A Montreal la tradizione popolare marchigiana raccontata dalla mostra "Pellegrinaggi mariani"
Loreto | La mostra "Pellegrinaggi mariani" era stata allestita in precedenza a Loreto, dove ha avuto un notevole successo di pubblico, con una proroga di oltre un anno.
Pellegrina della Ciociaria
La mostra "Pellegrinaggi mariani" era stata allestita in precedenza a Loreto, dove ha avuto un notevole successo di pubblico, con una proroga di oltre un anno. In Canada la mostra è arrivata sulla spinta delle tante richieste giunte da parte delle Associazioni dei Marchigiani all'estero, in particolare del Canada e dell'Argentina. Per l'occasione è stata appositamente realizzata una pubblicazione in tre lingue, che illustra il percorso espositivo e sottolinea l'importanza di Loreto anche dal punto di vista artistico e turistico. La rassegna è dotata anche di un catalogo con saggi del filosofo Giancarlo Galeazzi e di Paolo Morello, direttore dell'Istituto Italiano di Storia della Fotografia.
La mostra, curata da Gabriella Papini, con la collaborazione di Floriano Grimaldi e di Massimo Di Matteo, intende narrare il percorso dei pellegrini che giungevano a Loreto: l'arrivo dei in stazione, la salita della Scala Santa, l'arrivo in piazza, le processioni, la preghiera all'interno della Basilica, il ristoro dei pellegrini, la festa con la fisarmonica e i gruppi. Attraverso 143 vecchie foto, tutte in stampa originale dell'epoca, raccolte in 5 quadri, e 12 gigantografie di circa 2 metri per un metro e 50, ci si immette in un viaggio emozionante in una delle più radicate e belle tradizioni regionali: la devozione popolare. Per questo la rassegna continua ad essere richiesta in Italia e all'estero (dopo Montréal, entro il 2007 andrà certamente a Milano).
Volti, sguardi, azioni che i fotografi locali e gli stessi pellegrini hanno prodotto e realizzato con un verismo e una puntuale capacità di cogliere quella realtà concreta e spirituale, drammatica e gioiosa che si esprime nel giungere alla meta.
Il viaggio era lungo. Le strade difficili, il cammino impervio. A Loreto i pellegrini arrivavano a piedi. Chi con le scarpe, chi senza. Un pellegrinaggio che durava giorni. Al Santuario di Loreto si andava con le valigie, le sacche, le sporte, il pane e l'acqua.
Contadini segnati dal sole e dalla fatica, giovani coppie che ringraziavano dopo le nozze, anziani disposti a morire lungo il percorso, madri con bimbi neonati, migliaia e migliaia di persone sofferenti, trasportate su barelle da campo, su trattori, e poi chi sull'asino e chi sul mulo. Erano gli anni Trenta, gli anni del fascismo, a Loreto si riversavano schiere di pellegrini sempre più folte e i primi "treni bianchi" degli ammalati, qui deviati dopo il divieto di Mussolini che aveva proibito i viaggi di preghiera a Lourdes. Anni di fame e di guerra.
Le foto vanno dal 1925 al 1970, quasi a voler sancire una demarcazione tra il pellegrinaggio tradizionale e quello che è poi diventato, a partire dagli anni ottanta, fenomeno di massa e multimediale, nonché evento televisivo con forti risvolti turistici. Il taglio antropologico e documentaristico consente di capire come sia cambiata la devozione popolare e come sia cambiata l'Italia in cinquanta anni. Molti grandi hanno fotografato Loreto e i pellegrini: dal marchigiano Mario Giacomelli, a Gianni Berengo Gardin e Antonio Biasucci.
Ma queste immagini nella loro sintetica semplicità rappresentano la devozione popolare con grande naturalezza, senza artifici interpretativi o tecnici, con affettività e rispetto dei sentimenti e in alcuni casi del dramma di chi si mette in cammino per chiedere una grazia o una guarigione o solo per pregare.
(www.giornatadellemarche.it - www.pellegrinialoreto.it)
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10/07/2007
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