Travaglio va oltre Stella: "I politici? Non una casta ma una cosca"
San Benedetto del Tronto | Il giornalista ha presentato ieri i suoi ultimi scritti: "Uliwood Party" e "La scomparsa dei fatti". Bagno di folla alla Palazzina Azzurra. "L'Italia- sentenzia- è un paese malato che pensa di guarire uccidendo il medico e distruggendo il termometro".
Marco Travaglio durante la presentazione del suo libro in Palazzina Azzurra (foto Cellini)
Chiude alla grande la rassegna estiva "Incontri con l'autore" promossa dall'assessorato alla Cultura in collaborazione con la libreria "La Bibliofila". Nonostante il caldo opprimente e l'orario inconsueto (18:00) i posti alla Palazzina Azzurra erano tutti esauriti. Tutti aspettavano lui. Marco Travaglio. Lui ed i suoi ultimi libri: Uliwood Party e La scomparsa dei fatti.
Dopo un breve saluto dell'Assessore Margherita Sorge il dottor Ettore Picardi sostituto Procuratore della Repubblica ha introdotto l'autore. Una presentazione snella per lasciare più tempo possibile alle caustiche parole del giornalista torinese. Nel suo intervento il vice-Procuratore ha sottolineato il rigore e la competenza di Travaglio, uno dei migliori cronisti giudiziari del panorama italiano. Tanto che anche i suoi numerosi detrattori ne riconoscono la preparazione in materia di diritto e di giurisprudenza.
E Travaglio inizia sparando a zero sulla classe politica: "Non sono una casta, ma una cosca dove gli affiliati non devono soggiacere al diritto ordinario". Travaglio motiva le sue affermazioni ripercorrendo alcuni tra i principali fatti di cronaca politico-giudiziaria degli ultimi anni: la vicenda Previti, le vicissitudini dei "furbetti del quartierino" e dei loro protettori politici, le scalate bancarie e gli intrecci tra economia e potere politico. Insomma tutti quei fatti e quei fattori che lo portano a definire la politica italiana come "deviata".
Forte critica anche ai giornalisti "Che ormai sono solo dei reggimicrofono al servizio del potente di turno". Ed a chi lo accusa di cavalcare un sentimento antipolitico risponde con un esempio chiaro, estendibile a molte altre situazioni: " Non è antipolitico sdegnarsi di fronte al dramma della mondezza in Campania...Antipolitico è chi non riesce a risolvere questo problema e non chi lo denuncia"
Entrando nello specifico dei libri si può dire che Uliwood Party nasca l'11 aprile 2006:Quando Romano Prodi vince le elezioni politiche e Marco Travaglio chiude la rubrica con cui ha fustigato il governo Berlusconi, l'appuntamento quotidiano che l'ha reso famoso, Bananas, e apre una nuova rubrica: da allora Uliwood Party fa pelo e contropelo al governo di centrosinistra. In questi anni Marco Travaglio è diventato in Italia sinonimo di giornalismo indipendente e documentato. Puntuto, feroce, irresistibile, "Uliwood Party" fa la radiografia del primo anno del governo Prodi. Ci racconta l'Italia in cui viviamo, con tutte le sue storture e le sue contraddizioni.
Travaglio sostiene principi che dovrebbero essere assodati: non dobbiamo dire una cosa e fare l'opposto, bisogna rispettare la legge e le sentenze, chi commette reati dev'essere condannato e scontare la pena, la libertà d'opinione dev'essere salvaguardata e l'informazione dev'essere libera. Dovrebbero essere principi scontati ed ugualmente condivisi dalla destra e dalla sinistra, ma nell'Italia di oggi non c'è nulla di scontato.
La scomparsa dei fatti è una dura critica dell'informazione made in Italy troppo spesso svuotata di contenuti, revisionista, menzognera, corrotta, afflitta da una sorta di "opinionite" laddove, sempre più spesso, si assiste alla scomparsa dei fatti e al dilagare delle opinioni per natura soggettive e lontane dall'obiettivo utopico, ma per dovere perseguibile, dell'oggettività. E infatti il sottotitolo del libro recita "si prega di abolire le notizie per non disturbare le opinioni".
Per realizzare quella subdola alchimia che trasforma i fatti in opinioni basta semplicemente ignorare i primi e tanto nei telegiornali delle reti pubbliche e private, quanto nei numerosi talk show "informativi" che invadono i palinsesti televisivi è possibile trovarne traccia, se si ha la fortuna di possedere un minimo di conoscenze su certe vicende.
Stessa situazione si ritrova nelle pagine dei giornali dove abbondano articoli che non raccontano fatti ma sono solo fiumi di opinioni, dove va scomparendo il giornalismo d'inchiesta, dove vengono pubblicate tante bufale mai smentite anche se provate false, dove i giornalisti sono sempre più politicizzati.
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30/08/2007
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Kevin Gjergji