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Piante per consolidare le infrastrutture viarie, interventi sulle strade provinciali

Ascoli Piceno | Sono stati infatti approvati gli interventi da effettuarsi nei bacini del Tenna e dell'Ete Vivo e negli interbacini del Fluvione, Tronto e Castellano e dell'Aso-Tesino per un investimento complessivo di oltre 520.000 euro.

Prosegue l'opera di riqualificazione del patrimonio viario della Provincia di Ascoli Piceno. Sono stati infatti approvati nell'ultima riunione di Giunta i progetti preliminari e definitivi relativi agli interventi da effettuarsi nei bacini del Tenna e dell'Ete Vivo e negli interbacini del Fluvione, Tronto e Castellano e dell'Aso-Tesino per un investimento complessivo di oltre 520.000 euro. Un'opera resa necessaria anche dagli eventi climatici degli ultimi anni che hanno peggiorato alcune situazioni preesistenti.

Per la precisione:
- nel bacino del Tenna e dell'Ete Vivo è prevista una spesa di 181.808 euro per intervenire rispettivamente al km. 1,3 della strada provinciale n. 72 "Rapagnanese" che collega Rapagnano a Torre San Patrizio e nell'area compresa tra le contrade di Sant'Isidoro e Lago Cancello della strada provinciale n. 56 "Monterubbianese" che collega Petritoli, Monterubbiano e Fermo;
- nell'interbacino del Fluvione, Tonto e Castellano è prevista una spesa di 186.780,40 euro per intervenire al km. 1 della strada provinciale n. 73 "Ripaberarda" che si snoda tra i territori comunali di Ascoli Piceno e Castignano;
- nell'interbacino dell'Aso-Tesino è prevista una spesa di 155.620,78 euro per intervenire sulla strada provinciale n. 6 "Bore - Aso" che collega Montefiore alla strada "Valdaso" e sulla strada provinciale n. 22 "Cossignano - Carassai - Valdaso" che serve il territorio comunale di Carassai.

Si tratta di un piano di rinaturalizzazione delle scarpate, cioè di stabilizzazione, consolidamento e rivestimento delle scarpate direttamente incidenti sulle strade provinciali attraverso l'impiego di tecniche di ingegneria naturalistica quali, ad esempio, l'utilizzo di piante vive, spesso in abbinamento con altri materiali, allo scopo di stabilizzare il suolo e creare una base di difficile erosione. Attraverso uno studio finalizzato a identificare l'altitudine, l'esposizione, le condizioni del terreno, il clima ed il contesto ambientale delle diverse aree di intervento, la Provincia ha già individuato le migliori specie da utilizzare.

La scelta di avvalersi di tecniche di rivegetazione ha un impatto ambientale nullo e offre molteplici vantaggi: quello idrogeologico, grazie all'azione antierosiva, di drenaggio e di stabilizzazione, quello naturalistico, visto il recupero di aree degradate, la ricostituzione o nuova formazione di habitat, e il miglioramento del terreno, quello estetico-paesaggistico, considerato il recupero di paesaggi e la protezione dal rumore con barriere vegetali. Infine, da non trascurare, il vantaggio economico che si può ricavare dal risparmio sui costi di costruzione di opere murarie di contenimento.

09/08/2007





        
  



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