Coldiretti: "i rincari annunciati sono il frutto di speculazioni"
Ancona | Ricerca choc sui prezzi di grano e pane negli ultimi vent'anni: frumento ai livelli dell'85, la pagnotta costa sei volte tanto.
"I rincari annunciati su pane e pasta sono il frutto di speculazioni ai danni di imprese agricole e consumatori". Lo denuncia Coldiretti Marche, sulla base di una ricerca sui prezzi dei cereali negli ultimi venti anni effettuata sulla base dei dati della Camera di Commercio di Ancona.
"Il mercato del grano marchigiano ha avuto un crollo tra il ‘90 e il 2005, passando da 440 lire a 300 lire al chilo, ma non ci risulta che il pane sia costato di meno - spiega il presidente Giannalberto Luzi -. E non poteva accadere altrimenti. Oggi con un chilo di frumento, pagato 22 centesimi al chilo, si produce un chilo di pane venduto a 2,70 euro. In altre parole, il costo del grano incide per l'8% su quello della pagnotta. Non possiamo dunque tollerare che al danno causato ai produttori si aggiunga la beffa di sentirsi dire che ci saranno rincari fino al 20% su pane e pasta".
Scorrendo i dati camerali, nel 1985 il grano veniva pagato ai produttori circa 450 lire al chilo, mentre un kg di pane costava mille lire. Nel '90 il prezzo del grano è sceso a 370 lire, eppure il pane è salito a 1.600. Il trend negativo prosegue nel '95, quando il frumento arriva a 320 lire. Il pane è passato a 2.000 lire. La situazione rimane la stessa anche con l'euro. Dal 2002 al 2005 il grano viene pagato sui 16 centesimi, mentre il pane ha già iniziato la corsa che da 1,55 euro lo porterà agli attuali 2,70 euro (dato osservatorio prezzi Comune di Ancona).
Solo ora il frumento è risalito a 20-22 centesimi. Gli stessi livelli di venti anni fa, mentre il prezzo del pane è sestuplicato.
"Il medesimo discorso vale per la pasta fresca dove per ogni euro speso non più di 5 centesimi servono per pagare il grano - continua il direttore di Coldiretti Marche, Alberto Bertinelli -. E non parliamo della frutta: le pesche di qualità vengono pagate ai produttori tra i 40 e i 60 centesimi, per poi arrivare sui banchi di vendita tra 1,80 e 2 euro, con picchi di 2,5".
Il rischio è che gli allarmi servano, secondo Coldiretti Marche, a coprire la volontà di aumentare le importazioni dall'estero di prodotti da spacciare come Made in Italy a fini speculativi in assenza di una adeguata informazione in etichetta. Per questo la Coldiretti chiede l'immediata applicazione della legge 204/2004 per indicare in etichetta la provenienza dei prodotti agricoli impiegati negli alimenti.
"Il mercato del grano marchigiano ha avuto un crollo tra il ‘90 e il 2005, passando da 440 lire a 300 lire al chilo, ma non ci risulta che il pane sia costato di meno - spiega il presidente Giannalberto Luzi -. E non poteva accadere altrimenti. Oggi con un chilo di frumento, pagato 22 centesimi al chilo, si produce un chilo di pane venduto a 2,70 euro. In altre parole, il costo del grano incide per l'8% su quello della pagnotta. Non possiamo dunque tollerare che al danno causato ai produttori si aggiunga la beffa di sentirsi dire che ci saranno rincari fino al 20% su pane e pasta".
Scorrendo i dati camerali, nel 1985 il grano veniva pagato ai produttori circa 450 lire al chilo, mentre un kg di pane costava mille lire. Nel '90 il prezzo del grano è sceso a 370 lire, eppure il pane è salito a 1.600. Il trend negativo prosegue nel '95, quando il frumento arriva a 320 lire. Il pane è passato a 2.000 lire. La situazione rimane la stessa anche con l'euro. Dal 2002 al 2005 il grano viene pagato sui 16 centesimi, mentre il pane ha già iniziato la corsa che da 1,55 euro lo porterà agli attuali 2,70 euro (dato osservatorio prezzi Comune di Ancona).
Solo ora il frumento è risalito a 20-22 centesimi. Gli stessi livelli di venti anni fa, mentre il prezzo del pane è sestuplicato.
"Il medesimo discorso vale per la pasta fresca dove per ogni euro speso non più di 5 centesimi servono per pagare il grano - continua il direttore di Coldiretti Marche, Alberto Bertinelli -. E non parliamo della frutta: le pesche di qualità vengono pagate ai produttori tra i 40 e i 60 centesimi, per poi arrivare sui banchi di vendita tra 1,80 e 2 euro, con picchi di 2,5".
Il rischio è che gli allarmi servano, secondo Coldiretti Marche, a coprire la volontà di aumentare le importazioni dall'estero di prodotti da spacciare come Made in Italy a fini speculativi in assenza di una adeguata informazione in etichetta. Per questo la Coldiretti chiede l'immediata applicazione della legge 204/2004 per indicare in etichetta la provenienza dei prodotti agricoli impiegati negli alimenti.
GRANO E PANE: PREZZI A CONFRONTO
PREZZO DI UN KG DI GRANO PREZZO DI UN KG DI PANE
1985 450 lire 1.000 lire
1990 370 lire 1.600 lire
1995 320 lire 2.000 lire
2002 0,16 euro 1,55 euro
2007 0,22 euro 2,70 euro
Fonte: elaborazione Coldiretti Marche su dati Camera di Commercio Ancona, Comune di Ancona, Istat
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08/08/2007
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