La Pieve fu costruita sicuramente vicino al sepolcro del Santo Martire Benedetto, senza però annetterlo e così rimase fino alla trasformazione voluta dall'abate-parroco Luca Merli nel tardo secolo XVII.

Alcune tracce dell'antichissima Pieve possono essere individuate nella parte sottostante l'odierna sacrestia.
L'antica Pieve fu costruita a lato nord del sepolcro del Santo, con ingresso principale ad ovest ed altare maggiore ad est. Le dimensioni erano ridotte rispetto alla costruzione odierna e non doveva differire molto dalle chiesi rurali ancor oggi esistenti nel nostro territorio. Resta di quella costruzione, sulla parete est dell'attuale, la parte dell'abside con un'interessante finestra che doveva dare luce al presbiterio.

L'altra finestra, più piccola ed in alto, fu fatta aprire dall'abate Merli nella ristrutturazione del 1698 per dar luce alla nuova sacrestia. Ma già in precedenza aveva subito un'altra modificazione ad opera del pievano Antonio Battista da Belmonte nel 1497, come si può leggere su una lapide murata nella attuale sacrestia.

Nonostante le varie migliorie, la posizione ovest-est rimase fino alla fine del 1700, quando la Pieve fu rasa al suolo, tranne la parete ad est con le finestre, per costruire quella che ancor oggi ammiriamo.

Dobbiamo aspettare il 1774 per la demolizione della vecchia costruzione e l'inizio della nuova ed attuale Abbazia. Il disegno fu affidato all'architetto Pietro Augustoni di Milano. L'inizio vero e proprio della costruzione si ebbe nel 1775 e l'avvenimento fu sottolineato su una lapide in cui veniva evidenziato l'impegno del cardinale Urbano Paracciani per la ricostruzione del tempio. Fu portato a termine nel 1779.