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Emergenza idrica, relazione in Giunta della protezione civile

Ancona | Task force per un dossier sulla situazione delle Marche.

La Giunta regionale, su proposta del presidente Gian Mario Spacca, ha deciso di avviare uno studio sulla situazione idrica regionale, per censire la disponibilità delle risorse e programmare gli interventi necessari a scongiurare una crisi nelle Marche.

Il gruppo di lavoro sarà coordinato dall'assessore al Territorio, Gianluca Carrabs, e dal dirigente del dipartimento della Protezione civile della Marche, Roberto Oreficini. Entro ottobre la "task force" dovrà presentare le proprie conclusioni alla Regione, per consentire all'esecutivo di sviluppare "un'organica politica di gestione e utilizzo delle acque".

La decisione è stata assunta dalla Giunta regionale, nel corso dell'odierna seduta, dopo la relazione svolta da Oreficini sulle conclusioni della riunione tecnica dello scorso 2 maggio, svoltasi in Regione. Riunione alla quale hanno partecipato enti e strutture interessate alla gestione delle acque e convocata su richiesta del presidente Gian Mario Spacca. Oreficini ha anche anticipato alla Giunta regionale che, sulla base delle informazioni assunte a Roma (i documenti non sono stati ancora resi pubblici), le Marche dovrebbero essere ricomprese nelle regioni del Centro Nord interessate dalla dichiarazione della stato di emergenza idrica disposta dal Consiglio dei ministri venerdì scorso.

I partecipanti alla riunione tecnica del 2 maggio hanno suggerito alcuni interventi per risparmiare l'acqua e scongiurare una crisi nelle Marche. Le indicazioni abbracciano un arco temporale riferito al medio e al lungo termine, insieme alla costituzione di una cabina di regia regionale. Gli interventi suggeriti riguardano azioni di sensibilizzazione della popolazione e delle istituzioni per contenere gli sprechi, sia idrici che energetici, e per programmare un piano di tutela delle acque e di potenziamento degli acquedotti. Il gruppo regionale ritiene che la sensibilizzazione della comunità marchigiana possa avvenire, uniformemente sul territorio, anche attraverso i Centri di educazione ambientale e la rete della Promozione della salute, già esistenti e operativi in gran parte della regione.

Inoltre, la creazione di sistemi di accumulo locali, di piccole dimensioni, potrebbe facilitare la gestione idrica nel settore agricolo, che consuma, da solo, il 60 per cento dell'acqua disponibile.

07/05/2007





        
  



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