"Donna de Paradiso"
Monteprandone | Solenne processione del "Cristo Morto" del Venerdì Santo.
Come da consuetudine secolare i riti della Settimana Santa sono molto sentiti nel piccolo centro della valle del Tronto. Numerosa è la partecipazione di gente, anche da fuori Comune, per la solenne processione del "Cristo Morto" del Venerdì Santo, e per l'appuntamento, sempre nel pomeriggio di venerdì, con il rito delle "Tre Ore di Agonia". Quest'anno l'Amministrazione comunale e l'Associazione Teatrale Teatrlaboratorium 27 Aikot, in collaborazione con la Parrocchia Maria SS. Assunta, il Comitato Cristo Morto e la Pro Loco , hanno arricchito la programmazione inserendo, in apertura, la sacra rappresentazione, tratta dalla laude di Jacopone da Todi "Donna de Paradiso".
"Donna de Paradiso" è certo la più nota delle laudi di Jacopone da Todi (1230-1306). In essa si riversa la tormentata esperienza mistica di Jacopone. Un testo, così crudelmente umano, di cui si è cercato di mantenere il senso religioso: un doppio filo che lega l'uomo e il divino, in un rapporto di reciproca necessità. La poesia religiosa di Jacopone da Todi si nutre di immagini, vive e vivide. La fonte dell'ispirazione di Jacopone. In particolare, proprio le croci lignee del Duecento che raffigurano la Madonna piangente a fianco del Cristo morto possono aver ispirato la più celebre delle Laudi di Jacopone:
I due attori, Vincenzo Di Bonaventura e Maria Novella Gobbi, ed il danzatore, mimo, Andrea Baldassarri, danno una rilettura in chiave contemporanea, anche se ad esso rimane fedele nell'antico linguaggio italico del 1200, recuperando nelle parole e in frasi lontane nel tempo musicalità ed assonanze oggi dimenticate. La rappresentazione si completa e trova la sua massima espressione nell'integrazione del testo con la coreografia, la musica e la scenografia. I movimenti degli attori, lenti, nitidi, essenziali, crescono di intensità e drammaticità, sospesi, quasi modificati, dalle danze, rappresentando la crocifissione di Cristo ed il pianto della Madonna, così come il frate umbro li pose in poesia circa 800 anni fa. Le musiche ed i canti medievali, a cura del Giardino di Armida, intercalano la narrazione
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27/03/2007
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