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Finalmente la Samb che tutti aspettavano

San Benedetto del Tronto | La vittoria contro la Juve Stabia ha premiato il grande coraggio nelle scelte del tecnico Piccioni che ha lanciato nella mischia il baby Caselli dando alla squadra un assetto più offensivo e spregiudicato.

di Massimiliano Cipolloni

“Finalmente”…E’ la prima parola che domenica dopo il triplice fischio finale del direttore di gara Sebastiano Peruzzo di Schio ci è uscita spontanea e liberatoria…

Finalmente… Era tanto che aspettavamo una Samb così determinata, così motivata, così incisiva, così a tratti anche brillante.

Finalmente siamo riusciti a divertirci e ad uscire dallo stadio con un entusiasmo che era da troppo tempo sopito, ad applaudire una squadra capace di creare gioco, finalmente il ritorno al gol dopo cinque partite e alla vittoria dopo 35 giorni di astinenza, finalmente si sono riviste in campo due punte di ruolo, finalmente si è dato spazio a giovani che davvero meritano l’onore della maglia che indossano, finalmente è stato affrontato un risultato di svantaggio con quel carattere, quell’orgoglio e quella determinazione grazie ai quali si è riusciti a ribaltare il punteggio e a condurre in porto una gara fondamentale contro una diretta concorrente. Finalmente.

La Samb ha sofferto, questo è vero - e deve fare un monumento al suo portierone Stefano Visi, autore di una strepitosa parata al 25’ del secondo tempo sulla fucilata scagliata dal limite dell’area da Peluso destinata all’incrocio dei pali - , ma ha saputo lottare con grinta e carattere. Non è crollata al tappeto, ma ha saputo incassare i colpi per poi sferrare quelli decisivi e risolutori.

Piccioni non è un taumaturgo, questo è ovvio, nessuno si aspettava dei miracoli in appena cinque giorni, ma è comunque riuscito ad infondere alla squadra quella serenità che via via nella gestione Ugolotti si era progressivamente persa, quella fiducia nei propri mezzi che ogni calciatore deve necessariamente possedere;

è riuscito, amalgamando tutte le forze per il bene comune della squadra, a ricompattare un gruppo che sembrava ormai lacerato e demotivato, una squadra che solo una settimana fa al primo gol del Gallipoli si era sciolta come neve al sole palesando una fragilità psicologica imbarazzante.

E l’abbraccio a fine gara negli spogliatoi tra tutti i calciatori, titolari, panchinari e anche coloro che erano stati relegati in tribuna, ne è la testimonianza più eloquente.

Ma, indubbiamente, il merito più grande che va riconosciuto al tecnico sambenedettese è stato quello di aver avuto coraggio. Abbiamo scritto di proposito “coraggio” e non “temerarietà” perché le sue scelte, seppur davvero ardite, sono state vagliate, soppesate e alla fine giustamente premiate.

Correva il 19’ della ripresa: fuori Soddimo, dentro Caselli, un ragazzino della berretti di appena 17 anni, all’esordio assoluto. Fine del solito stucchevole inconcludente gioco, senza alcuna alcuno spunto degno di tal nome sulle fasce, fossilizzato sui soliti prevedibilissimi lanci lunghi per l’ariete centrale e spazio finalmente alle due punte e ad una Samb più spregiudicata con le punte Caselli e Curiale supportati da due trequartisti larghi con licenza di accentrarsi, Olivieri e Morini, i quali, con la loro fantasia, avrebbero consentito di aprire più facilmente la difesa a tre campana.

E’ stata la chiave della svolta dell’incontro, l’ago della bilancia che ha spostato tutti gli equilibri tattici.

E così Curiale - a secco dalla quarta giornata quando realizzò il gol della bandiera che comunque non evitò alla Samb l’umiliazione del 4-1 all’Adriatico di Pescara – finalmente non isolato al centro dell’attacco, ha sfruttato abilmente un rimpallo favorevole per battere l’estremo difensore ospite;

poi a dieci minuti dalla fine il baby Caselli – davvero impressionante per autorità e per qualità tecnica il suo esordio (ha esposto come biglietto da visita un sobrero su un avversario dopo appena trenta secondi dal suo ingresso in campo) – stoppando perfettamente la palla spalle alla porta, ha controllato e fornito un assist d’oro per Emanuele Morini che, con secco diagonale, non ha lasciato scampo al portiere ospite.

Ancora tanto lavoro aspetta il tecnico rossoblu, il quale da esperto uomo di calcio qual è sa benissimo quanto deleterio e controproducente sia farsi prendere da facili entusiasmi, specialmente in considerazione di un primo tempo scialbo disputato sulla falsariga delle precedenti uscite stagionali.

Riteniamo che il malato Samb sia ancora in convalescenza perché, come si suol dire, una rondine non fa primavera, però dopo la gara disputata domenica è senza dubbio cresciuto in noi l’ottimismo e la fiducia verso una squadra che, pur con tutti i suoi limiti, finalmente ci ha fatto divertire ed emozionare. Finalmente.

14/11/2007





        
  



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