnologie hanno accelerato i processi di trasformazione e di comunicazione. Inoltre, le persone provenienti da diversi Paesi si sono integrate e sono entrate a far parte pienamente della realtà sociale come badanti o come allievi delle scuole dell’obbligo: “La politica deve conoscere questi cambiamenti, favorire l’integrazione e affrontare le criticità che stanno emergendo.
Allo stesso tempo, occorre garantire il mantenimento di coesione e sviluppo che caratterizza le Marche”, è l’opinione dell’assessore Ascoli. Il confronto con il professor Boccia Artieri - che ha sintetizzato la trasformazione come “mondo cultura” - è approdato alle stesse conclusioni: di fronte ai nuovi scenari occorre raccogliere la sfida del mondo globale per restare una regione che cresce e vuole restare competitiva, mantenendo i livelli di serenità e di qualità della vita. Anche se la percezione sulla sicurezza si è abbassata, i dati sono positivi, con parametri bassi di criminalità e le Marche rimangono una delle Regioni che attraggono maggiormente. Per questo occorre uno sforzo integrato tra le istituzioni e tutti gli attori che partecipano alla sicurezza, per non farsi trovare impreparati alla sfida del mondo globale.
Ma quali saranno gli effetti della globalizzazione sulla libera circolazione e sui processi culturali?
“Occorre capire bene – ha spiegato Ascoli – quali saranno le conseguenza della globalizzazione, non dal punto di vista economico e finanziario, che ormai conosciamo, ma sui processi culturali che l’influsso di immigrati determina. Scuola, lavoro, impresa, welfare, urbanistica: tutto il contesto sociale sta cambiando, creando nuove opportunità e aprendo nuove problematiche”.
Il modello marchigiano, basato sulla famiglia, sulle relazioni parentali e sull’impresa a gestione familiare, e dove “tutti si conoscono”, sta mutando: diminuiscono i figli, aumentano gli anziani, è cambiato il ruolo delle donne, lo stile di vita, le nuove tecnologie hanno accelerato i processi di trasformazione e di comunicazione. Inoltre, le persone provenienti da diversi Paesi si sono integrate e sono entrate a far parte pienamente della realtà sociale come badanti o come allievi delle scuole dell’obbligo: “La politica deve conoscere questi cambiamenti, favorire l’integrazione e affrontare le criticità che stanno emergendo.
Allo stesso tempo, occorre garantire il mantenimento di coesione e sviluppo che caratterizza le Marche”, è l’opinione dell’assessore Ascoli. Il confronto con il professor Boccia Artieri - che ha sintetizzato la trasformazione come “mondo cultura” - è approdato alle stesse conclusioni: di fronte ai nuovi scenari occorre raccogliere la sfida del mondo globale per restare una regione che cresce e vuole restare competitiva, mantenendo i livelli di serenità e di qualità della vita. Anche se la percezione sulla sicurezza si è abbassata, i dati sono positivi, con parametri bassi di criminalità e le Marche rimangono una delle Regioni che attraggono maggiormente. Per questo occorre uno sforzo integrato tra le istituzioni e tutti gli attori che partecipano alla sicurezza, per non farsi trovare impreparati alla sfida del mondo globale.
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25/01/2007
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