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San Benedetto del Tronto | La provocazione di "Veleno": "Vi è mai venuto in mente di associare l’attuale fenomeno degli Ultras e quello delle Brigate Rosse?" Le valutazioni e qualche"consiglio".

di Veleno


Voglio fare una provocazione. Vi è mai venuto in mente di associare l’attuale fenomeno degli Ultras e quello delle Brigate Rosse? Sento che nervosamente state dicendo: ma che cavolo dice costui. Appunto, nervosamente.

Riflettiamo un attimo. Le contestazioni del ’68 volevano smuovere una società ammuffita e statica.
L’entusiasmo , la voglia di partecipare, il desiderio di esprimere una propria idea è la colla che unisce i giovani, li accorpa, li ammassa. Così fu nel ’68. Così è per gli Ultras. Identici i loro mezzi di comunicazione:gli striscioni e gli slogan.

Nulla di preoccupante, se non per quelli che sono oggetto della contestazione. Fino a quando qualcuno non incomincia ad intravedere in quel brulicare di idee o in quel gioioso folcrore sportivo, un terreno fertile per le proprie idee o per i propri interessi. Gli infiltrati succhiano linfa vitale da queste masse e si moltiplicano, si organizzano. Infine per legittimarsi hanno bisogno di una contrapposizione, di un nemico: le istituzioni. Così nacquero negli anni ’70 le BR. Così stanno deviando dal percorso sportivo gli Ultras.

I fatti di Catania, le scritte sui muri contro le forze dell’ordine, le spalle voltate e i fischi degli Ultras della Roma contro il minuto di silenzio in memoria di Raciti, sono tutti segni che il “nemico” non è più la squadra avversaria, ma le istituzioni. Forse il parallelismo con le BR è troppo forte ma, come si dice dalle nostre parti, chi si è scottato con la minestra poi soffia anche sull’insalata.

Resta il fatto che gli Ultras, dopo aver consolidato il loro potere, anche economico, grazie alla complicità delle società di calcio, ora fanno paura. Una massa imponente di contestatori che può essere manipolata da chiunque e per gli interessi più svariati. Per fini economici e di finanza ( le società di calcio sono quotate in borsa, vedi anche la vicenda Lotito della Lazio), per motivi politici ( a chi pensate?), per motivi criminali (tenere impegnata la polizia per eludere certi controlli).

Ora si è preso coscienza del fatto che le frange estremiste degli Ultras stanno destabilizzando il mondo del calcio, già di per se traballante(calciopoli insegna). Ma anche che le istituzioni ora cominciano essere sistematicamente aggredite. In Alto c’è forte preoccupazione, forse anche paura. Non si spiegherebbe altrimenti il fatto clamoroso, la prima volta in Italia, della sospensione del campionato di calcio, oltre che della disputa degli incontri a porte chiuse. E senza che i presidenti delle società insorgessero,come è loro costume quando si toccano gli interessi personali, cioè gli incassi. Anche perché è proprio a loro che è sfuggita la situazione di mano.

Ma cos’è che ha portato le società di calcio a fare l’occhiolino agli Ultras? Le cose che vengono in mente subito sono l’aumento degli incassi,ma anche la vendita dei gadget e il tifo organizzato che rende più probabile la vittoria in casa. Certo, ma non solo. Aggiungerei anche un altro elemento determinante: la responsabilità oggettiva delle società. Cioè qualsiasi cosa accada all’interno delle stadio durante un incontro di calcio è colpa della società ospitante. In pratica un’arma di ricatto in mano agli Ultras. Detto brutalmente significa: se non mi assecondi creo dei disordini, ti faccio sospendere il campo e pagare multe salatissime.

Può anche essere condiviso quello che stanno facendo le istituzioni per riportare sotto controllo il tifo organizzato ma occorre anche spezzare questo legame edipico che lega il tifo organizzato alle società di calcio. La responsabilità oggettiva per le società di calcio dovrebbe essere abolita. Gli Ultras dovrebbero essere,patrimonialmente e solidalmente, responsabili delle loro azioni. Come? Trasformandoli in associazioni. Perché no? Ma anche i singoli tifosi potrebbero rispondere personalmente e patrimonialmente, visto che abbiamo ora le telecamere per individuarli. Si avrà il coraggio di farlo?

E per le società? Ora i loro “padroni” non sono più patrimonialmente e solidalmente responsabili per le loro azioni. Infatti le società di calcio sono state trasformate in società a responsabilità limitata (SPA e SRL) e addirittura quotate in borsa. Una pazzia. Al riparo dalla responsabilità limitata si fa di tutto e di più, ivi compresa la speculazione in borsa. Pensate, non è la performance economica a determinare l’aumento o la diminuzione del valore di mercato delle loro azioni , ma una vittoria o una sconfitta in campionato. Come può non essere forte la tentazione di truccare un incontro?

Si iniziò a combattere le BR, con determinazione e senso di responsabilità personale, da parte della classe politica, solo dopo l’assassinio di Moro. Chissà se potranno bastare le morti di Raciti e Licursi per il calcio?

21/02/2007





        
  



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