Gaspari, la sfida è pensare il futuro
| "E' necessario prima di parlare di nomi e di incarichi creare nel territorio un'animo costruttivo, una cultura di programmazione e di crescita condivisa".
di Massimiliano Brugni*
Appare ormai evidente come il Sindaco di San Benedetto del Tronto Gaspari sia sempre incline a recriminazioni di ordine toponomastico riguardanti il nome della nuova provincia o addirittura la dicitura nella targa delle automobili.
Ebbi modo qulache mese addietro di chiamare questo spirito che lo anima come uno orgoglio etnico che cerca dietro il campanilismo di recuperare boccate di ossigeno di consenso in un momento in cui la sua parte politica vive una grande difficoltà. In questo momento,però, ritengo doverosa una riflessione lontana da qualsiasi campanilismo territoriale e politico, che è peraltro condivisa da molti amministratori del territorio e anche da semplici cittadini della nuova provincia, anche della parte politica del Sindaco Gaspari. E' necessario prima di parlare di nomi e di incarichi creare nel territorio un'animo costruttivo, una cultura di programmazione e di crescita condivisa che unisca indipendentemente dalla zona di provenienza, una progettazione che si basi sulle peculiarità e le grandezze del territorio, come giustamente ha ricordato Gaspari, San Benedetto ha delle specificità indiscusse e riconosciute a livello nazionale che però in un ottica di crescita del territorio non possono che aumentare con l'apporto di tutta la nuova provincia.
Ascoli Piceno, unica nel suo splendore artistico, San Benedetto indiscussa riviera delle palme, ma perchè non pensare anche alla zona della Montagna, con paesaggi stupendi, si prospetta già un futuro roseo non indifferente e nonsolo sotto il profilo turistico. Il Sindaco Gaspari deve compredere che il ruolo di San Benedetto nessuno vuole metterlo in discussione anzi si deve sviluppare e quindi San Benedetto crescerà molto di più con l'apporto di Ascoli e delle altre zone della Provincia, in sinergia. La battaglia per il futuro non è quella della recriminazione della grandezza di una città piuttosto che un'altra basata su polemiche di ordine toponomastico , ma è quella di riuscire a condividere scelte importanti di programmazione e progettazione del territorio che devono necessariamente partire prima possibile.
Le infrastrutture il nodo fondamentale, anche perchè mentre noi perdiamo tempo in discussioni sterili sul nome e sul ruolo di Ascoli o di San Benedetto altri territori limitrofi, vedi il fermano, sono agguerriti nella ricerca di contributi ed infrastrutture riuscendo a strappare successi importanti e noi adesso se occupiamo del tempo in questa maniera potremmo perdere colpevolmente nuove risorse per il territorio. Perchè non allacciare anche un tavolo di discussione sul mondo dei servizi dove le rispettive città potrebbero creare grandi economie con indiscussi ritorni anche economici per il territorio e diventare un grande catalizzatore di interesse anche per le comunità anche fuori dalla Provincia (teramano e rietino), come peraltro Ascoli Piceno sta degnamente facendo con Piceno Gas e Ascoli servizi comunali nella gestione dei rifiuti. Quindi per concludere un caldo ed accorato invito al Sindaco Gaspari, lasci da parte le sterili recriminazioni che possono dare il consenso politico fuggente di un attimo attraverso una semplice lettura di un giornale e si associ piuttosto al Sindaco di Ascoli Celani iniziando a condividere un progetto di crescita per tutto il territorio della nuova provincia e che inevitabilmente vede in Ascoli e San Benedetto i fari del futuro.
Creiamo anche un gruppo di lavoro che al difuori della Commissione Paritetica ed il Comitato dei Sindaci, possa aggregare anche la società civile con gli operatori economici, sociali ed associazioni di catogoria che potranno dare giuste indicazioni per la crescita di tutto il territorio ...e se poi il problema è quello del nome allora chiamiamola Provincia Picena!!!.
*Conigliere Provinciale AN
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05/04/2007
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