Il II Convegno Nazionale “L’eredità di Falcone e Borsellino – Parole, pensieri, idee e testimonianze per la cultura della legalità e per lottare contro la mafia” si apre all’insegna dei grandi numeri. Ben 12 scuole del circondario e circa 1200 studenti parteciperanno all’incontro della mattina presso il Palasport di Porto Sant’Elpidio dove avranno la possibilità di ascoltare le testimonianze di tre grandi uomini che hanno fatto della lotta alla mafia il loro scopo di vita: Don Luigi Ciotti fondatore e Presidente di libera e del Gruppo Abele, Dott. Gian Carlo Caselli, Procuratore Generale di Torino ed ex Procuratore Capo di Palermo e Don Luigi Merola parroco di Forcella.

Il pomeriggio si tenterà di bissare il successo che due anni fa, nella prima edizione del convegno, si era ottenuto grazie alla partecipazione di oltre mille persone all’appuntamento riservato alla cittadinanza. Visto il fermento e l’aria di novità che si respira in città, come capita ogni qualvolta che c’è in programma un importante evento, si può affermare che i presupposti ci sono tutti affinché il sequel del primo convegno possa rappresentare un ulteriore motivo di riuscita, in termini di partecipazione, per la città di Porto Sant’Elpidio.

“Liberarsi dai fili invisibili della mafia” è con questa osservazione che il Sindaco Mario Andrenacci spiega le motivazioni che hanno indotto l’Amministrazione Comunale ad adottare questa nobile causa. “La criminalità organizzata – continua il primo cittadino – è come una sorta di burattinaio che manovra dall’alto le sue marionette. Anche se a Porto Sant’Elpidio il problema risulta marginale, non dobbiamo illuderci che non esista ed è per tale motivo che ritengo utile organizzare simili iniziative volte alla formazione di una coscienza critica nei confronti di alcune problematiche che affliggono la società di oggi. Proprio dove il fenomeno mafioso è meno radicato credo che sia più facile investire nell’educazione alla legalità. In questo senso, credo che gli enti locali e le regioni abbiano un obbligo in più nei confronti del cittadino e ritengo che spetti proprio a loro il compito di fare formazione civile contro la mafia. La scelta di invitare gli studenti a questo convegno non è affatto casuale. La prima Istituzione con cui si confrontano è la scuola. Il primo volto che lo Stato assume è quello dei loro maestri e insegnanti. Le prime "leggi" che insegnano loro a rispettare sono quelle legate alla disciplina scolastica. Ecco perché la scuola è il terreno adatto per parlare di legalità. Questo convegno è la riprova che la città di Porto Sant’Elpidio si qualifica ancora una volta come una città dinamica, aperta alle problematiche del presente ed orientata al futuro che non vuole, però, mai dimenticare gli errori del passato, come la strage di Capaci e quella di via d’Amelio, sui quali si può riflettere e dai quali ci si può risollevare per una società più giusta”.