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Lavoro, Istruzione, Formazione nella competizione europea e internazionale

| ANCONA - Ugo Ascoli: disoccupazione più bassa degli ultimi dieci anni, ma squilibrio territoriale a causa della disoccupazione femminile. Promosso dall’Unione regionale delle Province Italiane, il convegno organizzato dall’Università di Ancona.

Gli scenari mutano rapidamente e occorre un cambio di passo, una spinta verso uno sviluppo che sia realmente competitivo. Le Marche si trovano di fronte tre grandi questioni: accrescere la modernizzazione e l’internazionalizzazione, uno sviluppo territoriale non omogeneo, un elevato indice di disoccupazione femminile. Questa la premessa della relazione tenuta dall’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro Ugo Ascoli, nel corso del convegno sul ruolo delle “Marche nella competizione europea e internazionale- Lavoro, Formazione, Istruzione e Università”, organizzato dall’Unione regionale delle Province italiane presso il Rettorato dell’Università Politecnica delle Marche e introdotto dal presidente dell’UPI Marche, Palmiro Ucchielli. Sono intervenuti, Enzo Giancarli, presidente della Provincia di Ancona, Marco Pacetti, rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Emilio Mandozzi assessore al lavoro della Provincia di Ancona, Alberto Drudi (CCIA Pesaro) e Tonino Pencarelli dell’Università di Urbino, Massimiliano Franceschetti, ricercatore ISFOL. .

Ugo Ascoli, dopo aver ricordato la prematura scomparsa dell’assessore provinciale al Lavoro, Claudio Venanzi - di cui ha sottolineato la gentilezza, l’impegno, la disponibilità costante- ha svolto una panoramica sull’attuale fase di sviluppo della nostra regione: dopo una crisi del manifatturiero che sembra superata, abbiamo una domanda di lavoro verso qualifiche medio-basse che è quasi interamente soddisfatta dai lavoratori immigrati e una domanda di lavoro di qualifiche medio-alte, cioè di elevate professionalità, che nella nostra regione stenta a trovare risposte sul mercato. Altro punto nodale i servizi che Ascoli ha definito il 2° motore di sviluppo dopo il sistema imprenditoriale: “ Vi è l’esigenza – ha detto- di imprimere una svolta e di creare un circuito virtuoso tra turismo-cultura-ambiente-ruralità. Un intervento complesso che ha bisogno di risorse umane con un’ alta formazione.”

Lo squilibrio territoriale è confermato dagli ultimi dati ISTAT che evidenziano come “la regione marci a due velocità. Da un parte, uno dei più bassi tassi di disoccupazione in Italia, il più basso dell’ultimo decennio: 4,5% ( sotto la Toscana che segna 4,8 e l’Umbria con il 5, 1, sopra l’Emilia Romagna che ha il 3,8%), dall’altra una disomogeneità tra Province: mentre Pesaro, Ancona e Macerata viaggiano rispettivamente tra il 3,7 e il 4,0 %, Ascoli Piceno registra un tasso di disoccupazione del 6,5, con una disoccupazione femminile del 10,7 quasi il doppio che nelle altre Province e addirittura aumentato rispetto al dato del 2004 (7,9%.) “

“Quindi – ha evidenziato Ascoli- vanno fatte scelte di policy adeguate, ponendosi delle sfide con le risorse a disposizione per affrontare un’armonizzazione tra domanda e offerta, per aumentare l’integrazione scolastica e l’alfabetizzazione degli immigrati- vera risorsa cruciale per l’equilibrio economico dei prossimi anni- per mirare alla creazione di alte professionalità, attraverso il collegamento con l’alta formazione IFTS, con i poli formativi tecnologici e innovativi e con la formazione continua dei lavoratori. “

A tale proposito Ascoli ha ricordato le notevoli risorse disponibili con i Fondi Interprofessionali (organismi a carattere associativo promossi attraverso specifici Accordi Interconfederali stipulati tra le organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori) che possono essere lo strumento più idoneo per una qualificazione professionale. Quindi l’assessore ha sottolineato la necessità di potenziare gli istituti di cultura scientifica e orientarvi i giovani, di sviluppare l’educazione delle lingue straniere.

Infine, sul fronte dell’alta istruzione, Ascoli ha annunciato,trovando l’accordo del Rettore Pacetti, che la Regione ridurrà il numero di finanziamenti ai Master Universitari se non daranno garanzie di utilità ed efficacia per il mercato del lavoro, perché talvolta “servono solo a favorire le proiezioni personali del docente o ad accumulare risorse per piccoli gruppi universitari. “ Riguardo alle delocalizzazione degli Atenei in piccoli centri urbani, Ascoli ha sostenuto che “istituire corsi in tre aule, non è fare l’Università che significa invece atmosfera culturale, scambio di pensieri, valorizzazione dei saperi, stimolo alla conoscenza.”

27/03/2007





        
  



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