La riorganizzazione della macchina amministrativa, portata avanti dal sindaco Gaspari ormai da alcune settimane, denota una totale assenza di quegli elementi di operatività, efficienza e partecipazione, utili e necessari nell'ambito di quei processi di formazione dell'atto amministrativo.

Ne è la riprova il fatto stesso che tale riformulazione degli incarichi al personale non sia legata ad una proposta programmatica bensì ad una arida enunciazione di nominativi, la dice lunga sul livello di approssimazione con il quale ci si sta muovendo.

In quanto all'aspetto strategico, poi, appare alquanto peggiorativa la formula di nominare nove dirigenti, considerato che uno dei problemi maggiori del nostro Comune è sempre stato quello di un assetto a compartimenti stagno dei vari settori, ovvero è storicamente mancato il dialogo e l'interrelazione tra i dirigenti dei diversi settori e tra i dirigenti e l'amministrazione.

Come si può pensare, con nove dirigenti, di favorire questo dialogo?

Gli esperti in materia, a parte il consulente Xilo evidentemente, sostengono che il raggiungimento degli obiettivi è più facile se favorito da processi armonici di operatività, ovvero quando tutto il personale sa in che direzione l'amministrazione si sta muovendo.

Ebbene questo è possibile quando c'è una saldo e costante rapporto tra amministrazione e tutti i dirigenti. Allora è giusto chiedersi: come sarà possibile rendere edotti quotidianamente nove diversi dirigenti sulle linee da seguire?

Tutto questo è evidentemente più facile se vi fossero stati tre/quattro capi-area con i quali interagire in modo snello e rapido.

Per questo non sorprende la reazione dei sindacati che parlano di astratta riorganizzazione, ingerenza dei partiti, mancanza di meritocrazia e trasparenza.