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Unioni di fatto, una Chiesa senza cattolici

| ROMA - Nel conflitto ideologico che in questi giorni coinvolge la vita politica italiana, quanti stanno con il Papa? L'assedio al Papa e alle gerarchie ecclesiastiche per la questione dei Pacs e delle coppie di fatto è diventato massiccio.

di Renzo Allegri

Renzo Allegri


Da destra e da sinistra piovono attacchi violenti. Sembra che tutte le forze politiche si siano coalizzate con la prospettiva di dare la fatidica "spallata" a una resistenza che ritengono assurda e ridicola. Da ogni parte si esige che la Chiesa ceda e dia la sua benedizione a questo progetto di legge.

Ogni parola contraria sull'argomento, che esce dalla bocca del Papa o di qualche altro suo autorevole rappresentante, viene giudicata una inammissibile ingerenza nello Stato laico, un atteggiamento di intransigente crudeltà della Chiesa verso certe categorie di persone. Con roventi espressioni di disprezzo, qualche giornale ha paragonato la Chiesa cattolica all'Islam. E tutto avviene in una coralità di consensi totale. Tra i media, solo i pochi e poveri organi di comunicazione di proprietà dal Vaticano si schierano dalla parte del Papa. Sembra proprio che la Chiesa cattolica in Italia, in questo momento, sia quasi totalmente priva di aderenti. Nessuno si fa illusioni.

Anche questa è una battaglia che la Chiesa perderà sicuramente. Come ha perduto le battaglie per l'aborto e per il divorzio. Sul tema di Pacs ha già perduto anche in altri Paesi, compresa la Spagna, che per secoli era chiamata la "Cattolicissima". Ma non sarà una sconfitta del Papa e delle autorità ecclesiastiche, quanto invece dei cattolici.

Sono loro che, con il Papa e le autorità ecclesiastiche, formano la Chiesa, e sono loro che mancano all'appello, che rinunciano a difendere i principi e i valori della loro fede "non negoziabili" come Papa Ratzinger li ha chiamati con tanta concreta chiarezza. Ancora una volta, i cattolici dimostrano di non sapere "chi sono", quale siano la loro identità e la loro fede, e perché hanno scelto di aderire alla Religione cattolica. La Chiesa non è un partito politico, una società per azioni e neppure una congregazione di volontariato. E' una società istituita da Cristo con lo scopo di conservare, proteggere la Verità rivelata che è la strada per realizzare il fine  ultimo delle persone e del creato, un fine che guarda lontano, alla vita eterna.

Il Papa, i cardinali, i vescovi non sono dei leader, ma sono dei "pastori",  cioè delle persone incaricate di guidare il popolo dei credenti verso quel fine ultimo. Non hanno una loro verità di proporre e da difendere. Sono "custodi" della Verità rivelata da Dio, e hanno il compito di vigilare perché le applicazioni pratiche non siano in contraddizione con la Verità stessa. Tocca a loro, che sono assistiti direttamente da Dio proprio perché sono guide della sua Chiesa, indicare percorsi corretti, limiti  invalicabili, e quali siano i "valori non negoziabili". Non esiste una verità del Papa, di un cardinale o di un altro cardinale, di un vescovo o di un altro vescovo. Esiste la Verità rivelata da Dio e affidata alla custodia della Chiesa.

Nel corso della sua storia, la Chiesa non ha mai tradito questa missione. I "valori non negoziabili" che la Chiesa difende oggi, sono quelli di sempre, che hanno radici nella Rivelazione. Pensare di ottenere dalla Chiesa approvazioni di idee, convinzioni e opinioni solo perché hanno il consenso universale, è assurdo. Se contrastano con la Verità rivelata,  di cui la Chiesa è solo custode, non saranno mai accolte. E' compito specifico del Papa e delle autorità della Chiesa indicare ai credenti quali applicazioni pratiche della Verità siano corrette nel vivere quotidiano. E i credenti hanno il diritto di "esigere" dalle loro guide spirituali, cioè dalle autorità della Chiesa, di avere quelle indicazioni, perché per il credente, la Verità rivelata è al di sopra di tutto, in quanto proviene da Dio.

Poi, ognuno è libero e responsabile delle proprie scelte. In certi Paesi ci sono credenti che muoiono per la loro fede. In altri ci sono credenti che della loro fede non gliene interessa niente. In Italia, secondo il rapporto Eurispes 2006, i cittadini che si dichiarano cattolici sarebbero il 90 per cento: i praticanti solo il 36 per cento. L'Italia, dunque, è un Paese che, in pratica, solo eufemisticamente può chiamarsi cattolico. Ma  fossero anche solo il 5 per cento i cattolici in Italia, Il Papa non potrà mai tradire quella "Verità rivelata" di cui è soltanto custode. Quindi, si facciano le leggi ma non si pretenda di avere la benedizione del Papa.

10/02/2007





        
  



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