"Attualmente le rette, gli accessi, le valutazioni per l'assistenza sono diverse a seconda del Comune dove viene prestato il servizio. Vogliamo potenziare le prestazioni e renderle omogenee all'interno delle varie realtà presenti in Ambito attraverso una gestione unitaria". Così Loredana Emili assessore alle Politiche Sociali dopo l'accordo siglato tra i 14 sindaci dell'Ambito e i sindacati Cgil, Cisl e Uil che si sono incontrati nei giorni scorsi al Comune.

L'intento è quello di raggiungere una gestione associata dell'assistenza domiciliare e dei centri diurni, così da offrire la stessa qualità dei servizi in tutti i Comuni dell'Ambito 21. il patto fa seguito ad una piattaforma sociale siglata nel mese di marzo. Il comitato dei sindaci si impegna a stabilire una convenzione tra tutti i Comuni dell'Ambito 21 per gestire in forma associata il servizio territoriale minori, il servizio di sollievo, l'Unità di strada, i centri di ascolto nelle scuole, la mediazione culturale, di avviare il percorso per la gestione in forma associata dell'assistenza domiciliare in particolare per le aree anziani e disabili e dei centri diurni ad essi indicati con impegno di verifica entro gennaio 2008.

Al raggiungimento di questo importante traguardo aderisce anche l'istituzione degli Ups, ovvero di Uffici di promozione sociale che vedranno coinvolte realtà come il distretto sanitario, i patronati, il volontariato. Uffici dai quali si dovranno dare risposte a coloro che necessitano di assistenza, quindi evitare che persone già colpite da problematiche grandi, come quelle di avere familiari disabili, si trovino anche a dover affrontare i lunghi iter della burocrazia.

Neroni della Cigl ha precisato : "Il nostro obbiettivo- ha ribadito il sindacalista- è quello di uniformare il servizio sul territorio e soprattutto di far conoscere ai cittadini i servizi che le amministrazioni assieme alle Asl mettono loro a disposizione". Concetti confermati da Francesco Vagnoni della Spi Cgil.

Al verbale firmato tra Comitato dei sindaci e sindacati è preceduto un accordo tra i patronati e l'amministrazione comunale dove si raccomandava il Comune a non aumentare la pressione fiscale per quest'anno lasciando inalterati addizionale Irpef, Ici e Tarsu, mantenendo invariato il costo dei servizi a domanda individuale, a consolidare e sviluppare le azioni tese a combattere l'evasione fiscale, ad adottare l'Indicatore della situazione economica equivalente come strumento di verifica per l'accesso a tutti i servizi a domanda individuale e a ritenere la famiglia quale punto di riferimento degli interventi sociali.