La giunta detta le raccomandazioni per i piani energetici ambientali comunali (PEAC)
Ancona | I Comuni devono tener conto delle ultime indicazioni contenute nella normativa regionale, nazionale e comunitaria, in termini di efficienza energetica, uso razionale dell'energia e utilizzo di fonti rinnovabili.
Questo deve essere l'obiettivo del PEAC, il Piano energetico ambientale, di cui i Comuni con popolazioni superiori ai 50 mila abitanti devono dotarsi nell'ambito del proprio strumento urbanistico. La Giunta regionale ne ha appena varato le "Raccomandazioni per la redazione": un documento che si sviluppa in quattro capitoli, riferiti a sostenibilità urbana ed edilizia, fonti rinnovabili, esempi di interventi e analisi del sito, con cui si suggerisce ai Comuni una possibile prassi procedurale che si articola in una fase conoscitiva e in una operativa.
"Il PEAC - dichiara l'assessore regionale all'Ambiente, Marco Amagliani - rappresenta uno strumento importante, in quanto, come tutti gli interventi di pianificazione del territorio, ha notevoli implicazioni di carattere economico, sociale, occupazionale e soprattutto di carattere ambientale, laddove gli aspetti ambientali sono inscindibilmente correlati con l'efficienza energetica e l'impiego delle fonti rinnovabili".
Nella redazione del PEAC, i Comuni devono seguire gli indirizzi del Piano energetico ambientale regionale (PEAR) e devono tener conto delle ultime indicazioni contenute nella normativa regionale, nazionale e comunitaria, in termini di efficienza energetica, uso razionale dell'energia e utilizzo di fonti rinnovabili. Per finanziare i Comuni che provvederanno alla redazione del Piano, la Regione Marche ha stabilito di destinare la somma di 120.000 euro.
"Con tali Raccomandazioni - continua Amagliani - si auspica che tutti i Comuni marchigiani possano dotarsi di un PEAC o che, per piccoli Comuni, possano essere redatti piani energetici ambientali di carattere intercomunale da Comuni associati tra loro e, in alternativa, da Comunità montane di concerto con i Comuni di appartenenza".
Nel merito delle raccomandazioni, l'analisi del sito, ossia del luogo fisico, assume una notevole importanza nell'ambito del processo della pianificazione urbanistica e della progettazione architettonica ed è il prerequisito indispensabile per qualsiasi intervento in edilizia sostenibile. Nel rispetto del principio di sostenibilità urbana ed edilizia, la progettazione architettonica degli edifici dovrà essere volta a realizzare un involucro ottimizzato a scambiare con l'esterno il minimo possibile di energia. Andrà poi incentivato l'impiego di materiali della tradizione locale e naturali, inteso anche come promozione dei prodotti di territori specifici, per i quali si può giungere a sistemi di certificazione di prodotto.
Riguardo al ricorso alle fonti rinnovabili (energia solare termica, energia solare fotovoltaica, energia idroelettrica e mini-idro, minieolico, biomasse solide, liquide e gassose), deve essere visto come aggiuntivo rispetto all'efficienza energetica, finalizzato a dare risposte ambientalmente compatibili al crescente fabbisogno di energia elettrica.
Le raccomandazioni contengono anche esempi di interventi possibili sul territorio comunale relativi al patrimonio edilizio pubblico, asili e scuole elementari, piscine comunali e impianti sportivi, all'incremento del verde pubblico, all'illuminazione pubblica, a parcheggi pubblici e scambiatori, al settore dei trasporti, a quello agricolo, a quello produttivo industriale e del terziario, a quello alberghiero e della ristorazione. Infine, come novità, l'introduzione della figura dell'energy manager, di cui l'amministrazione comunale può dotarsi al fine di sviluppare e dare attuazione a programmi coordinati di uso razionale dell'energia e delle fonti rinnovabili, in grado di migliorare sensibilmente l'ambiente urbano.
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03/08/2007
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