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Magdi Allam:Il fatto e la parola

Ripatransone | Si è concluso a tarda notte l'appuntamento dedicato a Magdi Allam al Teatro Mercantini. Il vice direttore del "Corriere della Sera" è stato ‘sequestrato' dai suoi estimatori che, copia del libro "Viva Israele" alla mano, hanno ottenuto dedica e autografo.

di Francesca Gironelli

Magdi Allam

È stata un successo la serata di venerdì scorso al Teatro Mercantini di Ripatransone per la presentazione del libro di Magdi Allam "Viva Israele. Dall'ideologia della morte alla civiltà della vita: la mia storia". L'evento rientra nella rassegna "Itinerari del libro" voluta dall'Amministrazione comunale di Ripatransone in collaborazione con la libreria "La Bibliofila" di San Benedetto del Tronto. Presenti il sindaco Paolo D'Erasmo e l'assessore Remo Bruni che hanno aperto la serata, insieme con i giornalisti Mimmo Minuto e Patrizio Patrizi, che ha introdotto l'argomento e rivolto domande all'autore.

L'appuntamento con Magdi Allam è stato un'occasione per sperimentare che la storia non è - come spesso accade per chi la approccia con fatica - un intreccio fitto di eventi e date, volti e nomi, che si susseguono velocemente e da mandare a memoria.

Parlando del suo libro, che non è un saggio ma un'autobiografia, il famoso giornalista egiziano ha in poco tempo presentato spiegato e approfondito uno degli argomenti più complicati della storia contemporanea: la questione mediorientale e le vicende di Israele. E lo ha fatto parlando anche degli episodi della sua vita, trasmettendo ai presenti come lui ha vissuto i mutamenti culturali sociali e politici nella sua terra a partire dagli anni '50. Niente nozionismo da manuali di scuola, dunque.

Madgi Allam è convinto che riuscendo a far vivere Israele, riconoscendolo e difendendo il suo diritto alla vita, si trovi la soluzione per combattere efficacemente il terrorismo islamico, che sempre ha natura aggressiva, che combatte e distrugge "l'altro", il "diverso": l'ebreo, il cristiano, il mussulmano eterodosso e che esce dagli schemi. Prima della lista rimane la donna, la prima "diversa" per l'uomo islamico integralista che cerca di sottometterla, il primo soggetto sociale preso di mira dal tiranno che poi procede a sottomettere e plagiare anche le altre coscienze: le donne rappresentano il parametro per vagliare il livello di libertà, di sviluppo e di democrazia di un Paese.

Dunque per Magdi Allam, un modo per combattere il terrorismo islamico a partire dalle nostre città e senza andare tanto lontano, è quello di investire per l'emancipazione delle donne immigrate, per un'integrazione autentica che vada a unirsi con la ricerca di un percorso comune per tutti gli immigrati. Non un falso multiculturalismo che alla fine genera solo divisione, ghettizzazione e razzismo. La nozione di bene comune deve valere sia per il cittadino italiano che per l'immigrato.

L'augurio che Allam si fa è quello che si riscopra il senso di identità nazionale, sentimento che in Italia non va per la maggiore. Identità nazionale intesa come cornice di valori, diritti e doveri condivisi da tutti e come traguardo da raggiungere insieme, obiettivo partecipato e sentito senza il quale non si accettano le regole comuni e la società si disgrega, allevando i propri carnefici al suo interno. Il diritto alla vita è diritto alla diversità ma nel rispetto di regole condivise e di valori che devono dar vita ad un patrimonio comune.

Grazie ai numerosi interventi del pubblico, la serata si è rivelata ancor più interessante e si è conclusa per Magdi Allam a notte fonda, per riuscire ad accontentare tutti i suoi lettori che si sono diligentemente messi in fila per avere una dedica e autografo, controllati dagli uomini della scorta che lo accompagna a causa delle minacce di morte ricevute dal mondo integralista islamico per la sua attività intellettuale e di denuncia.

14/07/2007





        
  



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