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La classifica dei migliori in Europa nell'ultimo decennio

Forlì | L'Italia? Non pervenuta!I 27 Stati Membri, secondo i risultati della ricerca finalizzata a stabilire l'indice di diminuzione della mortalità alcol-correlata rispetto a quella "comune", sono risultati suddivisi in 3 gruppi, formati da 9 Nazioni ciascuno.

L'ETSC, l'European Safety Transport Council, organizzazione indipendente senza fine di lucro con sede a Bruxelles che si dedica alla riduzione del numero e della gravità degli incidenti stradali in ambito europeo, ha appena pubblicato un importante studio sulla sinistrosità letale alcol-correlata nel decennio 1996/2005.

Il rapporto, realizzato dall'ufficio PIN presso l'ETSC (Road Safety Performance Index), che sarà pubblicato dall'Asaps sul prossimo numero della sua rivista il Centauro, è stato stilato grazie al contributo di 37 organizzazioni nazionali ed internazionali di tutta Europa, che si occupano della sicurezza nel trasporto, e fornisce uno spaccato molto preciso dell'attuale situazione continentale.

I 27 Stati Membri, secondo i risultati della ricerca finalizzata a stabilire l'indice di diminuzione della mortalità alcol-correlata rispetto a quella "comune", sono risultati suddivisi in 3 gruppi, formati da 9 Nazioni ciascuno:

- un primo gruppo di "campioni", capeggiato dalla Repubblica Ceca (-11%), e composto da Germania (-6%), Polonia (-5%), Slovacchia ed Olanda (-4%), Lettonia (-3%), Austria (-2,2%), Francia (-1%) e perfino la Grecia (-0,5%). Si tratta, come si vede, di stati che ottengono ottimi risultati nonostante le forti tradizioni alcoliche;

- 9 Nazioni che, pur essendosi distinte nella riduzione della mortalità stradale, hanno fatto registrare addirittura un aumento di questo tipo di letalità: è il caso della Spagna (+5%), dell'Ungheria (+3,6%), della Slovenia (+3%), della Finlandia (+3%) Gran Bretagna ed Estonia (+2,5%), Danimarca e Svizzera (+1%), e della Lituania (+0,5%);

- infine, 9 stati, tra cui l'Italia, giudicati incapaci di fornire all'ETSC i dati richiesti.
Dunque, il nostro Paese è, insieme a Belgio, Malta, Irlanda, Norvegia, Portogallo e Svezia, tra quelli "non pervenuti".
È ora necessario allinearsi con gli stati "trasparenti": statistiche chiare e di pronta consultazione, per intervenire ad ogni emergenza, e poi seguire l'esempio di chi - in questo contesto - ha veramente brillato: politiche restrittive, controlli efficaci, certezza delle sanzioni e campagne di sensibilizzazione.

24/04/2007





        
  



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