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Assistenza domestica e familiare nelle Marche

| ANCONA - Oltre 7.200 le colf-badanti straniere nellla Regione

di Luigina Pezzoli


Sono complessivamente 7.242 le lavoratrici domestiche straniere che lavorano regolarmente in tutta la regione Marche. Un numero che, in soli quattro anni, si è più che triplicato nella provincia di Pesaro e Urbino e raddoppiato nelle province di Ascoli, Macerata ed Ancona.

Si tratta infatti di un incremento consistente avvenuto nell’arco di quattro anni (dal 2000 al 2004), grazie soprattutto alla legge Bossi-Fini sulla regolarizzazione dei rapporti di lavoro del 2002. Come in tutte le società ricche, quello dell’assistenza domestica e familiare, è un lavoro svolto soprattutto da stranieri ed extracomunitari: a livello nazionale, nel periodo di riferimento, l’incidenza dei collaboratori familiari stranieri sul totale dei lavoratori è passata dal 51,5% registrata nel 2000 al 74,3% del 2004.

Nelle Marche, in particolare, l’incremento maggiore è stato registrato nel pesarese (+362%) con 2.120 badanti, seguito dalla provincia di Ascoli (+270%) con 1.316, Macerata (+256%) con 1.465 e Ancona (185%) con 2.341. Questi i principali risultati di uno studio dell’agenzia giornalistica Dalla A alla V su dati della “Fondazione Leone Moressa” e INPS, sull’importanza sociale del lavoro a domicilio e dell’assistenza familiare fornita dalle colf-badanti straniere.

Le colf-badanti operano soprattutto nelle aree metropolitane dove il bacino di utenza (anziani soprattutto non autosufficienti) è elevato e dove la società civile non è più in grado di gestire direttamente (famiglia allargata) o indirettamente (sistemi di welfare e di assistenza pubblica) il fenomeno.

Le categorie dei lavoratori domestici includono non solo le tradizionali "colf", ma tutti quei lavoratori che "prestano a qualsiasi titolo la loro opera per il funzionamento della vita familiare". Pertanto anche cuochi, autisti, dame di compagnia, bambinaie e badanti sono considerati lavoratori domestici secondo la definizione legale. Generalmente si tratta di donne provenienti dall’Est Europa (54,3%), ma anche dall’America del Sud (15,2%) e dalle Filippine (13,4%), con un’età media di 40 anni e residente soprattutto nelle grandi aree metropolitane, che hanno lasciato marito e figli per trovare, da sole o con l’aiuto di amici o familiari già soggiornanti nel Paese di destinazione, uno stipendio sufficiente in parte per sopravvivere e in parte da destinare in patria.

Si ricorda inoltre che il contratto nazionale di lavoro vigente prevede quattro distinte categorie per l'inquadramento di questi lavoratori, a seconda del livello di istruzione e del grado di professionalità richiesto (super- domestici dotati di un diploma o di un attestato con valore legale, di una professionalità ben specifica; dame di compagnia, capi cuoco, chef, infermieri diplomati, assistenti geriatrici e tutti quegli altri lavoratori che adempiono a mansioni di specifica ed elevata competenza professionale; balie e bambinaie, autisti, guardarobiere, cameriere e prestatori di lavoro generico che abbiano maturato il servizio necessario per transitare dalla terza alla seconda categoria (18 mesi di anzianità presso la stessa famiglia) e, infine, colf che svolgono lavori prettamente manuali o di fatica e che non hanno ancora maturato l'anzianità necessaria per il passaggio alla seconda categoria.

09/03/2007





        
  



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