Rifinanziamento della missione in Afghanistan.
Acquasanta Terme | "Il governo Prodi è di nuovo a rischio. Non tutti a sinistra voteranno a favore della missione afgana".
di Giuseppe Orsini*
La Casa delle Libertà ha appena votato a favore (8 marzo) ed intende farlo anche in Senato per essere vicini ai militari impegnati e per il decoro la politica estera italiana.
Se al governo Prodi mancherà la “sua” maggioranza al Senato, si dimetterà?
L’On. Fassino dice che il governo se ha la maggioranza grazie all’opposizione, non deve dimettersi, come accade negli USA ed in Inghilterra.
Giusto. Ma lì i partiti ragionano: democratici e repubblicani in USA, laburisti e conservatori in GB pensano prima al Paese, poi al Potere.
In Italia il centro-destra ha più volte sostenuto iniziative della sinistra, dal Kosovo (1999 - governo D’Alema) fino ad ora alla Camera, seppur con l’astensione della Lega.
Quando il centro sinistra ha fatto o farà altrettanto?
Noi, elettori, abbiamo una netta impressione: il centro sinistra pensa solo al Potere, il centro destra pensa anche al Paese.
Sull’Afghanistan, ecco cosa scrive l’On. Cesare Campa (FI).
«Le fonti più accreditate si aspettano un massiccio attacco dei talebani in Afghanistan, dove 2 mila militari italiani sono schierati tra Kabul ed Herat. Il Governo, di fronte a questa drammatica previsione, continua a mantenere il nostro contingente privo degli armamenti necessari per difendersi. Mantovani (Rifondazione comunista – ndr) ha torto: disarmare i nostri militari vuol dire mandarli a morire. Le gravi difficoltà interne della cosiddetta maggioranza, causate da inconciliabili contrapposizioni ideologiche, rischiano di mettere in pericolo le vite dei nostri soldati. I mezzi ora impiegati sono assolutamente inadatti ad affrontare le insidie delle mine e delle armi dei talebani». L’On. Campa, esaminata la inadeguata dotazione di mezzi del contingente italiano, conclude: «Tutto questo è allarmante. I pruriti ideologici di Mantovani e della sinistra marxista rischiano di pesare sulle vite dei nostri soldati!»
Per Flavia Prodi il matrimonio equivale ad un mutuo ventennale. Forse.
In una intervista a Concita De Gregorio (La Repubblica del 7 marzo 2007, pag. 11),
la moglie del nostro Premier rivela di aver chiesto alle sue alunne: «Ma un mutuo di venti anni fatto insieme non è impegnativo almeno quanto un matrimonio diciamo pure civile? In cosa consiste la differenza in termini di responsabilità e di impegno reciproco?»
La risposta?
«Non ne ricordo di convincenti – dice la Signora Flavia – o almeno ora mi sfuggono».
Posso dare un consiglio? Signora Flavia, se è credente, prima di porre certe domande, si legga il Vangelo e la Dottrina della Chiesa unitamente alla Costituzione Italiana. Chiesa e Costituzione basano la nostra società sulla Famiglia. Quella normale.
Se non crede, legga almeno e soltanto l’art. 29 della Costituzione Italiana:
«La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi (marito e moglie; ndr), con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare»
Cosa c’entri il paragone tra matrimonio e mutuo è un mistero. Doloroso.
Libertà di satira.
La Littizzetto prende in giro l’On. Franco Turigliatto, espulso da Rifondazione Comunista.
Rifondazione, a Torino, città di Turigliatto e di Littizzatto, protesta.
Ma per favore!
E la libertà di satira che sventolavano quando al governo c'era Lui?
Naturalmente Lui era Silvio Berlusconi!
*segretariogenerale@movimentoelia.org
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09/03/2007
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